La pasticceria “total grey” firmata da Masquespacio in Arabia Saudita
Lo studio spagnolo ha concepito uno spazio che si ispira al ciclo dell’acqua e si illumina di bagliori argentei. Ammiccando all’estetica delle navicelle spaziali e giocando con finiture metalliche e superfici riflettenti, MO apre un varco verso una dimensione parallela
Chi dice Masquespacio solitamente pensa prima di tutto al colore: le cromie decise del The Student Hotel di Berlino, le tinte pastello usate per le hamburgerie Bun a Milano e a Torino e per la collezione di sneakers disegnata per il brand spagnolo Hoff, o ancora il blu profondo che invade il ristorante La Sastrería di Valencia come un’onda marina. Se il duo creativo formato dalla colombiana Ana Milena Hernández Palacios e dal belga Christophe Penasse ha tra i suoi punti di forza un uso sapiente e personale del color block, per il loro progetto più recente, quello della pasticceria-caffetteria MO ad Al Khobar, in Arabia Saudita, la scelta è ricaduta su un monocromo grigio con qualche tocco di bianco.
I committenti, i manager Omar Bakhurji e Asim Al-Harthi dell’azienda RightGrain, specializzata nella ristorazione esperienziale, avevano espresso fin dal principio il desiderio di voltare le spalle alla tradizione locale per dare vita a uno spazio fortemente evocativo, in grado di suscitare nei clienti una sorta di meraviglia. Un “effetto wow” del quale lo studio valenciano, noto per il suo approccio emozionale e per i suoi interni che sembrano usciti dal metaverso, sembra conoscere il segreto.
“Ci hanno spiegato che volevano proporre un concept futuristico, non soltanto attraverso l’interior design ma anche per quanto riguarda i prodotti da forno in vendita”, racconta Christophe Penasse, “Era chiaro che anche il modello di business sarebbe stato innovativo, e che avrebbe previsto la possibilità di utilizzare il locale per esperienze di ogni genere: eventi, presentazioni, concerti”.
I designer hanno deciso di lavorare sui 400 metri quadri di MO a partire dai dolci e dai panificati, curatissimi dal punto di vista estetico ed esposti come gioielli, e dall’acqua, ingrediente chiave nella loro preparazione che ritroviamo al centro del progetto nei suoi tre stati, declinato in maniera tanto avveniristica quanto surreale.
“Oltre ad essere vitale per la pasticceria, questo elemento può distorcere la percezione della realtà e costringerci a guardare le cose in modo diverso, il che si sposa a meraviglia con la filosofia del locale”, spiega ancora Penasse. Lo spazio è stato diviso in tre parti, ognuna delle quali rappresenta insieme una fase del ciclo dell’acqua e un passaggio nella produzione di torte, pasticcini e focacce.
Allo “stato liquido”, e al momento della creazione dell’impasto, allude per esempio la monumentale cascata sospesa sopra il bar, ricostruita a partire da un gran numero di tubi di policarbonato sabbiato in modo da mimare l’effetto serico dell’acqua in movimento. Di fronte, nell’area dedicata allo “stato solido” e al consumo dei prodotti, il ghiaccio è rappresentato da una serie di lampade che pendono dal soffitto come stalattiti cilindriche o emergono come piccoli iceberg tra tavoli e divanetti. Altre lampade, sferiche e visivamente più leggere, simboleggiano lo “stato gassoso” e la cottura in forno.
Tutti gli arredi sono stati concepiti appositamente per questo progetto e realizzati su misura. La presenza di diversi tipi di sedute, dalle poltrone in stile lounge agli sgabelli e ai divanetti pensati per accogliere le coppie, e di tavoli a geometria variabile, permette di configurare l’ambiente in maniera differente a seconda del momento della giornata o delle iniziative ospitate. Un sistema a LED RGB incorporato nei vari elementi di illuminazione aiuta a “regolare” l’atmosfera, declinando la luce in maniera suggestiva in diverse tonalità e temperature.
La palette, tutta giocata sui toni neutri del bianco e del grigio con una predilezione per le finiture metallizzate, costituisce un ulteriore rimando all’acqua e alla sua capacità di riflettere la luce e rinforza la sensazione di trovarsi a bordo di una navicella spaziale, o all’interno di un varco dimensionale dalla destinazione sconosciuta.
“MO è un universo parallelo”, chiarisce Asim Al-Harthi, “Un luogo che è stato toccato dall’ignoto in tutti i suoi aspetti – il cibo, le bevande, l’interior design. L’enorme specchio sul soffitto, sollevato a dieci metri da terra, rappresenta l’accesso a un altro mondo. Un riflesso della realtà e un portale verso il surrealismo”.