12 libri di design e architettura per 12 mesi
Una selezione di volumi che vale la pena leggere per tutti gli amanti del mondo del progetto
Sono 12 i libri consigliati per l’anno che sarà. 12 come i pensieri che condividono, e 12 come le storie in cui ci consentono di entrare. Ci sono i ritratti di donne ‘antieroiche’ raccolte nella collana Oilà curata da Chiara Alessi per Electa, e c’è il corpo, quello che il saggista, psichiatra e psicoanalista italiano Vittorio Lingiardi riporta al centro di tutte le scene del contemporaneo. C’è il suo movimento, quello tracciato dalle zattere, metafore progettuali sulle quali si è ancorata la riflessione di Francesco Faccin per Corraini Editore, e c’è lo Zibaldone romano, atlante di Campo, che mappa percorsi per ridisegnare i confini della disciplina madre, ovvero l’architettura. L’architettura che Ukko de Ukki spiega ai bambini è ‘bella se porta speranza’ e si fa testimonianza quando, come accade nei reportage di Giovanna Silva ed Emila Giorgi, svela culture ancora inaccessibili. Come suggerisce Giulia Ceriani, dottore in scienze del linguaggio, stretti tra l’insignificanza e l’insensatezza dei tempi che stiamo attraversando, occorre invertire la rotta. Occorre tornare al senso (perso) delle cose, ad esplorare tra le pieghe dell’anima e dei bisogni, a indagare, per poi negoziare nuove forme di consumo e di progetto, ancor più attenti al Pianeta. Come fanno Ferreol Babin e Matteo Ward, fuoriclasse che rompono gli schemi, del design e della moda, o come si legge in certe pagine: quelle di Antonio Monda, che nell’incontro riscopre il valore della relazione, e quelle condivise da Stefano Boeri e Amos Gitai, che nel dialogo generativo si scoprono, per tornare alla parola. Al suo valore più intimo e silenzioso.
OILA’ (collana Electa)
’Una tenda appoggiata sugli scogli’ e ‘un luogo che favorì i giorni più felici, con assoluta autonomia e contemporaneamente con la gioia di essere insieme’, ‘uno spazio condiviso’, ‘ma anche stanze per maturare indipendentemente’. E’ così che Cini Boeri, raccontata da Cristina Moro, progetta la casa per la sua famiglia, in Sardegna, sull’isola di La Maddalena. Con Francesca Alinovi e Irene Brin, sono le nuove protagoniste della collana Oilà, in libreria dal 12 novembre 2024. Curata da Chiara Alessi per Electa, con progetto grafico di Leonardo Sonnoli, la serie di queste brevi biografie 'antieroiche' di donne e professioniste del secolo scorso (artiste, progettiste, scienziate, scrittrici…), nasce con l'obiettivo di liberare le protagoniste sia dal ruolo di regine sia da quello di vittime, presentando sotto una lente di ingrandimento storie universali e particolari di lotte.
UKKO de UKKI (Collana ed. Corraini)
Lo statement dice tutto: l’architettura, tra tutte le arti, è la più grande, di questi tempi la più importante. E ancora: “L’architettura è bella se porta speranza, idee e lungimiranza per un nuovo mondo” ci dice Ukko de Ukki, invitandoci a riflettere sull'importanza di costruire un futuro migliore, mattone dopo mattone. Ukko de Ukki è la coscienza di Michele De Lucchi, nonché la protagonista de ‘L’Architetto’. Insieme a ‘Idee in rima’ e ‘Ma tu chi sei?’, i libercoli sono un viaggio nel mondo del progetto visto con gli occhi del Maestro Italiano: illustrazioni e rime sono il suo modo di far scoprire, ai bimbi di ogni età, le meraviglie dell’architettura, le grandi sfide del presente e del futuro, e i cambiamenti che stanno mutando per sempre il volto del nostro mondo e delle nostre città. E in mezzo a tutto questo, riscoprire il ruolo dell'architetto come possibilità.
UNIVERSO SATELLITE. 25 anni di/ years of SaloneSatellite, a cura di Beppe Finessi (ed. Corraini)
“L’abbiamo sempre chiamato ‘Satellite’, ma nel corso del tempo è diventato un vero ‘Universo’”, scrive l’autore, “da quando Marva Griffin Wilshire l’ha pensato, progettato e inaugurato nel 1998”. Il volume è un omaggio alla dedizione e all’affetto della sua madrina e a un quarto di secolo di idee, incontri e innovazioni che sono atterrati in questo laboratorio per segnare il panorama del design contemporaneo. Sono oltre 1.200 le immagini, i documenti inediti e le testimonianze selezionati per restituire la complessità e la ricchezza di un progetto nato per dare voce ai giovani creativi e divenuto nel tempo un punto di riferimento globale. Dai primi prototipi agli oggetti entrati nella produzione industriale: ‘Universo Satellite’ supera la mera catalogazione per tracciare il percorso evolutivo di tanti designer oggi riconosciuti come protagonisti del settore e donarsi al pubblico. Una meravigliosa wunderkammer che si e ci stringe in un abbraccio collettivo per Marva Griffin Willshire.
