Per gli appassionati di lettering e arti tipografiche: Tupigrafia
Dopo oltre 20 anni, 13 numeri e 23 cover, la storica rivista brasiliana torna a rivivere attraverso una vibrante antologia firmata ancora una volta dai suoi creatori, Rocha e De Marco
In Brasile – paese consapevole dell'isolamento e della lontananza dai centri mondiali fervidi di pensieri e innovazioni – la curiosità è sempre un incentivo e il desiderio d'informazioni una forte esigenza.
“Tupì or not Tupì” era il titolo della grande mostra di architettura brasiliana allestita al Centre Pompidou di Parigi nel 1987. Era anche il titolo del Manifesto che lo scrittore brasiliano Oswald de Andrade scrisse negli anni Venti per il “movimento antropofagico”: definizione nell’ambiente intellettuale dei canoni formativi dell’identità culturale brasiliana facendo riferimento, per ironia, a riti indigeni. Tupi è uno dei principali gruppi etnici tra gli indios autoctoni.
In questo semplice e simbolico gioco di parole, già si definisce il volere e il concetto della rivista Tupigrafia. Nata a San Paolo nel 2000 pubblicherà 13 numeri fino al 2020. Diretta da Claudio Rocha e Tony de Marco, è l’unica rivista brasiliana che si sia dedicata esclusivamente alla tipografia e alla calligrafia.
Claudio Rocha e Tony de Marco sono designer brasiliani, che esprimono nella rivista una straordinaria capacità di saper coniugare il progetto grafico libero, la ricerca dell’analisi degli elementi storici e l’utilizzo della tipografia dei grandi nomi del design mondiale, oltre al recupero delle raffigurazioni vernacolari della tipografia.
Con l'intento volto alla sperimentazione, alla comunicazione, all’insegnamento, sia il progetto grafico, sia la tipografia così come i caratteri, sono diversi in ogni numero e addirittura in ogni articolo. Dalla rivista numero 7 del 2007 in poi, ci sono due o più copertine, disegnate da autori differenti, testimoniando un gusto in funzione di un rinnovamento dove niente è lasciato al caso. Nel complesso, sono state pubblicate in 21 anni, 13 riviste con 23 copertine.
Gli argomenti trattati sono svariati: dai graffiti e murales ai tatuaggi tipografici; le sigle dei pneumatici alle iscrizioni negli alberi; dalla poesia virtuale, alla tipografia e ai numeri negli orologi; da architetture di biblioteche, a pittori e cartoonisti; da metodi dell’insegnamento della calligrafia al software Syntype; tipografia futurista, numeri e lettere nelle carte da gioco, nelle matite e il logotipo di Superman, le macchine da scrivere e l’Olivetti.
A partire dalla ricerca tecnologica, con gli elementi compositivi ed estetici della tipografia, all’evoluzione storica del design brasiliano, si manifesta il desiderio di mettere in luce le principali influenze estetico-culturali derivate dai flussi etnici affluiti in Brasile: gli autori mescolano con estrema disinvoltura elementi sintattici radicati nel lessico locale con le sollecitazioni attuali del graphic design di altri Paesi, e delle tecnologie, trasformando l’archetipo in una ludica individuazione dei quesiti.
Nel 2021 si decide finalmente di pubblicare in Italia, in lingua inglese, l’antologia 2000-2020 in cui si riprendono alcuni titoli di articoli dei diversi numeri di Tupigrafia, alcuni aggiornati e altri con tipi di calligrafia e impaginazione diversa. Il libro ha la stessa dimensione della rivista, mantenendo il suo emblematico e sorprendente stato, regole morfologiche e un eterogeneo gruppo di collaboratori.
L’antologia mira a stimolare un approccio critico alla progettazione di caratteri tipografici, e a generare un confronto sul ruolo della tipografia nella società contemporanea, a partire dalle sue molteplici applicazioni: dalla stampa ai supporti digitali, per una riflessione sempre associata alla sperimentazione. Ed è la cultura visuale brasiliana di fondo che si esprime, sia nei caricaturisti modernisti e attuali come Carlos de Brito e Cunha e Millôr Fernandes, sia nelle copertine dei long play di Bossa Nova – dove gli input costitutivi di questo tipo di musica si trasformano in immagini – come nel lavoro delle prime moderne e scioccanti copertine realizzate dall’illustratore Eugenio Hirsh per un’importante casa editrice brasiliana.
Caratteristico il lavoro dei floating letters o abridores de letras che vengono chiamati per scrivere sulle barche che transitano sul Rio delle Amazzoni, nomi di santi con fogge colorate e fantasiose a protezione dei marinai.
L’antologia segnala tra gli europei, contemporanei e non, James Clough – designer, insegnante e scrittore britannico con sede in Italia – che esamina i segni italiani anche in prospettiva storica; la trascrizione di Der Schriftgiesser [The typefounder] insieme alla sua traduzione inglese; una descrizione del typefounding inclusa nel Werkstäte der heutigen Künste oder die neue Kunsthistorie di Johann Samuel Halle, serie virtualmente enciclopedica riguardante l'artigianato originariamente pubblicata a Lipsia tra il 1761-1779; la Tipoteca dei caratteri lignei italiani del XIX e XX secolo; l’enorme e diversificata produzione di francobolli olandesi; i caratteri utilizzati nei floppy disk.
Claudio Rocha e Tony di Marco sanno coniugare gli aspetti della ricerca tecnologica con gli elementi compositivi ed estetici, realizzando un’opera che non stanca mai, in cui si è sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo, divertente e inusuale; la molteplice ricerca dei diversi linguaggi della tipografia si intrecciano con le diverse tendenze, ed è proprio questa diversificazione che gli fa essere un nuovo punto di riferimento.
Titolo: Tupigrafia. The 2000-2020 Anthology
Design e curatela: Claudio Rocha e Tony de Marco
Prefazione e lettering di copertina: Luca Barcellona
Casa editrice: Lazy Dog Press
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 208
Lingua: Inglese