Vasi, tappeti, piatti, paraventi: il termometro della decorazione

Stand Bosa Salone del Mobile 2025

Bosa - Ph. Andrea Mariani

L’ultima edizione del Salone del Mobile.Milano ha confermato lo slancio ornamentale che segna gli spazi dell’abitare contemporaneo. Celebrandone il fermento all’insegna della libertà espressiva

La temperatura di una casa – stiamo parlando di quella espressa dalla sua personalità e dal suo temperamento – è spesso affidata alla scelta degli oggetti che la costellano. Liberi da quei vincoli funzionali che impongono ai mobili un pizzico in più di logica e raziocinio, i complementi d’arredo possono dare libero sfogo alla fantasia decorativa, rivelandosi un indicatore sensibile dello slancio emotivo di chi abita uno spazio. In fondo, quale miglior modo di far raccontare chi siamo se non attraverso un oggetto chiamato solo ad esprimere un’attitudine, un ideale di gusto e bellezza? E quale miglior modo per dire, proprio attraverso gli oggetti, che questa è la casa che ci appartiene, e che questo è il modo con cui abbiamo deciso di appropriarci del nostro territorio? 

La storia del design ha registrato momenti di grande innamoramento o forte ritrosia per la decorazione – “Ornamento è delitto”, gridava Adolf Loos nel suo saggio del 1908. In questi ultimi anni, tuttavia, l’inclinazione di designer e pubblico sembra vedere di buon occhio un ritorno verso un’inclinazione decorativa più spiccata, capace persino di esiti massimalisti. Una propensione che anche il Salone del Mobile.Milano ha registrato tra le ultime proposte avvistate all’ultima edizione della fiera. Dove l’articolazione formale, la tentazione figurativa, o la combinazione di texture e rivestimenti sono emerse come il sintomo di una ricerca vasta, affidata a tipologie, materiali, tecniche e reinterpretazioni trasversali.

La ceramica, che attraversa una stagione di fortunata riscoperta, ha avuto modo di presentare la grande versatilità del suo potenziale espressivo. Bosa, storico marchio di Bassano del Grappa, ha lanciato in fiera una collezione, Danza Collection, che è un inno alla leggerezza gioiosa del disegno e alla presenza mai scontata del colore. A firmarla, uno storico collaboratore del marchio, il designer spagnolo Jaime Hayon, che festeggia proprio quest’anno i 25 anni di una lunga complicità con il marchio italiano, sempre espressa a partire da una gioiosa reinvenzione della forma. Interpretano invece la forma come movimento le creazioni di Rina Menardi, ceramista veneta la cui apparente pulizia formale viene animata da una tensione plastica, un “vento” che cattura e muove il volume dei suoi vasi, regalando la prospettiva di nuovi equilibri, nuovi punti di appoggio, nuove possibilità di accoglienza. 

Anche il fronte dei tappeti ha manifestato una grandissima vivacità interpretativa, che spazia da essenziali visioni figurative a celebrazioni concettuali dei grandi capolavori del design. La Fondazione Achille Castiglioni, custode dell’eredità progettuale dell’omonimo Maestro milanese, ha pensato ad una rivisitazione tra le righe. In partnership con il marchio di tappeti Illulian, la celebre lampada Taraxacum del 1988 rivive nella seconda dimensione: il tappeto, fatto interamente a mano, riproduce il disegno del lampadario sottolineando la presenza dei grandi bulbi luminosi, magnificazione per antonomasia della bellezza della lampadina. L’accostamento, quando parliamo di decorazione, si rivela del resto azzeccato. È infatti Achille Castiglioni ad aver sempre vantato tanto la genialità formale della lampadina, tanto la capacità degli oggetti di farci compagnia, accompagnandoci con la loro affettuosa presenza nel nostro quotidiano.  

Prende invece il profilo di un volto metafisico il nuovo tappeto che Jaime Hayon disegna per Nanimarquina, marchio spagnolo con cui collabora da tempo. Realizzata a mano utilizzando lana dalla Nuova Zelanda, la collezione Talk Talk si vuole un simbolo di dialogo tra l’arte e il design, e usa caldi colori saturi a tinta unita per caratterizzare con vividezza essenziale questa presenza dentro casa. Da Besana Carpet Lab, il contrasto cromatico tra colori complementari rivive nel perimetro di un tappeto dai contorni irregolari, Dune, che sperimenta l’uso di un colore neutro di bilanciamento, regalandoci un esito che assomiglia a un quadro astratto.

In Portogallo, il Marchio Vista Alegre lancia una collezione per festeggiare un traguardo ineludibile: i 200 anni del marchio, nato nel 1824 e affermatosi fin dalle origini come una Real Fábrica, una manifattura reale di porcellana. La linea 200 Anos, composta da un servizio completo per la tavola, celebra l’eleganza della porcellana bianca, giocando con un unico tocco di magnificenza, il contorno d’oro delle profilature. Restiamo in Portogallo per chiudere la carrellata con un complemento d’arredo che sembra segnare un ritorno nel gusto contemporaneo: il paravento. 

Il marchio portoghese Sentta lo ripensa come un incontro tra texture diverse: nella collezione progettata da Aitor Garcia de Vicuña, i Carson Screens giocano con la perpendicolarità tra superficie schermante e piano d’appoggio a terra, offrendo una presenza distinta e materica che non viene meno al gusto per la discrezione e la sobrietà.

stand Rina Menardi salone del mobile 2025

Rina Menardi - Ph. Andrea Mariani

stand Illulian salone del mobile 2025

Illullian - Ph. Andrea Mariani

Stand Nanimarquina Salone del Mobile 2025

Nanimarquina - Ph. Andrea Mariani

Besana Carpet Lab

Besana Carpet Lab - Ph. Alessandro Russotti

Stand Vista Alegre Salone del Mobile 2025

Vista Alegre - Ph. Alessandro Russotti

Stand Sentta Salone del Mobile 2025

Sentta - Ph. Ruggiero Scardigno

8 luglio 2025
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