L’ufficio del futuro al Salone del Mobile.Milano 2024
La distinzione che opponeva la progettazione per l’ufficio a quella della sfera domestica si sta riducendo. Perché ogni luogo, oggi, può diventare uno spazio di lavoro, meglio se con il comfort e il calore di una casa
L’ufficio del futuro assomiglia sempre di più alla casa, e viceversa. È quanto raccontano le aziende che incontriamo tra gli stand di Workplace3.0 per la 62esima edizione del Salone del Mobile.Milano. Quello che condividono è inequivocabile: l’etichetta di azienda per il mondo dell’ufficio sta diventando sempre meno vincolante. E a ragion veduta: perché sono sempre più numerose le proposte che sì, continuano a guardare al tradizionale mondo nine to five, ma che allo stesso tempo sono concepite per mimetizzarsi in altri spazi abitati, da quelli del contract, come i luoghi di attesa o dell’hospitality, fino alla sfera domestica vera e propria.
Sempre più human centric, tanto nell’ergonomia che nella rievocazione di un sentimento atmosferico accogliente, la progettazione per i luoghi di lavoro si vuole prima di tutto calda e ispirata. La playfulness si impone come una chiave di volta per favorire positività e collaborazione anche attraverso il design. In un mondo dove il lavoro diventa più orizzontale e il valore del risultato, ce lo dice la Generazione Z, ha superato l’idea di sacrificio e costrizione, motivazione e partecipazione diventano obiettivi a cui anche il design può contribuire attraverso soluzioni di arredo informali e palette calde.
Messa da parte la consuetudine che ci lega tutti i giorni dietro alla stessa scrivania, il mondo del design si confronta con uno spettro di necessità e funzionalità variegate, prestandosi a favorire la una massima adattabilità delle soluzioni. L’open space è ancora d’attualità, ma non è più l’enorme stanza dove posizionare scrivanie senza gerarchie. A differenza di come avveniva un paio di decenni fa, ha integrato pareti divisorie che cadenzano lo spazio, rendendolo più articolato. Anche il lavoro in team si è fatto flessibile, e può avere come baricentro tanto il classico tavolo da riunioni – ormai pronto per integrare una tecnologia che è onnipresente ma a scomparsa – tanto aree di lavoro informale, dove accogliere gruppi di lavoro che si espandono o si riducono a seconda dei compiti assegnati. Lo spazio dove oggi lavoro io, domani sarà assegnato o preso da qualcun altro: meglio dunque prevedere oggetti contenitori dove gestire archivio e documenti. Anche la privacy si modula a seconda delle necessità: non necessaria in caso di brainstorming, ma garantita nell’intimità sonora di un box quando la confidenzialità è imprescindibile.
Girando tra gli stand, le proposte delle aziende assecondano questo cambiamento in atto. Anticipando con soluzioni lungimiranti questo desiderio di accoglienza e benessere per tutti. Per Fantoni, l’ufficio ha assunto le vesti di un vero e proprio “terzo spazio”. Tra le novità di questo Salone, il marchio di Osoppo propone Panorama, una parete attrezzata, disegnata da Ben van Berkel di UNStudio, che può dar vita a venti configurazioni diverse, così da garantire la massima adattabilità tanto allo spazio con cui si trova a dover dialogare, tanto alle prerogative lavorative dei singoli team. Tra le ultime proposte di Martex troviamo invece soluzioni integrate che si adattano particolarmente alle esigenze dei coworking. All’interno della collezione Nucleo, progettata da Studio Monica Graffeo, c’è ad esempio Nucleo Pantry e Nucleo Corner, rispettivamente un mobile per la pausa caffè dotato di spazio frigo che si adatta tanto all’area break che alle sale riunioni, e un banco cucina da abbinare a panelli separatori.
Con la direzione artistica di Elisa Ossino, Dieffebi fa del Playful Lifestyle una chiave di volta per accendere gli spazi collettivi e dell’ufficio con una nota di colore positivo ed energizzante. La proposta di punta presentata negli spazi del Salone guarda alla Libreria Line, che attraverso l’articolazione di pieni e di vuoti si apre alla possibilità di interpretare tanto uno mobile contenitore che divisorio dotato all’occorrenza anche di pannelli acustici.
