Con Mother, Robert Wilson trasforma la Pietà Rondanini in un’esperienza straordinaria

salonemilano, Robert wilson

Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

Nell’anno di Euroluce la performance Mother di Robert Wilson al Castello Sforzesco è visitabile su prenotazione regalando al pubblico una Pietà come non si era mai vista, in una commistione di spiritualità, musica sacra e luce come di intensità rara. Dall’8 al 13 aprile 2025, su prenotazione

All’interno dell’Antico Ospedale Spagnolo al Museo Pietà Rondanini – Castello Sforzesco, il capolavoro di Michelangelo Buonarroti è reinterpretato dal celebre regista e drammaturgo texano Robert Wilson in una performance di luce e musica che chiama il visitatore a 45 minuti di profonda contemplazione mistica. L’esperienza, molto intensa, immerge il visitatore in uno spazio completamente buio e silenzioso dove iniziano a prendere forma con la luce le forme indefinite della Pietà, mentre voci dal vivo alle spalle degli spettatori intonano lo Stabat Mater di Arvo Pärt. L’installazione Mother apre il Salone del Mobile.Milano 2025 in un dialogo tra l’incopiuto della Pietà Rondanini e le musiche sospese e spirituali di Arvo Pärt. Il progetto, realizzato in collaborazione con il Comune di Milano | Cultura e curato da Franco Laera per Change Performing Arts, ha inagurato il 6 aprile e sarà visitabile su prenotazione fino al 18 maggio 2025. 

La scultura di Michelangelo, che dal 2015 è esposta secondo l’allestimento di Michele De Lucchi, è illuminata in chiave teatrale e accompagnata dall’assemble estone Vox Clamantis diretto da Jaan-Eick Tulve e dall’assemble italiano La Risonanza, sotto la guida di Fabio Bonizzoni, offrendo al pubblico momenti irripetibili di musica dal vivo due volte al giorno per tutta la durata del Salone del Mobile.Milano, dall’8 al 13 aprile 2025, alle 16.15 e alle 15. I musicisti interpretano l’opera di Arvo Pärt composta per voci - soprano, contralto, tenore - e trio di archi - violino, viola, violoncello - ed eseguita per la prima volta nel 1985 ma scritta nel XII secolo in latino medievale con le parole di Jacopone da Todi. Si tratta di una sequenza liturgica in rima che esprime il dolore di Maria ai piedi della croce.  

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

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Robert Wilson. Mother - Museo della Pietà Rondanini Castello Sforzesco - Salone del Mobile.Milano 2025 - Ph. Lucie Jansch

La luce, per Wilson, non è semplice strumento scenografico, ma origine stessa dello spazio. “La luce è ciò che dà forma allo spazio. Senza luce, lo spazio non esiste,” afferma. Il suo lavoro non costruisce, ma svela. Si tratta di un’esperienza che dilata il tempo e crea uno spazio dove l’osservatore può perdersi nelle proprie profondità, e ritrovarsi. Mother non è una scenografia ma un’esperienza sensoriale e interiore. “Nell’anno di Euroluce, inaugurare il Salone del Mobile con Robert Wilson è un sogno che si avvera” dichiara Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano. “Mother è un’opera che sfida le convenzioni. Esattamente come la potenza del ‘non finito’ di Michelangelo che ha aperto la strada a una nuova visione della scultura”, continua. La Pietà Rondanini è la pietà su cui Michelangelo ha lavorato per dodici anni fino alla sua morte nel 1564. Un soggetto che l’artista rinascimentale aveva già affrontato per il Vaticano nella celebre Pietà del 1499 e successivamente a Firenze tra il 1553 e il 1555. Ciò che l’ha resa una pietra miliare nella storia dell’arte occidentale è la sua qualità volutamente incompiuta, dove l’artista estrae l’immagine latente già presente nel marmo, ripulendola di ogni formalismo naturalistico, nel tentativo di trasmettere l’essenza spirituale di ciò che stava rappresentando: il dolore e la compassione. 

“Quando ho visto per la prima volta la Pietà Rondanini, sono rimasto seduto davanti a lei per più di un’ora. Poi ho cominciato a camminarle intorno. Ho percepito un’energia potente, una presenza quasi mistica”, racconta Robert Wilson. Così, la mente geniale del drammaturgo ci restituisce, amplificata la sua esperienza di quest’opera universale custodita a Milano. Tra i più innovativi e influenti artisti visivi e registi teatrali del nostro tempo, è celebre per unire nei suoi lavori teatro, danza, luce, suono, architettura e arti visive in opere ipnotiche. 

7 aprile 2025
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