Massimo Iosa Ghini
Ambasciatore del Made in Italy nel mondo, in quasi 40 anni di carriera ha progettato di tutto, da palazzi con facciate colorate fino a caraffe
Uno degli architetti e designer italiani rappresentante del Made in Italy nel mondo. Dal 1985 partecipa alle avanguardie dell’architettura e del design italiano, fondando il movimento culturale Bolidismo e partecipando al gruppo Memphis di Ettore Sottsass. Fonda la Iosa Ghini Associati nel 1990, attiva a Milano, Bologna, Mosca e Miami, con progetti per grandi gruppi e developer internazionali. Multidisciplinare, lo studio si occupa di progettazione di spazi architettonici residenziali, commerciali e museali, progettazioni di aree e strutture dedicate al trasporto pubblico, oltre al design di catene retail, sviluppando l’intero processo di creazione.
Nell'ambito del product e del furniture design collabora con le principali aziende italiane ed estere, quali Cassina, Duravit, Fiam, iGuzzini, Moroso, Poltrona Frau, Silhouette, Snaidero, Yamagiwa e Zumtobel. Molti suoi pezzi fanno parte di musei e collezioni private internazionali e hanno ricevuto riconoscimenti e menzioni, tra cui il Roscoe Award, USA, il Compasso D’Oro ADI, il Good Design Award del Chicago Athenaeum, l’IAI AWARD Green Design Global Award e l’IAI Awards, Shanghai, China, l’iF Product Design Award e il Red Dot Award, Germania. È stato docente all’Università La Sapienza di Roma; dal 2008 è adjunct professor al Politecnico di Hong Kong e, attualmente, insegna al dipartimento di architettura presso l’Università di Ferrara.
La Triennale di Milano nel 2013 ha festeggiato i suoi 30 anni di carriera con un’antologica, riproposta poi al MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna l’anno successivo.
Iosa Ghini, nominato Ambasciatore del Design Italiano e del Red Dot Network, Socio Effettivo del Comitato Leonardo e dell’Accademia Clementina di Bologna, nel 2015 ha ricevuto il Premio Marconi per la Creatività.
Un settore in forte accelerazione, quasi a sorpresa, è il residenziale dove certamente c'è un cambio di paradigma nella strutturazione concettuale dell'appartamento o della casa indipendente. Quello che è accaduto è che l'attività professionale, l'attività lavorativa, è entrata all'interno dell'abitazione: lo smart working. È entrata, ed entrerà parzialmente all'interno della casa, anche un'attività educativa che coinvolge i giovani, ma anche l'aggiornamento professionale e, dunque, tutta la famiglia: queste, sostanzialmente, sono due funzioni nuove che determineranno, nei prossimi mesi, un coefficiente di separazione più pronunciato tra i vari ambienti. Dobbiamo sottolineare che, da un punto di vista progettuale, sarà necessario un grosso intervento in funzione di queste nuove esigenze. Questo vuol dire che certamente ci sarà l’urgenza di nuove progettazioni e che sarebbe auspicabile un provvedimento dello stesso tenore del decreto cosiddetto del 110% inserito all'interno del decreto rilancio, che attualmente insiste esclusivamente sui condomini per una loro messa in efficienza e sulle abitazioni private singole, mentre ci sarà il bisogno di dare una potente spinta a questi adattamenti e trasformazioni nella stessa ottica di efficientamento energetico e di adattamento alla sostenibilità ambientale. Questo cambio di paradigma agirà in maniera forte sui sistemi di arredo, creando zone office separate e distribuite all’interno della casa, ciò vuol dire una riprogettazione dei concept d’arredo sostanziale. La cucina potrebbe essere il raccordo tra le due aree dove l’attenzione all’igiene delle superfici e alla sanificazione sarà massima. L’illuminazione potrà avere un ruolo nel mantenere basse le cariche virali, così come sarà fondamentale l’aeraulica sia in cucina che nell’impianto complessivo degli appartamenti/case. Reintroduzione delle zone ingresso, zone filtro, nelle quali faremo soste per cambiarci calzature e quanto altro prima di entrare nel cuore della casa. Sostenibilità ambientali, bassi consumi, sistemi di climatizzazione virtuosi devono permettere una apertura dell’abitazione verso l’esterno. L’outdoor con i relativi sistemi di arredo è sempre più un’area necessaria nella nostra abitazione con terrazzi, porzioni di giardino, orti e serre.
