La casa per la città del futuro

visionnaire residenziale

Visionnaire, progetto residenziale a cura dell'architetto Antonio Baroncelli

Dalla fiction alla realtà, la casa si conferma pilastro economico e sociale: entro il 2050 l’industria residenziale può crescere del 40% e diventare motore strategico per occupazione, investimenti e qualità della vita urbana

Agli inizi del 2025, il film La Dolce Villa, commediona americana che omaggia nel titolo Fellini ma rimanendone lontana anni luce, ha avuto un successo strepitoso. Al primo posto fra i più visti di Netflix, la rom uscita per San Valentino racconta la storia, piena zeppa di clichè, di un imprenditore americano che sbarca in Toscana per impedire alla giovane figlia di restaurare una villa in rovina comprata a 1 euro, in un borgo abbandonato. Aldilà dello sdolcinato e prevedibile finale, l’uomo d’affari decide di fermarsi e completare il progetto immobiliare nella Val D’Orcia, innamorato delle bellezze del Belpaese e probabilmente ben consapevole dell’ottimo investimento.

Questo film, come tanti altri programmi e trasmissioni legate all’acquisto, al restauro di case o al restyling di abitazioni, come Casa a Prima vista, fotografano un interesse vivo e un comparto in evoluzione.

Secondo il 3° Report La casa per la Città del Futuro, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Investire SGR, l’Italia è, infatti, uno dei Paesi più strategici dal momento che le abitazioni italiane rappresentano il 10% del valore immobiliare del continente (quello complessivo ha superato i 250mila miliardi di euro). Un valore patrimoniale di 6.600 miliardi di euro, circa 370 miliardi di euro di PIL, ovvero il 17% dell’economia nazionale. “La nostra ricerca mostra chiaramente come l’industria immobiliare residenziale sia un ecosistema complesso, dinamico e strategico, ma anche fragile se non sostenuto da regole chiare, visione istituzionale e investimenti stabili. È arrivato il momento di riconoscere ai 370 miliardi di euro di produzione economica legati alla casa il ruolo che realmente hanno: un pilastro dello sviluppo nazionale”, spiega Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari.

Entro il 2050, il valore dell’industria immobiliare residenziale, svelano le previsioni del Report presentato al 33° Forum di Rapallo, ha potenzialità di crescita fino a 520 miliardi di euro, ovvero +40%, e può contribuire alla creazione del 18,5% del PIL nazionale, con occupati nel settore da 2,3 milioni a 3,05 milioni (+32,5%). Si tratta di una filiera estesa che comprende professionisti nell’ambito dell’edilizia e dell’architettura, agenti immobiliari, property manager, manutentori, imprese artigiane, designer e operatori del settore arredo e design, ma anche esperti di legislazione, sicurezza sismica ed efficienza energetica. Basti pensare che il 65% degli edifici residenziali italiani è stato costruito prima dell’introduzione di norme moderne e un quarto del patrimonio risale addirittura a prima della fine della Seconda Guerra Mondiale.

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L’11% del PIL italiano è direttamente attribuibile a componenti dell’industria immobiliare come servizi, manutenzioni, arredo e gestione. Il legame con il comparto delle costruzioni, che impiega 750 mila persone, rende la casa un vero e proprio motore anche occupazionale per il Paese oltre che un diritto. È necessario ricordare che in Italia, secondo i dati Istat, 50.000 persone sono senza dimora, il comitato apartitico Ma quale casa? sta portando avanti una proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre il riconoscimento del diritto all’abitazione nella Costituzione e attuare delle politiche pubbliche necessarie a tutelarlo. L’emergenza abitativa, esplosa nel quinquennio 2020–2025, interessa non solo l’Italia ma tutta l’Europa: il settore pubblico ha risorse limitate e normative spesso rigide, mentre il privato è vincolato a logiche di sostenibilità economica.

“Serve una nuova alleanza tra sfera pubblica e privata, fondata su regole certe, visione di lungo periodo e strumenti operativi efficaci” è la conclusione del 3° Report La casa per la Città del Futuro. “Perché la casa possa continuare a essere considerata un diritto per i cittadini, un’opportunità per le imprese e un volano per l’economia, è doveroso lavorare al disegno di un quadro normativo univoco, una pianificazione lungimirante e politiche pubbliche efficaci. La qualità dell’abitare è una risorsa strategica nazionale, che incide su salute, produttività, sostenibilità urbana e competitività dei territori”.

15 ottobre 2025
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