Il documentario sui 25 anni di SaloneSatellite
La Manifestazione fondata e curata da Marva Griffin Willshire per dare voce ai designer emergenti festeggia quest’anno un quarto di secolo. Negli spazi di Triennale Milano è andato in scena il racconto della sua storia
Inaugurato nel 1998, il SaloneSatellite rappresenta un vero e proprio avamposto della creatività: una Manifestazione dedicata ai giovani che da tutto il mondo sognano di diventare designer, a Milano. Ideato e curato da Marva Griffin Willshire, il SaloneSatellite ha ospitato oltre 14mila giovani progettisti provenienti da oltre 58 Paesi, lanciando la carriera di numerosi tra i più importanti designer contemporanei che hanno firmato progetti di primo piano in sinergia con le maggiori aziende espositrici presenti al Salone del Mobile.Milano.
Per celebrare i suoi 25 anni di attività, dal 16 al 28 aprile 2024, gli spazi di Triennale Milano hanno ospitato la mostra “Universo Satellite. 25 anni di SaloneSatellite”, con un progetto espositivo curato da Beppe Finessi e allestito da Ricardo Bello Dias con Hariadna Pinate, progetto grafico a firma di studio òbelo.
“L’abbiamo sempre chiamato SaloneSatellite ma nel corso degli anni è diventato un vero Universo”, ha raccontato Finessi. “Pieno di storie, progetti, incontri, di passioni, e sempre animato dai sogni e dalle speranze dei suoi giovani protagonisti, che sono diventati nel corso di questi 25 anni nuovi primattori della scena internazionale della creatività.”
Non una semplice sequenza di oggetti ma una grande wünderkammer che ha messo in scena la relazione tra imprenditoria e creatività, dove oltre a sedie, tavoli, lampade, poltrone, contenitori, piatti, bicchieri, vasi, l’esposizione ha accolto una rassegna di immagini, disegni, documenti, pubblicazioni che hanno saputo restituire alla community di designer lover la magia delle edizioni del SaloneSatellite.
Con queste parole, Marva Griffin Willshire ricorda i primi passi del progetto: “Nell'autunno del 1997 sono stata chiamata da Cosmit (Comitato Organizzatore Salone Mobile Italiano) per portare ‘dentro’ al Salone del Mobile i nuovi designer che desideravano esserci da tanto tempo. Io andavo a vederli negli eventi ‘Fuori Salone’, dove i ragazzi che potevano permetterselo, affittando una galleria o uno scantinato, cercavano di raggiungere il loro vero obiettivo: che era quello di farsi notare dai produttori. Ma era difficile per loro, perché un conto è fare una mostra in una galleria d'arte se ti chiami Ettore Sottsass, un conto è essere un giovane sconosciuto che deve mostrare i propri prototipi agli imprenditori. La richiesta di Manlio Armellini, Amministratore delegato di Cosmit, alcuni giorni dopo il nostro colloquio, è stata ‘Marva, abbiamo lo spazio, vedi cosa puoi fare per portare i giovani dentro al Salone del Mobile’. Allora sono tornata nel mio studio, ci ho pensato molto, ho fatto verifiche personali sentendo designer e architetti, italiani e stranieri, ho chiamato colleghi ed ex-colleghi della stampa, e ho capito che poteva venirne fuori qualcosa di valido e interessante. Così, dopo tre giorni, ho portato a Cosmit il mio progetto. Abbiamo poi fatto una mini-conferenza stampa invitando alcuni direttori di giornali e anche a loro è sembrata un'idea interessante, qualcuno ha dato un parere, e da lì siamo partiti…”.