Artificial Intelligence design, un processo di creazione aumentata

salonemilano, STF Landscape

Artwork by Studio Tim Fu

Design e AI tra presente e futuro è stato il tema di discussione durante una Tavola Rotonda durante il Salone del Mobile 2024. Questa relazione può essere altamente produttiva ma vale la pena investigare modi, tempi e possibilità per comprendere i cambiamenti in atto

Intelligenza Artificiale e design: di questo hanno discusso Paolo Ciuccarelli (Center for Design alla Northeastern University e DensityDesign Lab al Politecnico di Milano), Sherif Tarabishy (Foster + Partners), Hannes Kochm e Florian Ortkrass (Random International) e Cas Esbach (MVRDV), moderati da Ed Stocker (Monocle), durante una Tavola Rotonda organizzata nell'ambito del programma culturale promosso durante il Salone del Mobile di Milano 2024. “The Present and Future of Artificial Intelligence”, è stato un momento in cui affrontare il tema della profonda relazione tra attività creativa e capacità computazionale. 

Oltre ai timori espressi rispetto alla possibilità dello strumento di sostituire in modo più o meno massiccio le attività del progettista, ciò che è emerso dalla discussione è una rivoluzione rispetto alla relazione con lo strumento e la possibilità di instaurare con esso una prolifica discussione. Quest'ultimo punto cambia in modo sostanziale le possibilità che l’Intelligenza Artificiale pone. 

Poter strutturare con uno strumento una relazione, pone le basi per un’esplorazione che in linea teorica può avere infinite direzioni. Questa caratteristica fa sì che l’Intelligenza Artificiale non sia paragonabile al CAD o a qualsiasi altro strumento nelle mani del progettista: a differenza di questi ultimi, nel rapporto con l’AI non è più solo il progettista che si piega e adatta allo strumento, ma come in un passo a due, strumento e utilizzatore si piegano e si adattano per raggiungere uno scopo comune. E se questo è il punto di svolta rispetto allo strumento, proviamo a capire come nel processo progettuale, questo plasmarsi a vicenda prende forma. 

Intelligenza Artificiale nel processo progettuale 

All’inizio degli anni 2000, in piena onda neo positivista, per la prima volta, vide la luce un diagramma chiamato “Double Diamond”, che nelle intenzioni dei suoi creatori, doveva descrivere il processo progettuale e d’innovazione.  Il processo progettuale è infatti, ancora oggi, un complesso sistema, fatto di fasi convergenti e divergenti, in cui il pensiero creativo si scontra con le possibilità e i limiti che il progetto stesso mette difronte a designer e aziende. I limiti e il perimetro di azione, sono dati da diversi parametri che possono dipendere dai materiali, dal budget, dalle aspettative degli utenti e dai dati del mercato. Quel diagramma, oggi, nell’era dell’Intelligenza Artificiale, si affianca un nuovo diagramma che considera lo strumento sintetico parte integrante del processo progettuale. Il modello Stingray, suddivide in tre momenti fondamentali il processo progettuale, tenendo in considerazione il coinvolgimento continuo dell’Intelligenza Artificiale. Addestramento, sviluppo e continue iterazioni, sono i macro momenti di cui il nuovo processo di design, alla luce dell’AI può essere suddiviso. 

A partire da questa fotografia del processo, in che modo l’Intelligenza Artificiale modifica e di conseguenza impatta il design sia negli aspetti di prodotto/servizio sia nelle attività squisitamente umane? 

