La città in 15 minuti
Il magazine The Good Life Italia, nel numero di novembre-dicembre, dedica un approfondimento al futuro dei centri urbani, pensati per offrire servizi a portata di mano e caratterizzati dal ripensamento dei negozi fisici tradizionali
«Città meno inquinate, più vivibili, più partecipate»: è il punto di arrivo di un’accelerazione dei cambiamenti del nostro stile di vita portata dalla pandemia, scrive l’autore Stefano Cardini sull’ultimo numero di The Good Life. Una rivoluzione che viene riassunta nell’idea della «città in 15 minuti», teorizzata dallo storico Carlos Moreno e applicata per la prima volta dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, «promuovendo nei quartieri servizi policentrici e facilmente raggiungibili a piedi entro il raggio di un chilometro», spiega Cardini. Effetto collaterale: che le merci vengano portate più velocemente possibile sotto casa o direttamente sul pianerottolo.
Nel nostro Paese, la realtà è molto lontana da questo ideale: secondo l’Istat solo un italiano su 10 va al lavoro a piedi, il 75% usa l’auto, il 21% i mezzi pubblici e il 4% la bici o il motorino. Insieme a questi numeri vanno letti quelli legati alle vendite al dettaglio: se da una parte in Italia tra il 2021 e il 2020 hanno chiuso 77mila negozi, con una riduzione del 15% nei centri storici (dati Confcommercio), dall’altra le vendite online sono cresciute del 45% (dati dell’Osservatorio e-commerce del Politecnico di Milano) e il 71,7% delle famiglie durante il lockdown ha fatto acquisti online (dati Censis). «È tempo di retailtainment», scrive Cardini: «Una strategia di vendita che coinvolga il cliente ludicamente».
È tempo anche di spesa online on-demand, con servizi di consegna a domicilio in 10 minuti: un fenomeno in continua crescita, come pure la logistica di prossimità, che va oltre l’alimentare, o iniziative come i “distretti commerciali” in cui i negozi di quartiere fanno rete, anche digitalmente: è una delle strategie con cui il piccolo commercio reagisce alla sua crisi e in Italia si vede soprattutto in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto.
In questo contesto si inserisce il declino dei grandi centri commerciali, che lasciano spazio o a piccoli negozi cittadini magari aperti 24/7 o a punti vendita più aperti, come per esempio l’Apple Store in centro a Milano: «un negozio ma anche uno spazio che dialoga con la piazza dove passeggiare, sedersi, mangiare, intrattenersi», spiega Fabio Fulvo, responsabile marketing, innovazione e internalizzazione di Confcommercio-Imprese per l’Italia, intervistato sul tema.
Crediti
Testo originale: Stefano Cardini
Foto: Jacopo Rosati
Magazine: The Good Life
Editore: Feelgood 1986 S.r.l.