Francia, quando l’arredo si trasforma in lifestyle da vivere
Dopo aver assorbito gli shock dei confinement, il mercato interno, non solo del furniture, si conferma in crescita. I nuovi trend spaziano dall’outdoor alla flessibilità del servizio personalizzato
Un ruolo da leader internazionale nel settore arredo e un ruolo di guida nel post-pandemia in Europa. La Francia è il terzo mercato produttivo europeo, e il settimo al mondo, nel comparto furniture (dati Cisl). A fine gennaio, The New York Times ha riconosciuto la forza di traino della Francia, nella fase di uscita dall’emergenza Covid 19, grazie a una crescita dell’economia del 7% registrata nel 2021. Secondo le analisi di Statista, le entrate nel settore del mobile francese ammontano a 27.228 milioni di dollari nel 2022, con una previsione di crescita dell’1,95% da quest’anno al 2026. Il segmento che performa meglio è il living room con un volume d’affari che si aggira sugli 8.232 milioni di dollari nel 2022.
Valeria Magistri, responsabile commerciale del mercato europeo per Baxter, conferma l’interesse dei consumatori francesi nei confronti del salotto, aggiungendo una nuova tendenza che si sta delineando, non solo in Francia. “Il divano rimane il cuore dell’abitazione, lo spazio dove ci si sente veramente a casa. L’imbottito e la pelle sono il nostro core business, ma stiamo notando una crescita di tutto quello che possiamo definire lifestyle, cioè quegli oggetti e arredi che rendono la casa un posto speciale e unico. Come i tavoli da pranzo, in marmo pregiato, le librerie che si sostituiscono ai quadri o le lampade che non sono solo illuminazione, ma decorazioni dello spazio”.
L’effetto economico dei confinement pare essere stato ben assorbito dal mercato francese. “Senza dubbio, la pandemia ha inciso più sulla filiera degli approvvigionamenti, che sulle dinamiche di consumo”, commenta Carlo Oliverio, sales director di Meridiani. “Grazie alla rinnovata centralità della casa, i consumi stanno registrando un andamento di crescita ininterrotta a partire già dall’ultimo quadrimestre del 2020. Per noi, la Francia è sempre stato un mercato di riferimento, lo dimostra lo spazio monomarca aperto a Parigi già dal 2008, che oggi si trova al 278 di Boulevard Saint Germain, in fase di completo rinnovamento, e la regolare partecipazione alla fiera di M&O, a partire dal 2003 e confermata anche per l’edizione 2023. Il mercato francese, che vede nelle figure del decoratore e dell’arredatore gli elementi centrali della distribuzione, ha dimostrato di apprezzare la versatilità e l’ampiezza dell’offerta Meridiani”. Gli fa eco Valeria Magistri: “La Francia è un Paese fatto di decoratori che, sull’alta gamma, non ha mai smesso di lavorare, neanche durante la fase acuta della pandemia. Il successivo problema dell’approvvigionamento delle materie prime, che si riflette sui tempi di consegna del prodotto finito, è stato ormai assorbito dalla rete vendita ed è un elemento comune a tutti i produttori. Il consumatore che compra un divano Baxter non rinuncia perché deve aspettare”.
I cambiamenti dovuti alla pandemia mostrano un peso e un riscontro maggiore nelle abitudini e negli stili di vita dei cittadini. “Abbiamo sicuramente capito l’importanza dello spazio all’interno della nostra casa”, continua Magistri, “un ambiente nostro dove poter lavorare, leggere un libro o parlare al telefono, senza disturbare gli altri componenti della famiglia. Da qui, l’esigenza di scrivanie, poltrone, tavolini che, ovviamente, devono essere sia belli sia durare nel tempo”. “Si vuole una casa in cui identificarsi, non più una casa per marcare il proprio status”, aggiunge Oliverio. “Si cercano prodotti da vivere e non solo da mostrare, in cui il concetto di alta qualità sia sinonimo di artigianalità e sostenibilità. Outdoor, materie prime naturali, flessibilità e capacità di personalizzare sono trend emersi durante e dopo la pandemia”. Dello stesso avviso la responsabile commerciale di Baxter che chiarisce come il consumatore oggi, nell’alto di gamma, voglia essere trattato come unico e speciale. “La ricerca di materiali pregiati e la flessibilità dell’azienda di sapersi adattare all’esigenza del suo interlocutore, con competenza e velocità, sono elementi vincenti. Alle parole d’ordine qualità e servizio, si sono aggiunte unicità e prontezza di reazione”, spiega Magistri.
