Thomas Schnur
Il designer tedesco Thomas Schnur si interroga sul significato degli oggetti comuni e sul loro ruolo nella nostra vita quotidiana. Che ci piacciano o meno.
Semplice non vuol dire facile, non è stato lui il primo a dirlo, ma l’affermazione calza alla perfezione sul modo di progettare di Thomas Schnur (1983). Con lui, lo studio del dettaglio segna la differenza e ti fa apprezzare la chiarezza espressiva dell’oggetto anonimo, che tanto anonimo non è.
Quando ho iniziato la mia attività di designer, mi sono interessato principalmente alla trasformazione di oggetti di vita quotidiana anonimi. Ho trasformato per esempio uno stantuffo in gambe per un tavolo (Rubber Table) o esteso la metà di una sedia di plastica bianca su una panca (Bench Chair). Con la mostra e il libro Common Things apro la mia ricerca al pubblico.
Il libro e la mostra Super Normal contengono oggetti di design e oggetti anonimi che rappresentano oggetti di vita quotidiana attraverso gli occhi di Naoto Fukasawa e Jasper Morrison. Nel mio libro Common Things, ho selezionato oggetti che rappresentano il mondo industrializzato in cui viviamo. Fanno parte della nostra vita, non importa se ci piacciano o no. Oggetti che sono diventati stereotipi di funzioni specifiche a causa della loro efficienza tecnica e del commercio globale.
L’appendiabiti Gravity ad esempio. L'idea è nata perché dovevo trovare un posto dove mettere i miei vestiti. Con l’aiuto di un vecchio manico di scopa, due bastoncini di legno, alcuni ganci e una corda, ho costruito spontaneamente un appendiabiti.
Come giovane designer ti trovi sempre di fronte a molti nuovi compiti e materiali. Prova ed errore in combinazione con la crescita della conoscenza è certamente una buona pratica per estendere il modo personale di lavorare.
Dipende dalla personalità e dagli obiettivi personali. Il SaloneSatellite è sicuramente un buon posto per entrare in contatto con l’industria del mobile di design.
Nella mostra GRUND + SCHNUR abbiamo presentato il nostro lavoro attuale vis à vis. La mostra è un dialogo continuo tra me e Klemens, iniziato un anno fa con una conversazione in un parco. Stavamo parlando del nostro background, del perché e del modo in cui siamo arrivati alla nostra professione di designer. I nostri approcci sono molto diversi, ma i risultati nei nostri pezzi di arredo hanno qualcosa in comune.