“À table”: il nuovo Serpentine Pavilion di Lina Ghotmeh
Dalla sostenibilità all’“Archeologia del futuro”: il punto di vista di Lina Ghotmeh
“À table”, è il titolo del nuovo padiglione della Serpentine Gallery ideato dall'architetto libanese di origine parigina Lina Ghotmeh legato al concetto di sostenibilità e riutilizzabilità della struttura, finanziato per il nono anno consecutivo dalla Goldman Sachs. L’architetto ha raccontato il suo punto di vista sul significato e la realizzazione di questo importante progetto.
“À table è un invito a convivere nello stesso spazio e attorno allo stesso tavolo. Un incoraggiamento ad entrare in dialogo, a pensare al modo di ristabilire il nostro rapporto con la natura e la Terra. Uno spazio celebrativo, una struttura modesta inserita in un'atmosfera che ricorda le capanne Toguna del popolo Dogon in Mali, dell'Africa occidentale, pensata per riunire in discussione tutti i membri di una comunità. Un’opportunità per riflettere su come potremmo vivere in modo più sostenibile”.
Mettendo al centro appunto la natura il Padiglione, realizzato interamente in legno, è un omaggio ai Kensington Gardens, realizzato con materiali biologici a basso contenuto di carbonio in linea con la politica della Serpentine per ridurre l'impatto ambientale. Ghotmeh ha sottolineato l’importanza della conoscenza dei materiali utilizzati e delle risorse disponibili inseriti nell’ottica di un concetto di design del tutto originale: “Riguardo il design del padiglione mi sono ispirata alla natura circostante, la struttura appare come uno scheletro, le nervature in legno di provenienza sostenibile sono disposte per sostenere un tetto plissettato sospeso. Riprendendo le strutture delle foglie degli alberi, il Padiglione abbraccia la natura del parco in cui emerge, ricordandoci le molte vite che sbocciano sotto i nostri piedi. Le linee concave del suo perimetro sono disegnate in base alle forme dei fusti e alle chiome degli alberi adiacenti. Costruire con il legno significa costruire una struttura pensando alla fase di progettazione, ma anche al riutilizzo e alla scomposizione”.
Tramite il suo studio Lina Ghotmeh - Architecture a Parigi, l’architetto sviluppa progetti di contaminazione tra architettura, arte e design, su scala globale. Il suo lavoro innovativo rivela un approccio trasversale e multidisciplinare all'architettura per un futuro sostenibile attraverso un processo di ricerca storica definita “Archeologia del Futuro”. Affermando il suo punto di vista in merito a quest’ ultimo concetto Lina Ghotmeh ha affermato che: “Si tratta di un'etica del lavoro, una metodologia di sviluppo del design che traccia parallelismi tra l'archeologia come processo e il progetto architettonico. Vedo nell'archeologia una forma di ricerca, un processo vicino alla terra che abbraccia le tracce del passato delle nostre civiltà. Un Archeologo è alla costante ricerca di indicazioni, narrazioni della nostra storia e della nostra cultura. Vedo l'Architettura, in modo equivalente all'archeologia, indissolubile dal suo ambiente. Nella mia pratica di architetto, scavo per progettare e imparare dalle impronte del passato e ascolto le voci dei miei antenati così come quelle del nostro mondo attuale”.
Nel corso degli anni il nuovo Serpentine Pavilion si è evoluto come piattaforma pubblica, artistica e partecipativa per i programmi innovativi, sperimentali e comunitari della Gallery. Per tutta l'estate diventerà una piattaforma per il programma che presenterà Park Nights, un luogo interdisciplinare per incontri dal vivo di musica, poesia, e danza, che si svolgerà parallelamente alle attività educative della Serpentine. Selezionata dalla European Architects Review come uno dei 10 “Visionary Architects for a New Decade”, Lina Ghotmeh ha vinto premi tra cui il Premio Cardin dell'Accademia francese di belle arti nel 2019, il Premio Tamayouz “Woman of Outstanding Achievement” nel 2020, ed il prestigioso Premio di Architettura della Fondazione Schelling nel 2021.
Parlando infine dei suoi progetti futuri, Ghotmeh conclude accennando alla sua ultima sfida: “Ho appena consegnato i nuovi laboratori Hermès in Normandia, un primo edificio a basse emissioni di carbonio in Francia, si tratta di un progetto altamente ecologico attraverso il quale volevo fare in modo che l'ecologia andasse di pari passo con la bellezza e la poesia. L'architettura offre sempre dunque una possibilità per spingersi oltre i confini”.