Se le città italiane, come negli ultimi anni ha fatto Milano, sapranno rinnovarsi e offrire la modernità inseguendo gli eventi storici, credo che saranno le città migliori in cui il progetto possa esprimere la sua capacità di migliorare la vita delle persone mantenendo cultura, qualità della vita e piacere del vivere. Gli spazi condominiali che abbiamo creato a Miami, come fitness, wellness, swimming pool e cinema hanno una gestione mirata e consentono una perfetta gestione del distanziamento sociale e della sanificazione, compreso il controllo degli accessi per appartamento.
Il concetto di città si è evoluto negli anni. Attualmente i centri urbani producono circa l’80% del PIL mondiale, una quota che probabilmente continuerà a crescere. Tuttavia, la pandemia di Covid-19 trasformerà il modo di costruire le città, nonché le abitudini di vita e di lavoro dei suoi abitanti. Per trarre il meglio dalla recessione in atto, dobbiamo considerarla come un’opportunità per risolvere le problematiche che da tempo affliggono l’ambiente urbano. Le periferie evidenzieranno un’ulteriore crescita. Le famiglie con bambini piccoli, per esempio, potrebbero scegliere di trasferirsi nei sobborghi urbani, soprattutto se il lavoro flessibile prenderà piede e non sarà quindi più necessario affrontare ogni giorno lunghi tragitti per recarsi in ufficio. Le città dovranno armonizzarsi con le campagne, ci sarà più attenzione alla progettazione dei “bordi” urbani e un potenziamento e necessaria intersecazione armonica tra verde e costruito. Al contempo, il passaggio a forme di mobilità più ecologiche (spostamenti a piedi o in bicicletta) ridurrà l’importanza della vicinanza alle fermate dei mezzi pubblici. In particolare, il ricorso alle biciclette elettriche può rendere diverse location, vicine al centro, più accessibili e quindi più attraenti. È necessario dunque essere consapevoli dei cambiamenti che la società ci richiede e attuarli in un’ottica di maggiore benessere per tutti.
Col tempo, l’esigenza di lavorare da casa alimenterà la richiesta di spazi professionali interni alle abitazioni. Sarà quindi necessaria una progettazione adeguata che garantisca più spazio e luce. In futuro, negli annunci immobiliari il numero di postazioni di lavoro potrebbe acquistare la stessa importanza del numero di camere da letto. Il co-living rimarrà in auge, soprattutto per ragioni finanziarie, ma sarà incentrato su spazi e tecnologie. La casa dovrà consumare meno, nel progetto si dovrà badare al benessere e in parallelo a utilizzare tecniche e tecnologie che permetteranno consumi più bassi, più in armonia con l’ambiente. Il processo progettuale costruttivo dovrà essere circolare anche nella scelta dei materiali.
Durante il lockdown molte aziende hanno sperimentato lo smart working, e ormai si è diffuso il concetto del lavoro a distanza che andrà oltre l’emergenza coronavirus e sarà incorporato alla progettazione futura delle abitazioni. In futuro le due realtà, residenziale e spazio ufficio, saranno inscindibili: progettare una casa che comprenda l’angolo lavoro entrerà nel modus operandi di un architetto e designer. Uno spazio dove progettare, creare, lavorare, dedicato allo smart working.
A volte vengono idee di progetto che con filtro analitico hanno vita breve, altre che sono più perduranti e alla fine di questo lavoro di filtraggio qualcosa rimane. Si vorrebbe andare verso l’universale, l’assoluto, il senza tempo in una continua ricerca. Sono convinto che la sfida dei prossimi anni sia riuscire a mantenere la capacità di proporre step evolutivi senza farsi soggiogare dall’enorme macchina di banalizzazioni che può essere espressa attraverso il web. Credo nel ruolo dell’interprete di istanze sociali ed estetiche che non è solo di ascolto, ma anche capacità di esprimere un proprio punto di vista.
Come dicevo sopra, siamo nel pieno della civiltà del noi. La condivisione è giusta, è necessario perseguirla purché non diventi un alibi di perenne conversazione che può non avere lo scopo di migliorare le cose. Per questo ai giovani raccomando il coraggio delle idee insieme a un misurato tatticismo.