10 luoghi da visitare dove l’architettura è in mostra

veduta skatepark photo Adrian Deweerdt

Skatepark situato in prossimità di La Tour OooOoO, Koo Jeong A, Parc des Ateliers, Arles - Ph. Adrian Deweerdt

Una selezione di appuntamenti culturali da segnare in agenda, in Italia e nel mondo

Mentre sono in corso l’Expo di Osaka in Giappone con Mario Cucinella e il suo Padiglione Italia e la Biennale di Architettura a Venezia di Carlo Ratti, sono moltissimi i luoghi dove poter andare a visitare nuovi progetti e mostre dedicate all’architettura, in estate e non solo.

Partiamo da Londra, qui ha da poco inaugurato il Serpentine Pavillon dell’architetta e docente Marina Tabassum, che ha progettato “A Capsule in Time”, il padiglione temporaneo – e parzialmente cinetico – che fino al 26 ottobre ospita il palinsesto estivo della Serpentine Gallery. 

Fresca di inaugurazione anche "Climates of Landscape" a LUMA Arles, una mostra monografica sul lavoro di Bas Smets, paesaggista belga tra i più importanti d'Europa. La mostra apre con una selezione di tre enormi progetti che mostrano vie differenti nelle quali l’architettura dei paesaggi risponde ai differenti cambiamenti dovuti alle crisi climatiche. Il Parc des Ateliers gioca inoltre un ruolo significativo bella mostra. La trasformazione di questa ex area industriale in un ecosistema autosufficiente - il più grande progetto climatico di Bas Smets fino ad oggi - non è solo un grande progetto ingegneristico ma anche un’opportunità per vivere meglio una città, ridefinendo il rapporto tra natura, architettura e urbanistica. A dimostrazione che LUMA Arles, luogo culto dell’arte, si sta sempre più posizionando nel mondo delle istituzioni per l’achitettura contemporanea.

E in Italia? “STADI. Architettura e mito” è un viaggio attraverso i secoli e i continenti, elogio al vecchio e al nuovo ruolo degli stadi appunto, curato da Manuel Orazi, Fabio Salomoni e Moira Valeri per il MAXXI, attraverso il suo Dipartimento di Architettura e Design contemporaneo diretto da Lorenza Baroncelli. In mostra fino al 26 ottobre, questa è la prima grande esposizione in Italia dedicata a questi centri vitali, specchi delle città, luoghi di rito collettivo, simboli di trasformazione urbana e culturale, dove la vita quotidiana e l’eccezionalità si incontrano. “L’evoluzione di queste strutture, da semplici spazi per la competizione sportiva a scenari polifunzionali capaci di ospitare concerti, cerimonie religiose, raduni di massa, eventi politici, fiere e performance artistiche, fino a diventare strumento di city branding e nuova meta del turismo globale”. 54 sono i progetti di tutto il mondo, presentati in ordine cronologico: dal Municipal Stadium (2000 – 2003) di Braga, in Portogallo, di un’idea di Eduardo Souto de Moura; ai londinesi Wembley Stadium e l’Olympic Stadium firmati dallo studio Populous; dallo Stadio San Nicola di Bari (1990) firmato da Renzo Piano, allo Stadio San Siro di Milano progettato da G. Ragazzi, E. Hoffer, L. Finzi ed E. Nova; dallo Stadio Luigi Ferraris di Genova rinnovato da Vittorio Gregotti agli stadi progettati da Pier Luigi Nervi, il Comunale di Firenze, il Flaminio di Roma (solo per citarne alcuni).

veduta padiglione italia all'Expo di Osaka 2025

Padiglione Italia, Expo 2025 Osaka - Courtesy of Italy Expo 2025 Osaka

Render Serpentine 2025 Pavilion A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum

Serpentine 2025 Pavilion A Capsule in Time, designed by Marina Tabassum, Marina Tabassum Architects (MTA). Design render, aerial view. Ph. Marina Tabassum Architects (MTA). Courtesy Serpentine