Addestrare l’Intelligenza Artificiale 

Al principio di ogni processo progettuale una fase ideativa. È questo il momento del processo progettuale più strettamente legato alla capacità immaginative umane.  
Una fase in cui la conoscenza, le esperienze e la sensibilità del progettista plasmano in modo importante il brief e il tema del lavoro. In questa fase, ispirazione, reference, gusto personale e istinto progettuale si mischiano per raggiungere l’obiettivo di immaginare qualcosa di unico e di desiderabile.  Ecco, dunque, il primo momento in cui le capacità dell'AI vengono in appoggio all'attività del designer, in una fase in cui la presenza umana guida e addestra l’Intelligenza Artificiale. Utilizzando le sue capacità di connettere ed elaborare i dati, è possibile potenziare l'attività creativa del progettista in un processo di Creatività Aumentata. Gli algoritmi che in questa fase possono essere utilizzati sono diversi: dal più famoso ChatGPT che può aiutare i designer nel definire idee, trovare ispirazioni, raccogliere ed elaborare dati e magari affinare i concept, fino agli strumenti che utilizzano algoritmi generativi per la creazione di immagini come nel caso di Stable Diffusion o di Midjourney. Qualche esempio? Ecco le sedie progettate da Philipp Schmitt & Steffen Weiss di cui avevamo già parlato in questo articolo, o ancora le 20 soluzioni di packaging sostenibile che BOI, studio di consulenza strategie newyorkese, ha progettato insieme all'AI. 
Anche nel campo dell'architettura l'AI è stata utilizzata ad esempio per il nuovo edificio di Autodesk a Toronto in cui sono stati esplorati più di 10000 layout per ottimizzare lo spazio. 

Sviluppo e ottimizzazione dei processi

Dalla fase dell'ideazione si passa a quella dello sviluppo. In questa fase l'Intelligenza Artificiale supporta i progettisti nelle scelte formali così da ottimizzare i processi produttivi, aumentare la resistenza o le caratteristiche fisico/materiche e minimizzare sprechi e utilizzo di materiali.  

Tra gli esempi più interessanti, l'ottimizzazione del design degli Airbus A320neo, aerei che grazie all'utilizzo dell'AI in fase progettuale, riescono a compiere voli con un grande  risparmio in termini di carburante. Per rimanere nel campo dell'aeronautica DJI, azienda leader nella progettazione e commercializzazione di droni, utilizza l'AI per progettare droni con migliori capacità di volo, stabilità e autonomia. L'AI aiuta anche a ottimizzare la forma e il peso dei droni per diverse applicazioni, come la fotografia aerea e le ispezioni industriali. O ancora come nel caso della sedia Elbo disegna da Autodesk in collaborazione con un algoritmo generativo a partire da alcuni semplici parametri: uno stile ispirato al modernismo nordico, altezza dal terreno 46cm e resistenza a 136kg, il resto l'ha fatto la macchina.

Iterazione e formazione del progettista

L'ultima fase del processo progettuale vede una lunga fase iterativa con l’esperienza e la formazione del progettista alla guida dello strumento sintetico. In questa fase il progettista ha il ruolo di curatore che utilizzando l’AI, la può sfruttare per produrre test e affinare le scelte progettuali finora selezionate. 
Da questo momento, l’utilizzo dell’AI potrebbe evolversi non solo come strumento ideativo, ma anche inserito all'interno dei prodotti, in modo da compiere cambiamenti di paradigmi socio-culturali andando a modificare abitudini e spazi dell'abitare. 

Lo ha fatto Samsung in molti dei suoi nuovi elettrodomestici come i frigoriferi della collezione Family Hub. Questi frigoriferi intelligenti sono dotati di schermi touchscreen e utilizzano l'AI per gestire gli alimenti, suggerire ricette basate sugli ingredienti disponibili, creare liste della spesa e monitorare le scadenze dei prodotti alimentari. Inoltre, possono integrare assistenti vocali come Bixby per il controllo vocale.

Se la domanda è dunque “L’AI sostituirà il progettista?” la risposta non può che essere no, ma ciò che farà è modificare in modo profondo il suo lavoro aumentandone le possibilità, modificandone alcuni passaggi e potenziandone alcuni aspetti. 
L’AI è dunque uno strumento potente che per le sue caratteristiche, non si inserisce semplicemente nel processo di design, ma lo stravolge e lo cambia richiedendo al progettista un continuo rapporto di forze e di adattamento che potrà dare frutti molto interessanti.