Green Table, uno sguardo al futuro
A Perugia, la prima edizione di Green Table, il forum internazionale per l'architettura e il design del futuro. Un evento ibrido che racconta pensieri, progetti e comportamenti sostenibili.
Perugia, città millenaria nel cuore verde dell'Italia, si è ritagliata un ruolo guida nel dibattito sulla sostenibilità nel mondo del progetto con la prima edizione di Green Table, forum internazionale su architettura e design per il futuro, che dal 20 al 23 ottobre ha portato in città, nel meraviglioso auditorium ricavato dagli spazi della chiesa duecentesca di San Francesco al Prato, architetti e designer come Patricia Urquiola, Cino Zucchi, Stefano Boeri, Ico Migliore e Mara Servetto, Massimiliano Fuksas, filosofi come Maurizio Ferraris e Aldo Colonetti, scienziati come Stefano Mancuso e Cinzia Chiriacò, imprenditori come Franco Caimi e Filippo delle Piane, oltre a economisti, rappresentanti delle istituzioni, musicisti e artisti.
I relatori, riuniti tre per volta intorno a un tavolo verde progettato da Michele De Lucchi, hanno esaminato problemi, punti di vista e soluzioni su temi urgenti di sostenibilità in relazione al mondo del progetto. Urbanistica, paesaggio, architettura e design sono stati i quattro filoni tematici, che inevitabilmente si sono intersecati; oltre venti i tavoli che si sono susseguiti durante le giornate del forum, alcuni in presenza, altri registrati nei mesi scorsi quando il tavolo verde ha viaggiato tra Italia ed Europa per raccogliere contributi da luoghi come Monaco di Baviera, con i designer Matteo Thun e Anne-Sophie Schwarz, o Barcellona, con gli architetti Benedetta Tagliabue e Daria De Seta. L'obiettivo di Green Table, a cui corrisponde una piattaforma digitale che riunisce i vari contributi ed è sempre attiva, è stato quello di generare una community trasversale e stimolare un'intelligenza collettiva in grado di ispirare azioni concrete e risolutive.
Un modello che sembra rispondere alle indicazioni del neurobiologo Stefano Mancuso, che ha aperto il forum con un segnale d'allarme: “Il genere umano è a rischio estinzione (e non il pianeta, che continuerà ad esistere anche senza di noi!) a causa della deforestazione. Gli alberi sono la fonte primaria da cui dipende la vita dell'uomo: dai 6000 miliardi inizialmente presenti sulla Terra, oggi ne rimangono solo 3000. E ben duemila miliardi sono stati annientati negli ultimi due secoli. E ogni anno il saldo degli alberi si abbatte di 15 miliardi.” La soluzione proposta da Mancuso attinge alle risorse del mondo vegetale: “È indispensabile creare un'intelligenza diffusa sul problema e una rete di mutuo soccorso, proprio come fanno gli alberi, che mettono in campo una serie di soluzioni relazionali, un grande viatico per il nostro futuro.”
In piena sintonia con Mancuso l'intervento di Michele De Lucchi, che ha ricordato come sia indifferibile per il mondo del progetto un cambio di paradigma: “Il problema della sostenibilità ha travolto la nostra maniera di pensare. Il mio 'circle' progettuale sta rispondendo con le Earth Stations: non sono stazioni fantascientifiche, ma stazioni per stare sulla terra e prendersene cura, il patrimonio che abbiamo ricevuto e dobbiamo difendere. Cinque sono le Stations ispirate al clima, che agiscono anche sulla sostenibilità sociale: lo squilibrio della ricchezza del mondo è un problema ancora più immediato, da cui dipende la possibilità di risolvere quello climatico. Le Stations sono modelli per i nostri progetti”.
Sulla necessaria rivoluzione nel modo di progettare si è interrogata anche Patricia Viel, secondo cui “l'architettura deve essere uno strumento culturale che ragiona a livello di paesaggio e non di oggetto, deve porsi in filigrana attraverso un'infrastruttura di pensiero che va oltre il disegno, per organizzare il progetto in un workflow, un flusso metodologico.” E ha ribadito la necessità che ogni progetto sia monitorabile nel suo comportamento e nell'evoluzione nel tempo.
Oltre a quella sociale e ambientale, la sostenibilità ha anche una declinazione culturale, che è stata affrontata dagli architetti Ico Migliore e Mara Servetto, specializzati in exhibition design e urban planning: “Sostenibilità culturale è mettere insieme le ricchezze, coltivare conoscenze, relazioni tra persone e cose, tra persone e luoghi. E coinvolge il tema dell'accessibilità: apertura non solo chi ha problemi a vedere o a sentire, ma anche a chi non ha facile accesso alla conoscenza. Se il museo parlasse a tutti i livelli culturali, molte più persone si avvicinerebbero.”
L'Istituto Nazionale di Architettura In/Arch, l'Adi-Associazione per il Disegno Industriale e il Consiglio Nazionale degli Architetti sono stati i riferimenti scientifico-culturali di Green Table, organizzata da Fondazione Guglielmo Giordano e Media Eventi. Andrea Margaritelli, presidente di Fondazione Giordano e In/Arch, ha commentato: “Il bilancio è positivo sotto tutti i punti di vista, in misura non solo numerica, ma anche per il livello di coinvolgimento. Negli eventi live abbiamo raggiunto la capienza massima dell'auditorium, ricavato da un edificio del 1250 e tra i più moderni in Italia per le infrastrutture digitali. Il tavolo verde creato per questa manifestazione no profit dall'architetto De Lucchi, che ha generosamente donato il progetto, è stato il punto di incontro fisico, ma anche il simbolo attorno a cui si è riunita la comunità. Oltre alla frequenza di pubblico in presenza, il forum si è rivelando un successo importante anche a distanza, grazie alla piattaforma digitale interattiva Wyth che ha consentito agli utenti di fruire degli incontri in qualunque momento e in ogni parte del mondo, di intraprendere azioni di networking anche con i relatori e i partner della manifestazione.
Gli utenti registrati sono stati oltre 3000 e rappresentano il primo nucleo di quella community sensibile e attiva sui problemi della sostenibilità che è stata il vero obiettivo della manifestazione.” Tra gli aspetti più innovativi dell'evento, una speciale videocamera posizionata al centro del tavolo, che ha realizzato riprese a 360° e consentito a chi era in collegamento con visori per la virtual reality di seguire gli incontri come se si trovasse realmente al centro del tavolo.