Da oltre 30 anni John Pawson CBE (Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico) porta avanti il suo progetto di architettura, rigorosamente semplice, capace di riflettere i fondamentali e dimostrare umiltà al tempo stesso. I suoi lavori spaziano in termini di scala e tipologia, dalle case private ai luoghi di culto, dagli hotel alle gallerie e ai musei, passando per scenografie di balletti, interni di yacht e un ponte su un lago.
Se la maniglia di bronzo di Alvar Aalto è stata descritta come “la stretta di mano di un edificio”, anche il lavoro di Pawson è fortemente caratterizzato da un senso di coinvolgimento con l’essenza filosofica dello spazio attraverso tutto ciò che è percepibile alla vista o al tatto. Il suo metodo si basa su un approccio sempre identico, che si tratti di un edificio o di una commessa di design, in ragione del fatto che “è tutta architettura”.
Che la dimensione sia quella di un monastero, di una casa, di una padella o di uno spettacolo teatrale, infatti, tutto viene ricondotto a un set di considerazioni su massa, volume, superfici, proporzioni, giunti, geometrie, ripetizioni, luci e rituali. Così, anche un oggetto modesto come una forchetta può diventare il veicolo di idee molto più ampie, sul modo in cui viviamo e ciò a cui diamo valore.