Bas Smets, Climates of Landscape, 2025 - LUMA Arles

Bas Smets, Climates of Landscape, 2025, Le Magasin Électrique, Bloc A, LUMA Arles, Parc des Ateliers, France. © Victor & Simon / Grégoire d'Ablon

dettaglio esposizione mostra Stadi. Architettura e mito al museo MAXXI di Roma

"STADI. Architecture and Myth", MAXXI - Ph. Jacopo La Forgia

Se ci spostiamo in Asia, il continente si conferma al centro dell’attenzione non solo grazie al già citato Expo di Osaka. Ad esempio al Mori Art Museum, fino al 9 novembre, c’è la prima grande mostra per Sou Fujimoto, progettista del Grand Ring di Expo 2025. Prima grande ricognizione dell'opera di Fujimoto, offre una panoramica completa in otto sezioni, che spaziano dai lavori dei suoi primi anni ai progetti attualmente in corso, e segue il suo percorso architettonico degli ultimi trent'anni, le caratteristiche della sua architettura e la filosofia che la sottende. Sfruttando l'esperienza del museo come museo d'arte contemporanea, la mostra permette a chiunque, non solo a chi lavora nel campo dell'architettura, di sperimentare fisicamente l'essenza dell'opera di Fujimoto, includendo mostre come installazioni e modelli su larga scala che offrono un'esperienza spaziale. La mostra esamina anche il ruolo e il potenziale dell'architettura attraverso la visione di Fujimoto della città futura.

Il Teatro dell’architettura Mendrisio dell’Università della Svizzera italiana presenta invece la mostra “Make Do with Now, Nuovi orientamenti dell’architettura giapponese”, una mostra ospitata e promossa dall’Accademia di architettura dell’USI, prodotta da S AM Swiss Architecture Museum, A cura di Yuma Shinohara, fino al 5 ottobre, la mostra presenta le idee e i progetti di una nuova generazione di architetti e urbanisti che operano in Giappone. Nati tra la metà degli anni Settanta e la metà degli anni Novanta, questi architetti hanno intrapreso la carriera professionale dopo il grande terremoto del 2011 che devastò le regioni orientali del Paese e provocò il disastro nucleare di Fukushima. È una generazione, la loro, che deve fare i conti con una serie di problemi urgenti che affliggono il Giappone, tra cui il calo demografico, l’invecchiamento della popolazione, e lo svuotamento delle campagne; il crescente aumento di case vuote in tutta la nazione; uno sviluppo urbano dominato dalla logica del profitto, spesso senza il coinvolgimento degli architetti; un’economia stagnante e, naturalmente, la crisi climatica globale.

Infine la Power Station of Art di Shanghai, in collaborazione con il Museo Serralves di Porto, fino al 7 settembre si potrà visitare “Alvaro Sia: L’Archivio”, la più grande retrospettiva in Asia dedicata all’architetto portoghese, vincitore del Premio Pritzker, tra i più acclamati architetti a livello internazionale a cavallo tra il XX e il XXI secolo, da molti definito un "architetto poetico" per la serenità, il silenzio e la calma che caratterizzano i suoi edifici poetici. La mostra riunisce oltre 800 opere, tra disegni, modelli, sculture, oggetti e fotografie, mettendo in luce la lunga e prolifica carriera dell’architetto, nonché la costruzione di una topografia interconnessa di edifici che stabilisce associazioni continue nel tempo.

Chiudiamo con le Biennali d’autunno: da segnalare ci sono sicuramente la Chicago Architecture Biennal e la sesta edizione della Biennale di Pisa, curata dall'associazione LP Laboratorio Permanente per la città, sotto la direzione di Massimo Del Seppia, che va in scena con un format rinnovato che amplia la durata della manifestazione, il numero di padiglioni espositivi, di conferenze, premi e ospiti in scaletta.

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17 luglio 2025
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