Homo Faber collabora con SaloneSatellite
Torna la mostra internazionale di alto artigianato organizzata a Venezia da Michelangelo Foundation. Dal 10 aprile al 1° maggio in esposizione le opere dei mestieri d'arte, con focus sul Giappone. E un occhio di riguardo per i giovani e le intersezioni col mondo del design
Torna Homo Faber Event, la mostra dedicata ai mestieri d’arte organizzata dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. A Venezia, negli spazi della Fondazione Giorgio Cini sull’Isola di San Giorgio Maggiore, dal 10 aprile al 1° maggio, oggetti di uso quotidiano e pezzi decorativi, materiali, tecniche, lavorazioni, dimostrazioni dal vivo, connessioni dell’artigianato con le arti e il mondo del design saranno i protagonisti di 15 esposizioni progettate da una squadra di curatori e designer internazionali. Dopo il debutto nel 2018, questa edizione metterà in primo piano i “tesori nazionali viventi” di Europa e Giappone, ovvero quei maestri che costituiscono il patrimonio di un Paese.
“Crafting a more human future” è la vocazione dell’evento, come recita il sottotitolo. E come spiega il curatore generale, nonché direttore esecutivo della Michelangelo Foundation, Alberto Cavalli: “Sostenibilità per noi significa non solo essere amichevoli nei confronti dell’ambiente, ma anche nei confronti della nostra umanità. Un mondo senza sogni è sostenibile? Noi crediamo di no. Anzi, crediamo che la cultura del craft arricchisca questa visione. E speriamo che i grandi maestri selezionati siano d’ispirazione per chi sta cercando la propria strada, il proprio talento”. In questo contesto si inserisce l’attenzione di Homo Faber verso i giovani, e l’inaugurazione di una collaborazione con il SaloneSatellite organizzato da Marva Griffin.
“Per noi è molto importante che questa edizione riesca a parlare alle giovani generazioni. Di artigiani da una parte, in modo che possano trovare riferimenti, ma anche uno sprone, che li rassicurino nella scelta che hanno fatto. Di designer e creativi dall’altra, in modo che imparino a dialogare con il mondo dell’artigianato, a includere nella loro progettazione la consapevolezza del valore del craft. Proprio per questo la partnership con il SaloneSatellite ci è sembrata di grande valore e di grande importanza. SaloneSatellite ci ha aiutato a comunicare Homo Faber ai talenti che negli anni sono passati attraverso la manifestazione. Inoltre, abbiamo selezionato insieme alcuni nomi che saranno invitati a Venezia. Per noi è importante che vengano e vedano. Perché la creatività si nutre di curiosità, e noi speriamo che questo racconto dell’eccellenza possa stimolarla, e quindi portare un lavoro ‘bello’ agli artigiani”.
Marva Griffin conferma: “L’avvicinamento all’artigianato per i ragazzi del SaloneSatellite è una cosa molto bella. Poi sono davvero felice perché Sebastian Herkner è un figlio del Satellite, come pure Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto”.
Entrambi sono parte della squadra che ha messo a punto i percorsi espositivi della manifestazione. Herkner ha curato la mostra “Il motivo dei mestieri”: ha creato un pattern ispirato al motivo geometrico del sagrato di fronte alla Basilica di San Giorgio e ha chiamato 18 diversi atelier a realizzarlo con tecniche diverse, utilizzando marmo, mosaico, intarsio, tessuto. A mostrare le potenzialità delle lavorazioni per l’interior design.
Allo stesso modo lo Studio Zanellato/Bortotto di Giorgia Zanellato e Daniele Bortotto è partito dalla Basilica di San Marco per immaginare un nuovo modo di decorare: “Rintracciare Venezia” è un’installazione di opere in mosaico di diversi metalli con speciali finiture, realizzate da De Castelli, che sono un omaggio ai pavimenti musivi della Basilica.
Tra le altre mostre di Homo Faber: Naoto Fukasawa e Tokugo Uchida hanno curato l’esposizione di oggetti realizzati da 12 Tesori Nazionali Viventi del Giappone. Michele De Lucchi e il suo studio AMDL CIRCLE hanno lavorato sul racconto dell’artigianalità della carta. Gli studenti del MAS in Design for Luxury & Craftsmanship dell’Ecal di Losanna hanno progettato cinque installazioni interattive in collaborazione con l’Associazione Mec-Art della cittadina svizzera di Sainte-Croix. Non potevano mancare vasi di Venini, ma immaginati da flower designer; le loro creazioni saranno inserite in uno spazio immersivo immaginato da Sylvain Roca. E un prezioso tocco di Bob Wilson che svela le influenze giapponesi dietro alle sue produzioni teatrali, in particolare la Madama Butterfly di Puccini.
Infine “Next of Europe”, a cura di Jean Blanchaert e Stefano Boeri: una Wunderkammer di oggetti realizzati da maestri artigiani che non solo incarnano la qualità dell’Europa, ma che si dedicano alla trasmissione del loro sapere alle nuove generazioni o che rappresentano essi stessi le nuove leve.
Homo Faber 2022, dopo la lunga pausa imposta dal Covid (era a calendario per il 2020), mette in scena il meglio di ciò che i mestieri d’arte possono offrire a designer e architetti, cioè a chi può integrare l’alta artigianalità nella progettualità. Con uno sguardo sul lungo periodo e una scommessa sui giovani. Che possano guardare a questo patrimonio e tradurlo in nuove forme di bellezza.