Sugli effetti culturali e sociali della pandemia, e sul relativo cambiamento di comportamento da parte delle persone, si trova il punto di contatto fra chi produce e distribuisce e chi crea, come Matali Crasset, designer-architetta francese, il cui approccio alla creazione, come dimostra l’opera arcipelago realizzata all’interno dell’École Normale Supérieure Paris-Saclay, progettata dal Renzo Piano Building Workshop, è molto filosofico ed ecologico. “È tempo di trovare un modo di creare differente, altrimenti non ha senso continuare a produrre. Non guardo a cosa succede sul mercato”, spiega Crasset che definisce il suo approccio come situé, ancré, ovvero non legato al gusto internazionale, ma calato in un determinato contesto. “Non ha più senso produrre alla stessa maniera per tutto il mondo, è meglio creare piccoli ecosistemi diversi e lavorare con il saper fare di un luogo”. Per Crasset, l’importanza del locale è imprescindibile, perché l’ecologia è sempre legata al sociale, non si può portare avanti una vera sostenibilità ambientale senza pensare all’impatto sociale. “Con la pandemia, spero che le persone abbiano compreso che il nostro modo di vivere deve essere modificato, in primis il nostro modo di comprare. È necessario avere coscienza di ciò che si acquista e quali effetti si generano dal consumo. È sicuramente qualcosa di complesso”, concede la designer francese, “ma non si può eludere, è un tema che va affrontato globalmente perché la complessità è enorme. Durante il periodo del confinement, non avevo molto spazio per lavorare, per far giocare i bambini, quindi ho assunto un approccio evolutivo. Spesso, i codici della produzione d’arredo non sono più attuali. Andiamo oltre lo stile cocoon: c’è troppa protezione, troppo comfort, non c’è più l’idea di essere attivi. Bisogna partire dalla casa per aver voglia di cambiare. Il domestico è importante, perché dà la fiducia per provare, sperimentare, cambiare vita e modi di consumo”.
Per Matali Crasset, il rapporto con l’Italia è essenzialmente affettivo, dato che ha iniziato la sua carriera con Denis Santachiara, grazie a cui ha scoperto il rispetto del gesto creativo. Per Carlo Oliverio, il made in Italy, in Francia come altrove, è sinonimo di alta qualità ed esclusività. “I margini di crescita ci sono, se le aziende saranno in grado di proporre al mercato proposte innovative, comunicando secondo modalità e criteri al passo con i tempi”. “In Francia, dove tradizionalmente il gusto è più decorativo e shabby, ci sono forti margini di crescita su un prodotto di nicchia, come Baxter”, aggiunge Valeria Magistri. “Parlo logicamente delle città più importanti, Parigi su tutte, ma non dimentichiamo Lione, città di antiquari e botteghe d’arte, o Marsiglia che si sta liberando pian piano della brutta fama di città portuale pericolosa e che oggi ospita mostre e eventi di pregio, non ultima l’istallazione di Jeff Koons, presa in prestito dalla collezione Pinault. Lo scorso anno, abbiamo organizzato un evento anche a Bordeaux dove abbiamo provato a mescolare design e arte e che, malgrado le restrizioni dovute alla pandemia, ha avuto un importante eco di stampa di settore e pubblico”, conclude Magistri.