Giovani designer in gioco per creare un futuro a misura d’uso
Ripensare gli articoli d’uso quotidiano o rimodellare gli oggetti d’utilizzo pubblico in chiave eco-sostenibile e accessibile. Undici affermati giovani talenti dicono la loro sul design democratico e interconnesso con la realtà
La progettazione a servizio dell’umanità. Il design che risolve disagi o frustrazioni con cui abbiamo a che fare quotidianamente. “Che cosa avreste voluto o vorreste fare diversamente” è la domanda che Madeleine Londene e Agnes Striegan, autrici dell’articolo, hanno fatto agli 11 designer interpellati. Per molti la scintilla creativa si è accesa in seguito a un fatto personale, un’esigenza immediata per la quale non trovavano soluzioni adeguate; un pettine per i capelli afro in Svezia o pannolini bio-degradabili, un veloce ed economico test-HIV o arredi per la comunità facilmente trasformabili in attrezzi d’allenamento. Ogni oggetto ha una sua vita. Prodotti nati da una propria esperienza o da un pensiero altruista. Per citarne alcuni; Luisa Kahlfeldt, che attualmente collabora con Konstantin Grcic, ritiene che “È liberatorio quando sembrano non esserci buone alternative a un prodotto. E fa bene avvicinarsi alla progettazione con un atteggiamento in qualche modo ingenuo. Così puoi contare su te stesso nel fare cose che non sono ovvie”. Paulien Nabben sostiene che i designer si dedicano troppo alla progettazione piuttosto che a voler capire il contesto a cui il progetto stesso è dedicato. Avere una visione più ampia e l’attenzione agli intrecci multidisciplinari, fare lavorare insieme i designer, costruttori e ingegneri con biologi, ecologisti e specialisti dedicati al benessere delle persone quali medici e psicologi, è atteggiamento imprescindibile per trovare la soluzione ottimale quando affrontano una sfida progettuale. Generazione futuro, il design che esige la nostra reazione. “Che sia disgusto, paura o vergogna, il design per me è valido se provoca una reazione” afferma Elissa Lacoste.
Crediti
Testo: Madeleine Londene con Agnes Striegan
Foto: courtesy Süddeutsche Zeitung Magazine
Magazine: Süddeutsche Zeitung Magazine
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