Egoitaliano e i giovani al centro. La parola a Nino Scarcella
“Abbiamo fatto tanto per gli altri adesso iniziamo a fare qualcosa per noi: solo con una mentalità collaborativa si ottiene qualcosa di nuovo”. Conversazione con Nino Scarcella, co-founder e business director di Egoitaliano
Questa telefonata è partita dal Salone del Mobile - ricordo anche il giorno: il 23 aprile 2007 - in quel periodo lavoravo presso un'azienda del territorio e chiamai zio Piero perché ero stanco di dedicare tanto tempo agli altri senza ricevere in cambio attenzione. È infatti comune nelle aziende della nostra regione - il distretto murgiano del salotto - focalizzarsi più sull’export che sul mercato domestico. Avendo seguito per una vita il mercato in Italia vi vedevo una grandissima opportunità e pensai bene di far togliere le pantofoline a zio Piero (era già in pensione) e ricominciare da capo. Le competenze non ci mancavano: avevamo lavorato vent’anni anni insieme in un'azienda della zona e fu semplice iniziare questo fantastico percorso.
Abbiamo cercato di tracciare una linea che rendesse visibile attraverso la comunicazione questo senso di libertà ben interpretato dai giovani attivi in azienda. Egoitaliano è un contenitore dove tutto è permesso e dove l’elemento caratterizzante è il valore del Made in Italy.
I due figli di zio Piero, Nancy che fa parte del consiglio di amministrazione, e Leo che aveva una sua società di grafica e per le sue competenze è entrato nella nostra struttura. Ci sono poi altre persone della famiglia che collaborano e lavorano grazie alle loro professionalità e non in quanto familiari. Su questo aspetto stiamo molto attenti perché siamo consapevoli che il passaggio generazionale è uno dei problemi della piccola e media industria italiana.
Da ormai sette anni lavoriamo alla spersonalizzazione dell’azienda seguendo le indicazioni di Elite, il programma di Borsa Italiana sostenuto da Confindustria per la formazione e il tutoring delle imprese impegnate in percorsi di sviluppo organizzativo e manageriale, che affronta anche le problematiche dei passaggi generazionali.
Realizzare la propria idea dopo una vita da dipendenti vuol dire svoltare. Bisogna continuamente reinventare sé stessi e il proprio progetto se si vuole andare avanti ed essere disposti a mettere in discussione le proprie convinzioni. Tante situazioni cambiano in maniera repentina e se non si sa adattare la propria struttura si rischia di passare da un'azienda splendida a una che non esiste più. Siamo nati in un periodo di crisi e questo ci ha aiutato ad avere una visione più aperta al cambiamento e all'innovazione.
L'ultimo. Quello che stiamo mettendo in piedi oggi. Siamo un'azienda responsabile, ecosostenibile, attenta a quello che succede. Abbiamo avviato il progetto Flip in risposta all'impatto sociale ed etico che l'azienda deve avere sul territorio. Per evitare di essere uno dei tanti produttori che alimenta le discariche, stiamo avviando un processo non più di vendita ma di noleggio. Ciò permetterà al consumatore alla fine del periodo di noleggio di decidere se tenere il pezzo o restituirlo. In quel caso la nostra società si impegna a riutilizzare i materiali recuperabili e dare nuova vita al prodotto sul mercato del rigenerato. Siamo la prima società nel nostro settore ad avviare un progetto di questo tipo - già anticipato durante il Salone del Mobile.Milano: la risposta migliore in questo momento. Ci impegniamo a riprendere i prodotti in laboratorio e riutilizzarli anziché buttarne il 100%. Stiamo inoltre rafforzando i progetti di collaborazione con il carcere di Matera per realizzare oggetti di recupero con il marchio Made in Carcere avviato qualche anno fa.
Non presenteremo molti prodotti, piuttosto il perfezionamento di quelli già svelati, con nuove versioni di rivestimento.
Un luogo di incontri per giovani designer provenienti da tutto il mondo. Si tratta di un'area dedicata al nuovo che arriva: ispirazioni, provocazioni, un laboratorio di idee che verrà convogliato nella nostra Academy, nella quale formeremo persone con competenze manuali e creative. L’obiettivo è circondarsi di giovani, che sono la linfa per alimentare tutto ciò che non è ordinario. Quello che devi fare per esserlo domani lo potranno realizzare soltanto loro.
Il momento è difficile e ci impone di guardare agli obiettivi con più prudenza per proteggere l'azienda. Dobbiamo essere responsabili e allo stesso tempo seguire un percorso naturale, stando attenti ai cambiamenti repentini. In questo ultimo periodo il nostro settore ha goduto di vantaggi che forse pagheremo con gli interessi nel prossimo futuro. Dopo due anni splendidi in termini di numeri, adesso dobbiamo farci da parte e riorganizzare progetti e attività in funzione di questa nuova realtà.