Do you speak design? La nuova campagna di comunicazione del Salone 2023
La nuova campagna di comunicazione del Salone del Mobile mette in scena il nuovo abbecedario del design: colorato, geometrico, ultra-pop
Dopo Emiliano Ponzi, il Salone del Mobile.Milano affida a Leftloft, studio milanese di design della comunicazione, e Gio Pastori, illustratore e collagista di grido sulla scena artistica dei millennial milanesi, le immagini della campagna di comunicazione per l’edizione 2023. Il giovane artista mette in forma e colore un concept elaborato da Leftloft. A loro, congiuntamente, è stato dato il compito di condensare in un racconto visivo, distintivo e originale, identità, temi e protagonisti della Manifestazione così come la sua evoluzione: esercizio non semplice in quanto imponeva una riflessione e un equilibrio tra diversi piani concettuali − contemporaneo e futuro, innovazione e continuità.
Punto di partenza è stato un viaggio a ritroso teso a sviscerare il linguaggio artistico del Salone che, con sintesi visiva e verbale, ha saputo, negli anni, affascinare il suo pubblico con un’aura di iconicità. Si è arrivati, poi, a una riflessione sul progetto tout court: in un mondo e in un tempo come il nostro il design è ovunque − può essere visto, abitato, fruito, maneggiato, goduto, sfruttato, riciclato. “Abbiamo avvertito l’esigenza di mettere ordine nelle tassonomie del progetto” racconta David Pasquali, co-fondatore e direttore creativo di Leftloft. “Un ordine leggero e ironico che, attraverso un approccio enciclopedico quasi didattico, torni a mettere in luce i fonemi fondamentali del design che, con il loro suono, il loro significato, la loro forma e sequenza definiscono, chiariscono, esplicitano e raccontano”.
Paradossalmente, per modellare un lessico contemporaneo ma, soprattutto, immediato e universale, si è tornati alle origini, quando la grafica soverchiava la mera pubblicità, quando il senso artistico prevaleva su quello commerciale, quando il disegno era più vicino al progetto. È nata, così, l’idea di un nuovo abbecedario del design: archetipi e icone raccontano i protagonisti del Salone, gli oggetti attorno ai quali si è sviluppato il sistema del design milanese. Un alfabetiere alla Munari: inaspettato, mai noioso, semplice nella sua originalità, composto da forme assolute − legate al concetto di semplificazione e sintesi – e animato dall'uso di luce e nuance pure e intense. Sono ventisei, uno per ogni lettera dell'alfabeto accompagnata da un oggetto o un arredo, i coloratissimi Manifesti della campagna di comunicazione del Salone del Mobile.Milano 2023, la cui headline Do you speak design? interroga direttamente l’osservatore. Scorrendo visual e lettering − A is for armchair, B is for bookcase, C is for chair … − la risposta sorge davvero spontanea.
Una volta scelto il concept, si trattava di “animare” il messaggio e di colorare questo alfabeto progettuale. Ed è proprio a questo punto del viaggio che si inserisce l'intuizione, la sensibilità e il talento di Gio Pastori. Classe 1989, bizzarramente (o forse no), Pastori non lavora in primis con il digitale, ma con carta e forbici: la tecnica del papercut è la sua firma. Taglia, separa, cuce, giustappone, incolla e i risultati sono collage geometrici nella loro imperfezione, gioiosi e scattanti, freschi quasi leggeri, ma pur sempre acuti e intelligenti. A lui è stato chiesto di dare, alle forme universali e archetipe del design, una veste carica di energia, di dinamicità unica e nuova, come quella che il Salone esprime nei giorni della Manifestazione.
“Illustrare un abbecedario di oggetti, un mezzo che inviti il pubblico di Milano e del mondo a re-imparare a leggerli, guardarne l’anima, svincolandosi da trend o brand. Una richiesta solo apparentemente semplice, quella arrivata dal Salone del Mobile attraverso Leftloft, che insieme intendono puntare i riflettori sugli oggetti come essenza del Salone” afferma Gio Pastori. “Per realizzarlo ho individuato una combinazione cromatica brillante, a tratti molesta per ostacolare l’immediata messa a fuoco dei soggetti. Linee essenziali e volumi discreti sono inseriti in un’atmosfera onirica e fluttuante, dettata da prospettive errate e assonometrie improbabili”.
“Il design come linguaggio comune a tutte le culture del mondo, quindi universale: questo il concetto di base della nuova campagna del Salone del Mobile che vuole, da un lato, riportare l’attenzione sugli archetipi del progetto e, dall’altro, suggerire l’importanza del dialogo e della possibile coesione culturale fondata sulla lingua universale del design che è quella parlata dalle migliaia di centinaia di persone che in quella settimana si danno appuntamento a Milano” commenta Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano.