La villa Santo Sospir attraverso l’obiettivo di Mauro Restiffe
Un nuovo libro pubblicato dalla giovane casa editrice milanese Lenz raccoglie le fotografie scattate dall’artista brasiliano nella casa in Costa Azzurra “tatuata” da Jean Cocteau
La storia di Santo Sospir non ha probabilmente bisogno di essere raccontata. È leggendaria la villa nel sud della Francia, dove Jean Cocteau ha trascorso le sue estati dal 1950 al 1961, ospite della socialite Francine Weisweiller, e dove ha “tatuato” le pareti, come lui stesso ha definito i suoi affreschi sui muri dell’abitazione. Un luogo frequentato da artisti come Picasso e Matisse, che allora pure risiedevano nella zona, ma anche dai grandi stilisti come Pierre Cardin e Yves Saint Laurent (Francine Weisweiller era una sua musa), da personaggi dello spettacolo come Romy Schneider e Alain Delon e da imprenditori come gli Agnelli. La villa, costruita negli anni 30, era stata acquistata dal marito di Francine, Alec Weisweiller, nel 1948, dopo esser sopravvissuto insieme alla moglie alle persecuzioni naziste. L’arredamento era stato affidato a Madeleine Castaing, decoratrice eccentrica famosa per la sua capacità di mischiare gli stili, combinando mobili italiani e giavanesi, oggetti in ceramica e rattan, tessuti antichi ed esotici. Cocteau ha affrescato le pareti, stanza per stanza, ispirandosi a fantasie erotiche evocate da marinai tatuati e giovani sonnecchianti nell’assolato paesaggio della Costa Azzurra, che lui associava all’Antica Grecia e alla sua mitologia.
Il ricordo di quell’epoca è rimasto congelato tra le pareti della villa negli ultimi venti anni, da quando Santo Sospir è stata chiusa dopo la scomparsa di Francine Weisweiller, avvenuta nel 2003. Nel 2018 la figlia Carole, non potendo mantenere la villa, l’ha venduta alla famiglia russa dei Melia (Marina Melia è docente di psicologia e coach dei più ricchi imprenditori russi). Ma prima di iniziare i lavori di ristrutturazione, affidati al noto interior designer Jacques Grange, in collaborazione con Florence Cremer per la conservazione degli affreschi e Madison Cox per il giardino, la famiglia ha commissionato all’artista brasiliano Mauro Restiffe di immortalare l’atmosfera sospesa nel tempo della villa in una serie di scatti pubblicati ora in un libro dalla giovane casa editrice indipendente milanese Lenz.
L’artista, che ha soggiornato per una settimana nella villa, si è concentrato sui dettagli della casa, riuscendo a coglierne il silenzio. L’intento di Restiffe non era quello di mostrare le stanze nella loro interezza, quanto di soffermarsi sugli oggetti e i ritratti appartenuti a coloro che hanno abitato la casa, di cui si percepisce l’assenza. Gli affreschi di Cocteau compaiono sullo sfondo quasi come una scenografia, non sono loro il soggetto principale dell’artista. Uno stile fotografico che vuole suggerire più che raccontare, che vuole evocare uno sguardo, un pensiero.
Un approccio intimista che caratterizza tutta la produzione di Restiffe, sempre interessata all’architettura, in particolare a quella modernista. Ma non è tanto l’edificio in sé che appassiona l’artista, quanto la traccia dell’uomo al suo interno, la storia – sia essa pubblica o privata – alla quale l’architettura fa da palcoscenico, mentre l’artista si sofferma a raccontare il punto di vista personale. Lo ha già dimostrato fotografando altre case private come quella di Carlo Mollino a Torino o gli appartamenti della Aveniva Paulista, in cui ha indugiato sui dettagli che rivelano ciò che è successo nell’ambiente più che il suo insieme, scegliendo il bianco e nero e la granulosità che rendono l’immagine atemporale. Una fotografia che rimanda al cinema e alla letteratura, che non intende descrivere lo spazio fisico, bensì a restituire l’esperienza di vivere al suo interno. Uno spazio interiore.
Titolo: Mauro Restiffe: Santo Sospir
Editing: Stefano Cernuschi
Testo: Célia Bernasconi
Design: Studio Temp
Casa editrice: Lenz Press, Milan
Anno di pubblicazione: 2021
All images © Mauro Restiffe