Sette mostre sull’ecologia da vedere quest’estate

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“Olafur Eliasson. Life”, veduta della mostra, Fondazione Beyeler, Basilea, 2021. Foto Mark Niedermann

Abbiamo selezionato sette progetti espositivi in alcune delle principali istituzioni culturali d’Europa, con architetti, designer e artisti contemporanei che riflettono sulle tematiche ambientali contemporanee.

 

Negli ultimi anni, stiamo assistendo a una presa di coscienza collettiva sulle crisi ecologiche e sull’impatto che le attività umane hanno sul pianeta. Questo è un argomento complesso, che dobbiamo affrontare da punti diversi molto diversi.



La crisi climatica è un “iperoggetto” – come direbbe il filoso Timothy Morton – che ci costringe a prendere coscienza che “non c’è un fuori” e che la nostra esistenza si svolge all’interno di sistemi interconnessi.



Sono numerosi gli artisti, architetti e designer che ultimamente propongono delle riflessioni pubbliche – mostre, installazioni, programmi di ricerca – per offrire una comprensione più profonda del particolare momento storico che stiamo vivendo. Abbiamo fatto una selezione di sette mostre in giro per l’Europa per chi quest’estate non vuole rinunciare a dei momenti di approfondimento sul tema.

“Non-Extractive Architecture”, Venezia



Attualmente, il settore edile è responsabile del 39% delle emissioni complessive di gas serra prodotte dall’umanità. Servono quindi urgentemente nuove idee per trovare un nuovo equilibrio tra ambiente naturale e costruito. Per questo lo studio Space Caviar propone a V–A–C Zattere, a Venezia, un complesso programma espositivo e di ricerca dal vivo intitolato “Non-Extractive Architecture”.



Cosa succederebbe se modificassimo le nostre economie per agevolare l’integrazione, la circolarità, la durabilità e la resilienza sociale attraverso le città, piccole o grandi, che costruiamo? Cosa succederebbe se le filiere dei materiali su cui si fondano gli ambienti in cui viviamo fossero visibili e all’insegna della partecipazione, anziché invisibili e spesso basate sullo sfruttamento? Questi e altri quesiti sono messi in scena fino al 31 gennaio 2022 al Palazzo delle Zattere di Venezia.

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“Non-Extractive Architecture”, veduta della mostra, VAC Zattere, Venezia, 2021. Foto Marco Cappelletti

“Cambio”, Prato



Lo studio di design “Formafantasma” presenta al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato un progetto espositivo nato da una ricerca sulla governance dell’industria del legno, visitabile al pubblico fino al 24 ottobre 2021. Questa è una delle attività produttive di maggior impatto al mondo, sia in termini economici che ecologici.



In collaborazione con diversi esperti nei settori della scienza, dell'ingegneria, delle politiche ambientali e della filosofia, il duo di designer italiani presenta un’indagine complessa. CAMBIO offre una riflessione sul ruolo degli alberi intesi come fonti di informazione, sensori dei cambiamenti climatici globali, ma anche come soluzione a questi cambiamenti, per la loro capacità di assorbire anidride carbonica.

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“Formafantasma. Cambio”, veduta della mostra, Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2021. Foto Ela Bialkowska

“Aquaria – Or the illusion of a boxed sea”, Lisbona



Quella di natura-cultura è una dicotomia, cioè una rigida separazione fra due ambiti, in base alla quale siamo molto abituati a ragionare. La credibilità di una dicotomia di questo tipo, pur essendo ancora salda nel senso comune, è ormai minata da una serie di sviluppi sia nelle scienze naturali sia nelle scienze umane.

 

“Aquaria – Or the illusion of a boxed sea” (aperta fino al 6 settembre 2021 al MAAT di Lisbona) affronta questa tematica complessa attraverso un indagine sull’acquario, un oggetto che incarna alla perfezione la questione natura/cultura. La mostra curata da Angela Rui guarda a come l’oceano si sia insinuato nelle nostre città, case e istituzioni culturali, interrogandosi come le nostre culture abbiano assorbito la nozione di regno oceanico.

