Come cambiò il bagno nelle case (e nelle fiere)
La stanza da bagno, un microcosmo personale di prodotti, accessori e comfort. Continua il viaggio nel passato attraverso le immagini inedite dell’Archivio di Fondazione Fiera Milano, aspettando il Salone del Mobile.Milano di giugno 2022.
Io vivo in una casa di ringhiera o di ballatoio, tipologia costruttiva tipica della Milano (ma anche di Torino) tra fine Ottocento e primi Novecento; prevedeva piccoli appartamenti doppio affaccio, uno di questi dava sul ballatoio in fondo al quale c’era il bagno comune, oggi inglobato (catasto permettendo o meno) negli appartamenti al piano.
All’epoca l’uso promiscuo degli spazi era una condizione, dal gabinetto al lavatoio: i panni sporchi si lavavano in famiglia e la famiglia era la comunità del palazzo. Edilizia popolare pura, integrazione ai suoi primordi e soprattutto l’antitesi di ciò che oggi ci dicono ci difenda, la privacy; all’epoca non ce n’era proprio. A mio parere stava lì il bello: il controllo e il voyeurismo sulle nostre vite era manifesto e non celato/occulto come oggi. La portineria era la prima videocamera umana e da lì ciascuna finestra una antesignana webcam. Figuriamoci il bagno, rumori, odori e frequenze, tutto condiviso!
Alla lunga però abbiamo conquistato un piccolo pezzo di paradiso. Il benessere e le regole d’igiene, infatti, hanno permesso di avere ciascuno il proprio bagno in casa, la sala da bagno; non solo una stanza privata, concessa al nucleo famigliare e ai frequentatori del nostro microcosmo ma un vero e proprio spazio con una identità precisa. Fioriscono gli accessori e tutti i tipi di comfort possibili e immaginabili.
Da qui l’evoluzione nel mondo del bagno non si è mai fermata: una parte celata all’interno della muratura, impianti sempre più affidabili, tecnologicamente nati per durare e con prestazioni anti-spreco o comunque sostenibili e dall’altra parte il fiorire delle aziende di sanitari che iniziano, con sommo successo, a far disegnare oggetti la cui funzione è nota a tutti ma che possono essere anche gradevoli, ergonomici, colorati e durevoli.
Due i duelli scatenati da questo settore in ascesa. Il primo descrive una parabola che non vorremmo mai vedere discesa, quella del trittico sanitario: deriva dal francese bidet, termine che indica il pony. Il bidet, infatti, va cavalcato e la posizione che si assume durante l'utilizzo dello stesso è simile a quella della cavalcata del pony e non di un cavallo, date le dimensioni. È comunque un punto di vanto che noi italiani sbandieriamo con fierezza e che nei nostri bagni non può mancare: sanitari = lavandino, gabinetto e bidet che potremmo assimilare a una sorta di Trinità non Santa ma comunque di una certa rilevanza. Vi sarà capitato di andare in un albergo estero e scoprire che in bagno LUI non ci sia e, per quanto mi riguarda, sarebbero da rimandare a settembre, bocciati!
La seconda è l’eterna disputa tra doccia e vasca, tipico tema da aperitivo, “ah no io alla mattina se non mi metto sotto la doccia non mi sveglio” e “vuoi mettere tornare a casa e farsi un bel bagno con un bicchiere di vino bianco e il cellulare spento”: nelle grandi città la spunta la doccia meramente per questioni di spazio ma la vasca rimane, per quanto mi riguarda, la vera protagonista; io le ho tutte e due in un solo bagno con due finestre quindi a Milano costituisco un’anomalia. Anche da piccola, dopo una uscita scout l’ammollo nella vasca era il giusto premio per una giornata passata in braghe corte a cinque gradi o il sabato sera era il preludio di Scacciapensieri sul divano con il toast (concessione della cena davanti alla tv), la vestaglia uguale ai fratelli e i capelli umidi pettinati con la riga!
Il bagno è un’oasi di pace con una porta e la chiave… nessuno dovrebbe valicare la soglia senza permesso o senza invito, anche nelle coppie o nelle famiglie più aperte il bagno dovrebbe rimanere una sorta di Area 51: area di sperimentazione segreta di abbigliamento, make up, camerino di prova per cantanti improvvisati; nel bagno generalmente siamo soli, ci godiamo quei minuti dove nessuno dovrebbe interagire con noi, ci sistemiamo, ci trucchiamo, a volte è un pensatoio lontano dal frastuono di figli, nipoti, stereo a tutto volume e lucidatrici!
L’arco temporale in cui ho vissuto ha visto passare molte invenzioni ed innovazioni che hanno tentato di ammaliarci: vasche a idromassaggio di tutte le forme, docce multigetto, cromoterapia, gabinetti con improbabili zampilli, diffusori di musica e profumi per farci rilassare nel momento clou; a me bastano Topolino o le etichette del retro dello shampoo!
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