Design Museum Brussels, al centro del dibattito culturale della città
Intervista ad Arnaud Bozzini, direttore del museo di design di Bruxelles dalla sua nascita, datata dicembre 2015. Ce ne racconta nascita, evoluzione e prospettive future
La storia del Design Museum Brussels è molto recente. La sua apertura ufficiale è infatti datata dicembre 2015. Inizialmente chiamata ADAM – Art & Design Atomium Museum, l’istituzione culturale è legata all’Atomium, un monumento costruito per la Fiera Mondiale Expo 58 e che, rinnovato di recente, è un nuovo polo di attrazione turistica e culturale per la capitale. Arnaud Bozzini, direttore del museo, è tra i protagonisti della nascita del nuovo polo per il design storico e contemporaneo. Ce ne ha parlato, partendo dall’inizio:
“Nel 2013 non lavoravo ancora a tempo pieno per l’Atomium, ma ero un curatore freelance. Un momento fondamentale per la genesi del museo è il mio incontro con Philippe Decelle, un artista e collezionista conosciuto a Bruxelles per la sua importante collezione di oggetti di plastica. Alla proposta di esporre il suo immenso patrimonio – la cui raccolta inizia nel 1976 – all’Atomium, Decelle risponde che voleva vendere l’intera collezione. Ho quindi proposto al direttore Henri Simons e al board dell’Atomium l’acquisizione di quello che sarebbe diventato il primo pezzo del Design Museum Brussels.”
Accanto all’Atomium c’è un edificio costruito negli anni Settanta, allora parzialmente in disuso. Viene individuato come luogo ideale per creare nuovi spazi espositivi per la città. “L’edificio era un centro commerciale, e ancora oggi ospita alcuni negozi. Ma è molto, molto grande. Il museo ne occupa solo una parte che comunque ha un’estensione di oltre 5.000 mq. Per segnalare l’ingresso, che avviene attraverso un ampio giardino, è stata costruita una scala colorata dall’architetto francese Jean Nouvel. La parte dell’edifico relativa al museo è stata invece ristrutturata dallo studio Lohas & Lohas Architecture, che ha seguito strategia spaziale della ‘scatola nella scatola’, lasciando inalterato il carattere brutalista della struttura originale.”
Se la Plastic Design Collection è il primo tassello fondamentale per la nascita del museo, la politica di acquisizioni portata avanti da Bozzini è più ampia e in espansione. “Il museo non è solo della plastica, ma sul design in generale. Dal settembre del 2020 abbiamo aperto una seconda esposizione permanente, dedicata al design belga e alla sua storia. Compriamo o riceviamo sia pezzi storici sia contemporanei, dialogando con istituzioni, aziende, editor e designer. Dal prossimo anno vogliamo implementare ulteriormente questo aspetto e aumentare il budget dedicato, costituendo anche una commissione per le acquisizioni.”
La programmazione del Design Museum Brussels si concentra principalmente sulla storia del design, e ne analizza gli aspetti culturali, sociali e politici. È però aperto al contemporaneo, con una programmazione annuale di mostre temporanee sul design più sperimentale e da collezione. Ad esempio, nel 2020 si è tenuta la mostra “Standing Stones” dello studio Objects of Common Interest: una serie di installazioni effimere e monumentali, rocce trasparenti primitive e contemporanee ispirate dalla cultura arcaica delle Isole Cicladi e dal lavoro dello scultore rumeno Constantin Brancusi.
Design Museum Brussels è diventato in pochi anni un polo fondamentale per il dibattito culturale della città. “Siamo più coscienti che mai del ruolo del design, che è al centro di molte questioni della vita quotidiana. Mi piace moltissimo camminare tra le sale del museo e ascoltare le discussioni tra persone e generazioni, sugli oggetti e la loro memoria collettiva, sul loro significato per la comunità e la società. Parliamo di oggetti che possibilmente usiamo tutti i giorni, non di beni di lusso. Questi hanno una funzionalità e utilità e non sono solo belli.”
Il giusto mix tra ricerca e divulgazione, oltre che alla connessione con un monumento come l’Atomium, fa sì che ad avvicinarsi al museo ci sia un pubblico ampio e variegato.
Bozzini conclude il nostro dialogo parlandoci dei prossimi passi del museo. “La nostra idea per il futuro è quella di lavorare a mostre monografiche dedicati a temi specifici, provare a far crescere il nostro pubblico creando connessioni con altri ambiti artistici, e raccontare le nostre collezioni da nuovi punti di vista, guardando ai molteplici aspetti del design.”