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“Aquaria – Or the illusion of a boxed sea”, veduta della mostra, MAAT, Lisbona, 2021. Foto Laurian Ghinitoiu

“Botanica Temporanea, l’arte dei giardini invisibili”, Firenze



Manifattura Tabacchi, presenta “Botanica Temporanea, l’arte dei Giardini Invisibili”, una mostra-laboratorio curata dall’architetto e paesaggista Antonio Perazzi. Il progetto è ispirato dal principio di rigenerazione dolce, a basso impatto ambientale, volta a incentivare la flora e la fauna spontanee, per ricreare fra natura e uomo un equilibrio autonomo e virtuoso a lungo termine.



Il progetto espositivo presenta documenti, materiali e testimonianze sul tema ma ha anche una parte attiva che trasforma il giardino di Manifattura Tabacchi, con la piantumazione di 1555 esemplari oltre 50 specie botaniche differenti. Questa operazione porterà alla creazione di giardini a bassa manutenzione, che non necessitano di grandi investimenti, capaci di incrementare la qualità della vita e riqualificare ambientalmente spazi molto diversi.

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“Botanica Temporanea”, veduta della mostra, Manifattura Tabacchi, Firenze, 2021. Foto Andrea Martiradonna

“Life”, Basilea



Con la mostra “Life”, Olafur Eliasson invita tutti alla Fondazione Beyeler: non solo gli umani ma anche le piante e le varie specie animali. L’artista fa entrare il pianeta negli spazi espositivi. Per questo ha collaborato con l’architetto Renzo Piano – che ha progettato e costruito il museo – per rimuovere la facciata di vetro dall’edificio.



L’opera d’arte ambientale di Eliasson è un esperimento collettivo, che sfida le convezione di cosa siano arte, natura, vita e istituzioni culturali, provando a dissolvere i loro confini. L’orario e gli agenti atmosferici influenzano la percezione di questa mostra, che è visitabile per tutto il mese di luglio.

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“Olafur Eliasson. Life”, veduta della mostra, Fondazione Beyeler, Basilea, 2021. Foto Mark Niedermann

“Sustaining Assembly. Pratiche artistiche per una transizione ecologica dal basso”, Torino



Da quando è nato nel 2008, il PAV Parco Arte Vivente si occupa della questioni ambientale da vari punti di vista: la relazione tra cultura e sostenibilità, l'ecologia politica, la lotta per la decolonizzazione della conoscenza e delle memorie collettive, la crescita sostenibile del mondo, lo sviluppo di nuove fonti di energia, i progetti di riforestazione e tutela dell'ambiente.



La mostra “Sustaining Assembly”, aperta fino al 24 ottobre 2021, non è solo una denuncia della crisi attuale, ma propone delle possibili soluzioni, presentando il lavoro di diversi artisti che sono stati capaci di attivare progetti in tutto il pianeta. Il termine assembly si riferisce infatti a tutti quegli attori che collaborano con l’obiettivo di raggiungere l'ecosostenibilità planetaria, rendendo visibile l'integrazione e l'interazione, già esistenti, tra diverse pratiche sostenibili.

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Michele Guido, opera all’interno della mostra “Sustaining Assembly”, PAV Parco Arte Vivente, Torino, 2021

“Scratching the Surface”, Berlino



La mostra “Scratching the Surface” indaga gli intrecci tra uomo, tecnologia e natura attraverso un’analisi della storia dell’arte recente. La gamma di opere raccolte al museo Hamburger Bahnhof di Berlino comprende alcune correnti post-1960 come la Land Art, l’Arte Povera e l’Arte Concettuale, fino ad arrivare a opere contemporanee che interpretano le attuali questioni ambientali ed ecologiche.



Nel corso degli ultimi anni, il dibattito pubblico sulle crisi ecologie si è diffuso capillarmente, rivelando tutta la sua urgenza. Il termine Antropocene descrive come l’azione dell’uomo hanno un impatto significativo sui sistemi ambientali del Pianeta. Le opere esposte in mostra illustrano come la nostra percezione del paesaggio e dell’ambiente sia cambiata negli ultimi sei decenni. La mostra è visitabile fino al 7 novembre 2021.

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“Scratching the Surface”, veduta della mostra, Hamburger Bahnhof, Berlino 2021. © Staatliche Museen zu Berlin, Nationalgalerie / Mathias Völzke

 

26 luglio 2021
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