Non mancano le nuove proposte di arredo per dare corpo alla sete di novità che caratterizza ogni Salone del Mobile.Milano. Mara ha fatto della bellezza del glitch, l’errore inatteso secondo il gergo dell’elettronica, il fiore all’occhiello di uno dei suoi nuovi prodotti di punta: dalla collaborazione con AMDL Circle nasce Typo, sedia che si distingue per le pieghe inaspettate del profilato in acciaio che sostiene lo schienale in legno. Sempre sul tema della playfulness, Infiniti presenta l’estensione della collezione Round&Round, firmata da Oleg Pugachev. Lo sgabello su rotelle e con base portaoggetti Round&Roll, emblema dell’informale, è pensato per assecondare la spontaneità dei movimenti del corpo, permettendo tanto ai piedi di muoversi nello spazio, che al bacino di girare grazie all’opzione del sedile girevole. Marchio evolutosi verso la piena integrazione tra design office, design living e design lighting, Quadrifoglio Group è presente al Salone del Mobile.Milano con alcune novità nel mondo delle sedute, come la sedia Clizia e il divano After, entrambi progettati da Edi & Paolo Ciani, che grazie alla morbida linearità incarnano in maniera esemplare la molteplicità di inserimento.
Anche gli storici prodotti in catalogo si rinnovano per dare corpo a nuove soluzioni sostenibili. Arper ha presentato la nuova veste di Catifa 53, tra i suoi bestseller più longevi. Primo prodotto del marchio ad aver acquisito una certificazione ambientale, Catifa diventa oggi carbon negative grazie all’utilizzo del PaperShell, nuovo materiale che alla fine del suo ciclo di vita può essere ridotto a biochar, carbone vegetale che trattiene la CO2 delle fasi di vita precedenti e si fa substrato per favorire la fertilità del suolo.
Anche il mondo delle finiture presso S.Project si arricchisce di opzioni che ampliano il potenziale espressivo degli spazi di lavoro, qualsiasi essi siano. Alpi ha presentato in fiera il risultato delle nuove collaborazioni con GamFratesi (Alpi Wooclé e Alpi Peacock), Konstantin Grcic (Alpi Tramonto) e Piero Lissoni (Alpi North Light), che guardano rispettivamente al potenziale tridimensionale delle texture, alla restituzione cangiante dei toni del tramonto, e all’orizzonte rilassante degli spazi nordici. Mentre Dooor, azienda marchigiana specializzata in pareti divisorie in tessuto riporta in auge una tipologia di soglia mobile che, dopo le sperimentazioni degli anni Sessanta – pensiamo a Gio Ponti e Joe Colombo – dimostra nuove opportunità applicative e nuove cromie, come abbiamo potuto osservare nello stand progettato da Calvi Brambilla.
Il Salone del Mobile.Milano è anche un’occasione per riconoscere il valore dell’innovazione che si esercita nella continuità, come attestano le premiazioni per gli espositori storici della manifestazione. Simbolo del Made in Italy e portabandiera dell’Italia nel mondo, otto marchi hanno ricevuto un riconoscimento per le loro “nozze di platino”, i sessant’anni passati da espositori tra i padiglioni del Salone: Angelo Monzio Compagnoni, Clei, Desalto, Elledue, Fratelli Boffi, Kartell, Rho, Tomasella Industria Mobili e Tonon & C.. Per i 50 anni, sono stati premiati il Mobilificio SanGiacomo e Pol 74, mentre per i 40 Cantori, Casprini Gruppo Industriale, Segis e Vaccari Cav. Giovanni. Per i 30 Sitap e IL Loft. Non manca infine un riconoscimento per le “nozze d’argento”, i 25 anni di continuità di partecipazione al Salone, che vedono premiati i marchi EuroCucina, Scavolini, Snaidero Rino e Poliform.