Maria Cristina Didero: “La sostenibilità è contagiosa”
Direttore curatoriale di Design Miami/ 2022, consulente e autrice freelance da sempre, Maria Cristina Didero non lascia spazio a equivoci: “Si può fare di più, anzi si deve”.
“Dovremmo smettere di avere grandi conversazioni, ma fare qualcosa di concreto. Abbiamo ormai sviscerato il tema della sostenibilità, ora è il tempo di avviare azioni concrete. Sono contenta che ci siano talk e simposi, serve parlarne. Ma dopo la parola, bisogna agire” - racconta Maria Cristina Didero, che a giugno, durante la 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano, ha tenuto la talk “Sustainability: three different episodes”.
“We need to move on from the conversation. Cerchiamo di fare delle cose che producano un passo avanti. C’è la tecnologia, anche l’innovazione sta facendo tanto, se solo applicassimo quello che è stato studiato fino ad ora chissà dove saremmo”.
Come dimostra il mio approccio curatoriale, per me arrivano prima le persone. Adesso stiamo attraversando un dramma sociale senza precedenti, con un divario che produce sempre più disuguaglianze. Dobbiamo partire da lì.
Daan Roosegaarde, pensatore creativo, artista, innovatore e sviluppatore di progetti sociali che esplorano il rapporto tra persone, tecnologia e spazio, ha realizzato un progetto sui fuochi di artificio sostenibili, a dimostrare che anche operazioni più leggere, in grado sollevare l’umore dopo questi duri anni, possono essere progettate anche senza danneggiare il pianeta. Questo argomento si rifà al tema del Design Miami/ di quest’anno, The Golden Age, che in sintesi racconta di come dopo una grande crisi innovazioni e scoperte possono subire grandi accelerazioni. Daan Roosegaarde si è confrontato con tanti altri progetti legati alla comunità e a necessità primarie. Il messaggio è fondamentale: l’unione fa la forza. Poi Victoria Siddall è co-fondatrice e trustee del Gallery Climate Coalition e anche direttore non-esecutivo di Frieze, presidente e trustee di Studio Voltaire, Co-Fondatrice. Questa organizzazione cerca di mettere insieme gallerie e musei, riuscendo a riciclare, riusare, ad abbattere costi di allestimenti, trasferimenti grazie alla condivisione. Eva Feldkamp, fondatrice e direttrice di All in Awe, genera opportunità creative con un impatto sociale e ambientale positivo: la sua missione è, infatti, progettare un sistema che colleghi i grandi creativi a enti di beneficenza, organizzazioni no profit e settore pubblico così che anche chi ha un budget limitato possa usufruire delle grandi menti e accedere a una qualità di un certo tipo. E il bello è che funziona. È stata coraggiosa, io ho un debole per chi ha coraggio.
Per fortuna qualcuno crede ancora che questo mondo abbia bisogno di menti lucide per risolvere problemi. Sono certa che l’unione e la condivisione possano cambiare le cose, ma serve anche un approccio diverso. Il designer è più ottimista perché sa che può lavorare, può metterci le mani, cerca una risposta o anche una domanda. Io sono ottimista, alla fine siamo tutti figli di Michelangelo... Per quanto abbiamo danneggiato il nostro pianeta, siamo capaci di grande intuito, innovazione e capacità.
Tanto, anzi è fondamentale. È la disciplina più alta, l’unica che davvero può cambiare le cose. È necessario varare delle leggi, avvalersi di chi sappia fare le cose, di professionisti e cercare di facilitare chi si sta impegnando concretamente nel cambiamento. Purtroppo, esiste la politica ma anche l’economia…
A Design Miami/ cerchiamo di sensibilizzare la sostenibilità dei materiali degli allestimenti, che siano riciclabili e possano avere una seconda vita per quanto possibile. Ci proviamo certo. È solo una goccia nel mare, un piccolo contributo. Ma la sostenibilità un sistema virtuoso, può essere contagiosa.
TALK - Sustainability: three different episodes