FERREOL BABIN. Enigmatic Refractions/ Barbara Brondi & Marco Rainò (Quodlibet Studio.Design)
“Consapevolmente funzionali e poi emotivamente poetici, i suoi progetti si prestano a una lettura spesso ambivalente”, vale questo passaggio per intuire quanto il volume sia necessario. Gli oggetti progettati dal designer francese Ferréol Babin si inscrivono in una categoria tipologica originale, a cavallo tra manufatto arcaico e prodotto ultra-contemporaneo. Connotati da una raffinata purezza formale, questi lavori realizzati in esemplare unico oppure in serie, sono esperimenti d’ispirazione artigianale che puntano a recuperare – o a conservare – una dimensione profondamente umana e un rapporto di connessione essenziale con la natura, i suoi materiali e i suoi cicli vitali.
INVERSIONI. SENSO DELL’INSENSATO/ Giulia Ceriani (Mimesis)
Semiologa delle tendenze e dottore in Scienze del Linguaggio, l’autrice è tra le più acute osservatrice degli scenari evolutivi: Crosscut, Rehab ed Endurance sono i trend post Covid-19 restituiti insieme al suo osservatorio Baba Consulting. Il libro racconta dei tempi che stiamo attraversando, caratterizzati da un’apparente bulimia del senso. “Siamo risucchiati da ipertestualità, intertestualità, eccedenze, escrescenze, ipertrofie: dalla saturazione mediale alla fascinazione dei big data, dalla dispersione della reticolarità all’eterno ritorno escheriano del gaming. La moltiplicazione per eccesso produce desemantizzazione”, categoria difficile, scivolosa, solo apparentemente inspiegabile. La pubblicazione mette in evidenza l’attualità di almeno due modalità di negazione del senso: da un lato, l’insignificanza, che enuncia la mancanza di significato riconoscibile. E, dall’altro, l’insensatezza, come epifania dell’assurdo.
SAUDISCAPES. Un viaggio polifonico in Arabia Saudita/ Giovanna Silva, Emilia Giorgi (Nero Editions)
“Quello che nel 2019 Giovanna Silva ha visto con il suo obbiettivo, in alcuni casi ora è sparito o è diventato altro. Perché Riyadh e Jeddah sono al centro di grandi operazioni di ridefinizione dal punto di vista architettonico e urbanistico, ma anche sociale”, sono le parole di Emila Giorgi a introdurre il libro, che è un viaggio, fisico e mentale in Arabia Saudita. Il Paese, inaccessibile ai visitatori per circa dieci anni, apre le frontiere a chi è provvisto di un visto turistico elettronico. E’ lo studio di architettura Schiattarella Associati di Roma, impegnato in un numero significativo di progetti in Medio Oriente, a incaricare fotografa e curatrice di portare alla luce le tracce, spesso minute e nascoste, di edifici passati, testimonianze e tradizioni nelle città oggi al centro di vaste operazioni di trasformazione architettoniche, urbane e sociali. Per restituire al reportage il ruolo di attivatore culturale.
CORPO, UMANO/ Vittorio Lingiardi (Giulio Einaudi Editore)
L’indizio nel titolo: la virgola che impone una pausa, respiratoria e mentale, dentro la quale cercare il proprio, di corpo, oggi al centro di mille attenzioni, ma di nessuna cura. Il libro di Vittorio Lingiardi riporta il corpo alla ribalta e, con sensibilità e voce che declina le infinite discipline che lo osservano, racconta di fegato e cervello, di occhi e cuore. Gli organi che ci consentono di stare nel mondo, in relazione con lo spazio e altri corpi. La ricerca del contatto e dell’attaccamento, il tumulto dell’adolescenza, l’esperienza della malattia, il risveglio del desiderio, le metamorfosi del genere: anatomico, fisiopatologico, sociale, politico, religioso, estetico, nudo, vestito, danzante, energico, stanco, il ‘corpo, umano’ è un’evocazione incantata. Che ci riporta a noi.
ZIBALDONE/Campo (Veii)
Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo, Luca Galofaro e Davide Sacconi, i ‘quattro moschettieri dell’architettura’, muovendosi liberamente attraverso i media, le discipline e le generazioni, restituiscono con i loro testi un ritratto collettivo del dibattito sulla disciplina madre e sulla città dell'ultimo decennio. Un oggetto ibrido, metà diario metà antologia, atlante e album di ritagli, raccolta di cartoline e saggio visivo, lo Zibaldone registra l'attività di CAMPO — piattaforma dinamica che raccoglie esperimenti, indagini e metodi di ricerca — per allargare la comunità. Lo Zibaldone è un invito ai lettori a costruire i propri percorsi, a disegnare costellazioni unendo i puntini. Lo Zibaldone è l’opportunità si aprire una riflessione sulla pratica curatoriale come mezzo per costruire un sapere comune sull'architettura.
