Storie Buon compleanno, LEM! Aggiungi ai preferiti Più di vent'anni fa, i designer Shin & Tomoko Azumi presentavano al Salone del Mobile la seduta LEM progettata per Lapalma. Storia di un successo. Un anello che fluttua nell’aria: con queste parole, nel 2000, Shin & Tomoko Azumi presentavano LEM, la seduta progettata per Lapalma, su un palcoscenico d’eccellenza quale il Salone del Mobile di Milano. Dopo 20 anni, LEM festeggia questo “giovane” compleanno spegnendo idealmente oltre un milione di candeline, quanti sono, da allora, gli esemplari di questo prodotto entrati nelle case di tutto il mondo. La storia di questo sgabello dalla silhouette snella e leggera, caratterizzato da una linea continua tra seduta e poggiapiedi, è davvero curiosa. Era il 1996, quando a IMM Colonia due giovani designer giapponesi, di base a Londra, porgevano a Dario e Romano Marcato, fondatori di Lapalma, una piccola brochure con qualche schizzo fatto a mano. Pochi tratti a matita che, tuttavia, rapirono immediatamente i due imprenditori. Ma i tempi non erano ancora maturi. L’incontro si ripete tre anni dopo, con alla mano nuovi disegni e davanti 12 mesi di test per mettere a punto una tecnologia in grado di realizzare quello che allora era considerato impossibile: la doppia curvatura del tubolare a sezione rettangolare che definisce il profilo dello sgabello. Il nuovo millennio vede, così, nascere LEM, dopo un intenso lavoro di ricerca che porta a trovare i corretti parametri di piegatura, quella precisione millimetrica che dà origine alla complessa semplicità della seduta. Oggi, invece, ci vogliono solo cinquanta secondi per sagomare la linea continua e acrobatica che lo caratterizza. Il nome del prodotto si rifà al Lunar Excursion Module che, nel 1969, trasporta l’uomo sulla luna. Nel concept dei designer, lo sgabello ha la stessa leggerezza e vuole riprodurre la medesima assenza di gravità che, nel vuoto creato dal disegno, possa stimolare una relazione con lo spazio circostante. E, come l’Apollo 11 non poteva sopportare inutili pesi, così LEM racchiude ogni funzione in un profilo elegante e minimale. Solo il necessario, il resto è rimasto a terra. Sintesi, dunque, perfetta tra cultura giapponese e alta tecnologia italiana. Pochi mesi dopo il debutto al Salone, LEM approda al Conran Shop di Londra, un’istituzione per il mondo del design, e, nel 2008, entra nella collezione permanente del Victoria & Albert Museum per poi arredare diverse destinazioni e contesti come il Münich Bmw Museum, lo Schipol Airport, la Library of Birmingham e gli headquarter di Google in Giappone. Tanti anche i riconoscimenti ricevuti. Così, per questo compleanno, LEM un regalo se lo è fatto: sei nuove vesti – colori (verde oliva, caffè, mattone, celeste, tortora e perla) – che si affiancano al bianco e nero, gli assoluti con cui LEM era stato finora prodotto. In fondo, dopo vent’anni un po’ di vanità è concessa.
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