L’art de vivre à la française: 60 anni per Roche Bobois
Dagli anni '60 a oggi, tra pezzi iconici e innovazione, il brand francese continua a parlare con il mondo. E guarda al futuro, nel nome della sostenibilità.
Una storia di due famiglie parigine, concorrenti, ma accomunate da una grande passione: quella per i mobili scandinavi. Durante una visita alla Fiera di Copenaghen, nel 1960, i Roche – che nel 1950 avevano fatto del Grand Théatre Parisien, fondato nel 1865 da Alessandro Dumas in Rue de Lyon, il loro negozio – e i Chouchan – che vendevano arredi all’"Au Beau Bois" (poi Bobois), in Boulevard Sébastopol – scoprono le linee essenziali e pure degli arredi scandinavi e se ne innamorano a tal punto da volerli fare entrare nelle case dei parigini. Da questo comune amore e da quest’intento nasce, così, la Roche Bobois che, nel giro di un anno, lancia sul mercato il suo primo catalogo a doppia firma e crea una nuova forma di vendita a livello nazionale, il franchising.
Con il 1961, les jeux son faits: il brand Roche Bobois fa il suo gran debutto nel mondo dell’arredo grazie anche a un’intensa e capillare campagna pubblicitaria sulle pagine della rivista Elle. Il successo è immediato e l’intuito di unire, forze, competenze, nonché i due cognomi, si concretizza in uno straordinario risultato di vendite.
Con l’evoluzione dello spazio e delle abitudini domestiche, che negli anni ’70 derivano dall’ingresso trionfante della televisione nelle abitazioni, il divano acquista un’importanza fondamentale. Ed è proprio su questo nuovo arredo-must che il lungimirante marchio punta: la collezione Les Contemporains si rivelerà un pieno successo imponendo Roche Bobois quale leader di mercato nel settore degli imbottiti, con le sue proposte modulabili, adattabili e dotate di tessuti esclusivi e, per la prima volta, in pelle.
Passo successivo dell’azienda, sempre attenta all’evoluzione sociale, è quello di improntare la produzione sulla reinterpretazione del mobile tradizionale francese, dietro la spinta delle molte richieste di arredo delle seconde case. Negli anni ’90, Roche Bobois si fa così interprete della nuova tendenza di mescolare più stili, attraverso la scoperta e diffusione del mobile etnico: la collezione Voyage, di quegli anni, evoca volutamente mondi lontani e fantastici.
In quegli anni, il brand continua a crescere e apre una serie di punti vendita nel mondo: una rete internazionale in continuo sviluppo – a oggi si contano 255 negozi –, creando una partnership sempre più ricca con designer, architetti e creativi. Per celebrare i cinquant’anni di attività e di successo internazionale – nel 2010 – inizia una proficua collaborazione con lo stilista Jean Paul Gaultier, enfant prodige e icona dell’alta moda francese, il primo a elevare la moda di strada a lusso sfilando a Les Halles, negli anni Ottanta, tra i quartieri più malfamati di Parigi. Anche un importante volume a firma del noto giornalista e scrittore Philippe Trétiack incornicia su pagine patinate il mezzo secolo dei mobili e complementi Roche Bobois, ambiziosi e funzionali al tempo stesso, che rispondono a un’idea precisa di design: il design à vivre che contraddistingue la Maison. Seguiranno poi, negli anni, collaborazioni con altri grandi nomi della moda da Missoni a Christian Lacroix Maison a Kenzo Takada.
I sessant’anni di attività, che cadono in questo 2020, sono invece stati celebrati con Bombom, una collezione di divani e accessori disegnata dall’artista Joana Vasconcelos, portoghese ma parigina di nascita, prima donna e artista più giovane a essere stata invitata a esporre al Palazzo di Versailles nel 2012. Una collezione energica, ottimista e colorata, che riflette sulla scala e sul cromatismo degli oggetti, e che interpreta il doppio ruolo di creatività e di savoir-faire al quale Roche Bobois è da sempre legata.
I sessant’anni riassumono anche la collaborazione con grandi protagonisti del design: da Pierre Paulin, Marc Berthier e Olivier Morgue agli inizi, a Hans Hopfer negli anni ’70 con l’iconico divano Mah-Jong, contraddistinto da elementi componibili con sedute a raso terra, ancora oggi best seller, rinnovato nei suoi vari “vestiti”: ispirati agli antichi kimono del Teatro No, quelli di Kenzo Takada, a righe e zig zag multicolor quelli di Missoni e a tema marinaro, o con tatuaggi a motivi poetici e grafici quelli di Jean Paul Gaultier. Tra gli altri numerosi designer che hanno composto la scuderia creativa di Roche Bobois compaiono Stephen Burks, Massimo Iosa Ghini, Ora Ito, Jean Nouvel, Marcel Wanders, oltre alle principali case di alta moda, come Christian Lacroix Maison e le già citate Jean Paul Gaultier e Missoni.
Sempre al passo coi tempi, il brand riserva grande attenzione allo sviluppo di collezioni eco-concepite e al costante perfezionamento delle collezioni esistenti in chiave di impatto ambientale: elementi fondamentali di un percorso responsabile particolarmente caro alla filosofia aziendale, iniziato in maniera esplicita nel 2006 con la collezione Legend. Immerso sempre nel dinamismo della società, il marchio francese pone l’accento anche sul mondo digitale invitando i clienti a visualizzare in tempo reale e a personalizzare i prodotti di loro interesse per integrarli ad hoc nei propri spazi.
Culturalmente impegnata attraverso la partecipazione a molteplici iniziative culturali di livello internazionale, la Maison francese si identifica essenzialmente oggi in due macro-collezioni: Les Contemporains, espressione delle tendenze più attuali dell’arredo e decorazione d’interni, e il Nouveaux Classiques, ispirata invece alle linee dei mobili in stile, reinventati e reinterpretati.