ZATTERE. Allegorie di progetto/ Francesco Faccin (Corraini Edizioni)
“Un omaggio alla zattera che è allegoria di un viaggio che ci accomuna e metafora della nostra natura intrepida, che spesso tendiamo a dimenticare. Lo stesso percorso dell'umanità dai suoi albori è un viaggio accidentato e senza istruzioni, pieno di bellezza e momenti oscuri”, così scrive l’autore all’inizio del suo libro, che racconta della necessità di tutti noi di andare, di muoverci, di migrare. Anche noi naufraghi e, “come naufraghi avanziamo alternando speranza per il futuro e terrore per la morte, produzione di bellezza e di orrore”. Per chi conosce Francesco, ha avvicinato negli anni l’intensità dei suoi lavori, la struggente riflessione che cela ogni singolo gesto progettuale, e il suo profondo disappunto per certe storture del sistema design, a volte tracimato nel più cupo scetticismo, la zattera è luce: appare come una forma di riscatto, intimo e fragile, che sembra liberarlo da un perenne naufragio del pensiero. E lo salva, ancorandolo al progetto. “La zattera è un oggetto immaginifico, indispensabile, che nella storia dell'uomo ha rappresentato in varie forme la capacità di adattamento e l'attaccamento alla vita oltre ogni ragionevole ottimismo o il desiderio di andare altrove”.
FUORIMODA! Storie e proposte per restituire valore a ciò che indossiamo/ Matteo Ward (DeAgostini)
Acquistare solo ciò che ci serve (o quasi), consumare meno e meglio, scegliere con consapevolezza, pretendere, per quanto possibile, maggiore chiarezza su ciò che compriamo, far sentire la nostra voce come consumatori e come cittadini. Fuorimoda! è un viaggio tra le strade di un’industria tentacolare, in cui Ward si rivolge sia a chi acquista, sia a chi i vestiti li crea, alla ricerca di soluzioni percorribili, capaci di: innescare un processo di cambiamento; restituire al fashion design il potere di preservare la varietà del mondo; comprendere che una moda responsabile non è un’opzione per pochi, ma una necessità di tutti. Anche il libro ha una struttura circolare, che dal 1678, quando il Re Sole decretò che, da quel momento in poi, gli abiti sarebbero andati fuorimoda, al ministro Colbert, che inventò le ‘stagioni’, ai contributi di oggi, di Michelangelo Pistoletto e Sara Sozzani Maino.
INCONTRI RAVVICINATI/ Antonio Monda (I Fari)
Leggendo Annalena Benini, Il Foglio, scrivere “questo ventenne, con enormi occhiali da vista, la sera tornava in albergo e il concierge attonito gli riferiva: ‘ti hanno cercato Elie Wiesel, Henry Kissinger, Woody Allen, Bernard Malamud, ma tu chi sei?’”, tornano alla mente gli aneddoti di Gianni Minà, e della sua agendina: indimenticabile la pieces dell’indimenticabile Massimo Troisi ospite da Maurizio Costanzo. Da Roma a New York: è qui che i racconti di Antonio Monda sono ambientati, nella città con la quale ha coltivato un rapporto assoluto. Dal primo approdo nella Grande Mela al successo internazionale tra letteratura e cinema, qui ha costruito amicizie, legami e frequentazioni che hanno trovato nei momenti conviviali della sua casa un luogo complice, in cui confidarsi e dialogare a tutto campo. Da Meryl Streep ad Al Pacino, da David Foster Wallace e Martin Scorsese, Cate Blanchett e Robert De Niro: il libro è un piano sequenza di volti e personalità, non solo americane, che hanno segnato il mondo del cinema, della letteratura, della cultura mondiale. Il grande schermo è un mondo di caratteri umani e spazi che non lascia mai indifferente il progetto, al contrario, lo nutre.
A PRIVATE GLOSSARY/ Stefano Boeri e Amos Gitai (Rizzoli)
Un lavoro di team, che unisce competenze per intrecciare discipline del progetto e del cinema, del teatro e delle arti performative per dare vita a quello che Maria Lucrezia De Marco e Alberto Berruto definiscono ‘dialogo generativo’. L’architetto milanese e il regista israeliano, riallacciando i fili di un dialogo iniziato nel 2017 per restituire al loro pubblico un ‘glossario privato’ dove i ricordi, le esperienze vissute e condivise, nutrono di senso le parole. Per riscoprirne la forza. Il libro è un mosaico di temi, di ieri e di oggi, sempre attuali, che attraversano la vita dei protagonisti: un affondo nell’esperienza che risponde all’urgenza di entrambi di condensare le visioni sulla situazione geopolitica contemporanea. Alla voce ‘Solid Sea’, il Mediterraneo con tutte le sue storie, l’esperienza di Multiplicity: “In fondo, le case mediterranee sono come i film. E, come le loro città, sono per natura aperte all'imprevedibilità del flusso della vita”.