Euroluce e The city of Lights: arte, cultura e design
Nei padiglioni di Euroluce spazio alla luce in ogni sua espressione, con un’ampia proposta di mostre e installazioni curate da Beppe Finessi, con allestimento di studio Formafantasma
Dall’architettura al design, dalla fotografia all’arte, con mostre, talk, workshop, installazioni site-specific. Oltre al prodotto, tra i padiglioni 9-11 e 13-15, dedicati a Euroluce, la luce si può vivere e apprezzare in ogni sua espressione. Il concept alla base della biennale internazionale dell’illuminazione è The city of lights. Pensati da Beppe Finessi e progettati dallo studio Formafantasma, gli spazi del programma culturale di questa edizione del Salone del Mobile.Milano rivelano un approccio curatoriale attento e multidisciplinare che coinvolge nomi illustri di artisti che hanno saputo indagare il tema della luce da una prospettiva diversa.
Il fulcro di questi spazi è Aurore, una grande piazza progettata dai Formafantasma che ospita diverse attività, trasformandosi poi in un’installazione meditativa, con maxischermi che proiettano immagini che alludono alle varie sfumature della luce, colta in vari ambiti fino alla bioluminescenza in natura. Accanto c’è la libreria di Corraini, uno spazio dedicato alla vendita, alla lettura e alla consultazione dei libri, dove poter trovare anche una selezione di stampe, opere d’arte, volumi a tiratura limitata, oltre a riviste, piccoli oggetti d’arte e grafiche.
All’interno del palinsesto culturale sono quattro le mostre principali, affidate ad altrettanti curatori ed exhibition designer, ma lungo l’intero percorso espositivo dei padiglioni di Euroluce, si incontrano anche sette Costellazioni: intermezzi architettonici che accolgono disegni, fotografie, dipinti, installazioni video, singole opere e famiglie di oggetti. Racchiuse ognuna in un allestimento leggero e riconoscibile firmato dai Formafantasma, riciclabile e riutilizzabile, in materiali quali legno e carta, ogni spazio pone al centro le opere e contenuti dedicati al tema della luce da parte di maestri e grandi protagonisti della scena internazionale, fornendo anche spazi di relax per i visitatori.
Tra le Costellazioni partiamo da quelle dedicate a Gae Aulenti, con il suo approccio figurativo e sperimentale, e a Umberto Riva: due punti di riferimento dell’architettura italiana che si sono concentrati sulla tipologia progettuale della lampada, dalla celebre Pipistrello alla magia di King Sun fino alla E63 ispirata a Constantin Brâncusi. In esposizione schizzi e disegni originali illustrano proporzioni e misure di oggetti entrati nella storia del design. Interessante l’esposizione incentrata su Guido Guidi, nomi tra i più noti della fotografia contemporanea, che negli ultimi vent’anni ha fotografato diverse opere di Le Corbusier, Mies van der Rohe e Carlo Scarpa, decodificando alcuni loro capolavori mentre attendeva lo scorrere delle ore per veder cambiare quegli spazi al variare della luce. Stesso procedimento utilizzato nella sequenza esposta di 16 fotografie scattata a Preganziol (Treviso) nel 1983: un’operazione di misurazione dello spazio-tempo attraverso la luce.
Racchiuse nelle Costellazioni anche le opere di maestri come Aldo Mondino, con il suo Jugend Stilo del 1992, François Morellet e Keith Sonnier, oltre che di grandi protagonisti del calibro di Monica Bonvicini, Andrea Bowers (indimenticabile il suo Chandeliers of Interconnectedness), Mark Handforth e Sislej Xhafa. Da vedere anche le ricerche di autori trasversali come Corrado Levi - imperdibile l’opera Edipo Fabbrica Eos, 2003 - e Nanda Vigo con i Light Trees, alberi luminosi risalenti agli anni ’80, e di sperimentatori come Mathieu Mercier, Duccio Maria Gambi e Valentin Ruhry.