Stilnovo, da prototipo a prodotto. La parola a Marco Chiarolanza
“La Saliscendi di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, selezionata nell’ADI Index 2022, è per me il fiore all'occhiello di Stilnovo. Contiene tutto: inventiva e meccanica pura abbinata a elettronica d'avanguardia. E poi, è bella anche da spenta!”. Conversazione con Marco Chiarolanza, brand manager di Stilnovo
In Linea Light Group si lavorano, fin dalla nascita nel 1976, il metallo, il ferro, le minuterie: tutto manualmente. In comune con Stilnovo c'è la ricerca del rapporto fra forma e funzione. A me interessa come sono realizzati i prodotti: solo spiegandoli se ne trasmette il valore reale, al di là del prezzo di vendita.
Stilnovo ha al suo attivo nomi importantissimi del design: Joe Colombo, Ettore Sottsass, Danilo e Corrado Aroldi, Antonio Macchi Cassia, lo studio De Pas-d’Urbino-Lomazzi, Giovanni Luigi Gorgoni, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Livio e Piero Castiglioni, Gae Aulenti; oltre a Giancarlo Iliprandi a cui si deve il disegno del marchio attualmente in uso. Un valore difficile da replicare oggi.
Per noi è importante toccare le lampade, viverle, usarle: dall’interazione si può capire se una lampada è valida oppure no. Muovendo la Saliscendi o prendendo in mano la Minibox di Gae Aulenti e Piero Castiglioni si giustificano determinate scelte dei materiali. Un'assonanza fra persone che lavorano fisicamente e toccano i materiali.
Abbiamo selezionato diversi giovani designer italiani che lavoreranno con noi per i prossimi tre o quattro anni. Tra i grandi nomi storici avrà un ruolo di primissimo piano Shigeaki Asahara, designer giapponese che ha fatto la storia di Stilnovo e che lavorava nella vecchia compagine. Alcuni dei suoi pezzi rientreranno a breve nel nostro catalogo, modernizzati. Un professionista molto preparato a livello tecnico, di una bontà unica. Avrà un ruolo da traghettatore, di passaggio tra il passato e il futuro.
Il periodo del Covid è stato fondamentale perché abbiamo avuto il tempo di sviluppare nuove collaborazioni senza influenze esterne. Siamo riusciti a riportare alla luce prodotti persi nel tempo e a rieditarli con le stesse forme, geometrie, angolazioni, proporzioni.
Nel passaggio a Stilnovo nel 2019 ho trovato in mezzo a mille documentazioni una serie di indirizzi e di contatti di designer o eredi che avevano disegnato per Stilnovo, tra cui i nomi di Achille e Pier Giacomo Castiglioni. Ho contattato la Fondazione Castiglioni dove ho trovato il prototipo di una Saliscendi. Nel '58 ne erano state installate due alla Camera di Commercio di Milano, poi purtroppo sono andate perse…
Si trattava di un pezzo fantastico, forse troppo avanti per quel periodo. Nella sua genialità era molto difficile dal punto di vista meccanico; andava ridefinito in chiave moderna.
Ci abbiamo lavorato per un anno e mezzo. Era necessario affrontarne gli equilibri: il corpo lampada non è un cilindro né una sfera, si apre con dei cavi di tenuta; il piatto soprastante doveva rimanere sempre in posizione parallela al soffitto e al pavimento. Anche un cavo apparentemente banale ha una sua struttura estetica: deve scivolare attraverso delle carrucole, può essere più o meno ruvido, ha un certo diametro, deve essere tondo, se è fatto come una piattina vanno cambiati i fori sul piatto. In questo caso anche il suono è uno dei sensi coinvolti, perché il movimento dev’essere silenzioso e delicato. Tutti i sensi andavano a racchiudersi in una lampada!
Una luce, un diffusore e il movimento: questo è tutto quello che doveva emergere. Il resto era in più.
Dovevamo rendere usufruibile un'idea rimasta congelata e trasformarla in una lampada per tutti. Siamo partiti dai disegni storici e abbiamo coinvolto tutti gli eredi: Carlo, Giovanna e Giorgina Castiglioni. Alcune cose sono intoccabili e devono rimanere punti fermi.
Abbiamo tolto il cavo spiralato (in uso all’epoca) e fatto in modo che i cavi di tenuta meccanica portassero la corrente, per una massima pulizia di linee. La lampadina alloggiata nel corpo luminoso era la classica a incandescenza. La calotta era forata e consentiva la doppia emissione e al contempo la dissipazione del calore emanato dalla lampadina stessa. Dovevamo eliminare le ombre e attualizzare la lampada dal punto di vista illuminotecnico. Abbiamo sostituito la lampadina con una doppia sorgente LED e aggiunto la dimmerazione elettronica tramite interruttore remoto, che si affianca a quella meccanica data dal movimento di corpo lampada e piatto diffondente.
L'abbiamo dimezzata - da 120 a 60 cm - rispetto all'originale, tutto proporzionato in scala. Per noi la sorgente è il motore ed è fondamentale come lo sono l'estetica e la finitura del prodotto.
Storicamente i fratelli Castiglioni usavano le tinte del bianco, del rosso e del verde, quindi abbiamo definito dei colori ascrivibili al loro mondo e al nostro. Per me Stilnovo è sinonimo di Italia, di casa… Il rosso era rubino con una punta di ciliegia, un colore poco utilizzato nelle lampade.
Per i colori ci siamo affidati a Francesca Valan, consulente colori per i Castiglioni. Il verde che chiamavano “semaforo”, lo abbiamo rinominato verde prato, il bianco è il primo grigio della scala dei grigi.
Nella fucina di idee di Stilnovo si piegava il metallo, si lavorava con tondini, viti, presse, torni: era un'officina. L’obiettivo di Stilnovo era anche quello di riutilizzare i materiali di risulta per fare altre lampade. Non si buttava nulla e c'erano anche dei pezzi di recupero: un green ante litteram. Per esempio, la Valigia di Sottsass è realizzata proprio con pezzi di recupero lavorati ad hoc da una persona geniale.
Grosse sorprese quest’anno: sarà uno stand da ricordare e che farà trasparire la natura di Stilnovo. Vogliamo rendere il nuovo layout il più contemporaneo possibile: social, video, lampade storiche abbinate a personaggi contrastanti. Resta fondamentale osare, in massima coerenza.
Era doveroso rendere omaggio alla storia e agli eredi Giovanna, Carlo e Giorgina Castiglioni. Siamo soddisfatti e onorati di avere la Saliscendi a catalogo. Per me è una grande famiglia.
La Diphy di Mirco Crosatto, menzione d’onore al Compasso d’Oro 2018, uomo da sempre in azienda, che ha visto passare tanti prodotti e ha lavorato al fianco di molti designer. È il capotecnico ed è intervenuto nella reingegnerizzazione della Saliscendi, arrivando al nocciolo della questione.
Qui non ci sono solisti. Il lavoro si fa in squadra.