Olimpia Zagnoli: “Resilienza è un sinonimo di donna”
Disegnerebbe Greta Thunberg come un fiore e per lei essere resiliente coincide con l’essere donna. È un’illustratrice libera, Olimpia Zagnoli, come le figure femminili che disegna, sempre positive, morbide, coraggiose.
Capelli ricci, occhiali tondi e un’aria sbarazzina. Questa è, dal fuori, Olimpia Zagnoli, esponente di punta di quella new wave dell’illustrazione italiana che ha ormai conquistato il mondo. Dentro, invece, la immaginiamo come un turbinio di linee, forme e colori. Trentasette anni, milanese, una famiglia decisamente creativa – madre pittrice, padre fotografo, sorella costumista –, una predilezione spiccata per figure e tinte audaci e una passione, a tratti ironica, per oggetti insoliti. Attitudini che le hanno valso un percorso creativo internazionale travolgente, portandola ad approcciare molteplici settori, dall’editoria alla moda, dalla comunicazione all’arte, dando vita a immagini ricche di fantasia, giocose e brillanti. Le sue sono illustrazioni “positive”, vitali e vivide, segno di un estro sempre in cerca di nuovi linguaggi e occasioni di espressione. Olimpia racconta storie, con intelligenza e curiosità, che sanno di quotidiano, domestico, familiare. E considera il colore, l’essenza e non solo l’atmosfera o il decoro di queste storie. In questo questionario proustiano, ci svela che da piccola voleva fare l’inventrice e che tra i suoi maestri ci sono Bruno Munari, Altan, Charlotte Perriand.
Come ti presenteresti a chi non ti conosce? Piacere, Olimpia.
Il tratto principale del tuo carattere? L’incapacità di trattenere un pensiero per più di quattro secondi consecutivi.
Cosa sognavi di fare da grande? L’inventrice.
C’è stato un incontro, un evento o una persona che ha avuto un impatto determinante sul tuo percorso? Da piccola ho visto Altan disegnare alla Libreria dei ragazzi a Milano e sono rimasta catturata dalla disinvoltura della sua mano.
Come alimenti la tua creatività? Trovo interessanti cose che non lo sembrano.
Cos’è la felicità per te? Acqua frizzante a mezzanotte.
Il creativo che potresti definire tuo Maestro? Bruno Munari.
Chi sono i tuoi eroi immaginari? Charlie Brown.
Un eroe nella vita reale? Di questi tempi ci si accontenta di poco.
La sfida più difficile che hai vinto? Svegliarmi alle sette questa mattina.
Cosa accomuna i tuoi amici? Non essere chirurghi.
Vorresti una casa, un interno, un tuo spazio disegnato da …? Charlotte Perriand, bien sûr.
Raccontare con le immagini è più difficile che farlo con le parole? Per me no, anzi.
Se le tue “ragazze” fossero reali, come sarebbero? Libere.
Less is more? Sometimes.
Definisci la tua generazione. Nostalgica.
Il tuo colore preferito? Oggi, il giallo pallido.
Digitale o reale? Entrambi.
La serie TV che non vorresti mai vedere finire? Noel Fielding’s Luxury Comedy.
Tre libri da portare su un’isola deserta? Da lontano era un’isola - Bruno Munari; L’isola di Arturo - Elsa Morante; L’isola del tesoro - Robert Louis Stevenson
La colonna sonora della tua vita sarebbe interpretata da...? The Shaggs.
L’oggetto del cuore? La borsa dell’acqua calda.
Il luogo del cuore? Camogli.
La tua idea di resilienza? Essere una donna.
Cosa fai per essere “sostenibile”? Tutto il possibile.
Come disegneresti Greta Thunberg? Come un fiore.
Un progetto che abbracceresti subito? Disegnare una collezione di piastrelle.
La rivista a cui non hai ancora “regalato” una delle tue illustrazioni ma che vorresti tanto tra i tuoi committenti? Interview.
Cos’è il talento? Una fortuna.
Il tuo motto della tua vita? Non l’ho ancora trovato (non lo cerco).