Tra hard e soft, la tecnologia si amalgama e ispira l’arredo
L’edizione 2023 del Salone del Mobile.Milano ritorna nel suo periodo consueto, e offre un’istantanea di come tecnologia e arredo si fondino e si influenzino a vicenda per creare soluzioni utili, intelligenti e inaspettate
Il Salone del Mobile 2023 ha aperto le sue porte ad aziende e visitatori e come di consueto offre una fotografia di quali saranno le tendenze per il futuro e di come il settore del mobile e dell’arredo siano terreno fertile per la ricerca e l’utilizzo di nuove tecnologie. Se la tecnologia cambia gli stili di vita, l’arredo si adatta a questo cambiamento: gli spazi non hanno più confini, lo spazio domestico diventa ufficio provvisorio e lo spazio di lavoro diventa caldo e accogliente come quello dell’ospitalità. Amalgamandosi e utilizzata nell’ambiente domestico, la tecnologia viene addomesticata e diventa lentamente un aspetto del vivere quotidiano.
Anche se non è facile identificare categorie quando si parla di tecnologia, che per sua stessa natura è un termine molto ampio, due sono le direzioni che si notano quest’anno girando per la fiera. Se da una parte si incontra tecnologia tangibile, presente con l’utilizzo di dispositivi e sensori, una tecnologia per così dire hard, dall’altra parte si nota una presenza soft in cui il digitale e gli aspetti tecnologici diventano ispirazione e mezzo progettuale.
La presenza hard della tecnologia
Innesto, un termine preso dalla botanica e dall’agricoltura, bene indica la tendenza immediatamente visibile quando si visitano di padiglioni di quest’anno del Salone del Mobile. Il concetto è abbastanza semplice: aggiungere agli arredi parti e componenti di tecnologia per renderli capaci di trasformare lo spazio dell’abitare che diventa polimorfo e polifunzionale.
Alcune volte sono soluzioni semplici per svolgere piccole funzioni, altre invece sono interventi complessi che rendono gli arredi oggetti nuovi da scoprire. Ecco allora che Adrenalina presenta quest’anno al Salone del Mobile, arredi che innestati di piccole tecnologie analogiche, creano passepartout capaci di adattarsi a momenti ed esigenze diverse. E Passepartout è il nome del sistema disegnato da Debonademeo, divano, poltrona e pod con stazioni di ricarica, luci e superfici per il lavoro.
Lo stesso principio applica Bla Station, che con il suo sistema BOB Solo, disegnato da Thomas Bernstrand e Stefan Borselius, creano un arredo che come un coltellino svizzero, contiene all’interno attrezzi e appendici che danno vita non più ad un oggetto ma un vero e proprio spazio. Ruote, maniglie, lampade, piani per ricarica wireless fanno di BOB Solo il perfetto compagno per lo smart working.
Caimi Brevetti crea arredi in cui l’innesto tra la tecnologia dei propri tessuti fonoassorbenti da quest’anno in ECONYL, fibra di nylon riciclata, si fonde ad oggetti di uso quotidiano creando arredi ibridi. Lucrezio è il tavolo fonoassorbente disegnato da Caimi Lab e Integral invece è un pannello fonoassorbente che innesta una fonte di luce a led per arricchire le possibilità d’uso.
Se l’innesto tecnologico è funzionale alla creazione di nuovi spazi e rituali, diventa particolarmente utile quando parliamo di sostenibilità. Confermando la sua attitudine alla sperimentazione e all’attenzione per le problematiche ambientali, Gessi quest’anno presenta VITA: un innovativo sistema di erogazione dell’acqua completamente digitale. Con la possibilità di azionarlo oltre che dal suo schermo touch, anche da app e tramite comando vocale, VITA può erogare acqua liscia o frizzante, calda o fredda e con la possibilità di memorizzare una serie di livelli di quantità dalla tazza alla borraccia.
Il tocco soft del digitale
Con un approccio più soft, la tecnologia è anche sullo sfondo di molti dei brand e dei prodotti che quest’anno sono presenti a questa edizione del Salone del Mobile.
A partire dalla progettazione degli stand e alla presentazione dei nuovi prodotti, molti sono i riferimenti a mondi digitali, eterei, come a voler rendere fisico uno spazio digitale progettato per il Metaverso. Roche Bobois presenta la nuova collezione Bombom disegnata dall’artista Joana Vasconcelos. Layer colorati 2D e 3D creano tappeti, tavolini e sedute per dare vita ad uno spazio morbido, colorato e lucido come sullo schermo digitale di un dispositivo, il tutto presentato in uno stand che sembra una foto di Instagram o perfetto per essere fotografato. E di un futuro proiettato al massimalismo parlano i prodotti e lo stand di Visionnaire, in cui materiali preziosi e forme futuristiche si fondono per creare spazi inediti con forme curve, tagli di luce e superfici lucide.
Anche Driade decide di mettere in scena e presentare i propri nuovi prodotti all’interno di un tunnel di colori da attraversare per conoscere tutte le novità di quest’anno. Uno spazio che sembra uscito fuori da un videogioco e che prima di pensarci è già fotografato e postato. A questa visione fa eco al contrario lo stand e il motto di Kristalia “la realtà è molto più interessante”, che mette in scena momenti veri, lontani dalle foto e dai video dei social quasi ad indicare un ritorno ad un reale imperfetto ma che fa casa e domestico. Alias invece utilizza la tecnologia per celebrare i suoi prodotti iconici, e così Laleggera di Blumer viene sezionata in modo digitale attraverso schermi e proiezioni mentre Spaghetti e Frame creano luoghi futuristici da 2001 Odissea nello spazio.
E se da una parte la tecnologia ispira le atmosfere degli stand e dei prodotti, entra a gamba tesa nella progettazione quando parliamo di Intelligenza Artificiale. Kartell presenta quest’anno per la sua collezione A.I., due nuovi prodotti: A.I. Lounge e A.I Console, entrambe disegnate da Philippe Starck con l’aiuto di un algoritmo d’intelligenza artificiale. Le ormai famose linee della famiglia progettuale, si sposano quindi oggi con la comodità di una nuova poltrona e l’utilità di una consolle. Particolarità? Un piedino viene fuori dalla gamba singola della consolle, un segno distintivo di un intervento umano a ricordare i piedi zoomorfi di Christopher Dresser, primo designer a scontrarsi già a metà del 1800 con il dualismo tecnologia-creatività umana. E da un’intelligenza artificiale sembrano progettate le nuove poltrone Twain di Magis disegnate da Kostantin Grcic in collaborazione con Hella Jongerius. Una poltrona che guarda alla sostenibilità ma che sembra un’immagine creata da un algoritmo di intelligenza artificiale: gambe in legno massello tenute insieme da cinghie e cricchetto, braccioli in pelle e seduta e schienale in quattro strati diversi di tessuto.
Anche quest’anno dunque il Salone del Mobile.Milano si dimostra la vetrina perfetta in cui cogliere le novità di oggi e le sorprese del prossimo futuro per leggere come l’arredo e l’ambiente domestico stiano cambiando plasmando e facendosi plasmare dalle tecnologie.