Tutta la natura del design
Le collezioni e le novità che esaltano elementi e forme che si ispirano al mondo naturale, dialogando con tecniche di lavorazione sofisticate, i guizzi creativi dei designer e, soprattutto, una sempre più spiccata attenzione delle aziende agli impatti ambientali delle produzioni
All’edizione 2023 del Salone del Mobile.Milano la casa è diventata non solo più accogliente e confortevole per chi la abita, ma anche più sostenibile, aperta e in grado di abbracciare tutta la natura - bucolica o urbana che sia - che la circonda: l’approccio green e rispettoso dell’ambiente è apparso trasversale in ogni ricerca sviluppata dalle aziende espositrici.
Materiali caratterizzati da texture imperfette, che privilegiano componenti tattili ed estetiche primitive, sono entrati nelle collezioni presentate dalle aziende tra tessuti naturali, pietre, legni grezzi ma anche lane ruvide o velluti satinati. A fianco a questi, poi, molti brand hanno reso protagonisti dei propri prodotti materiali ad alta tecnologia, in grado di ottimizzare processi e lavorazioni nell’ottica di migliorare l’impatto delle produzioni sull’ambiente: pelli vegane, polimeri a base vegetale, verniciature eco-friendly e rivestimenti sempre più light. Uno stile di vita più consapevole è infatti quello proposto dai progetti di interior design, dove la sostenibilità non rimane una mera componente tecnica insita nei prodotti d’arredo, ma permea le attività quotidiane abituando a concetti come riuso, riciclabilità e riparabilità - valori al cuore del design contemporaneo, che abbracciano tanto le fasi della progettazione e della produzione, quanto la vita degli oggetti nelle case.
L’uso di materiali riciclati e riutilizzabili è, per esempio, la caratteristica principale di VentiTre di Lema: un sistema walk-in closet modulabile ad alta personalizzazione, facilmente disassemblabile per il corretto smaltimento di ogni sua componente e realizzato con pannelli ecologici di legno riciclato al 100% accuratamente selezionato. Arper ha poi presentato la sedia Aava 02 in polipropilene riciclato post-consumo combinato con materiale vergine, mentre Caimi ha lanciato Fiber 12, il primo tessuto fonoassorbente realizzato attraverso una tecnologia che impiega filati rigenerati ECONYL® Nylon, che risponde con un’innovazione responsabile e sostenibile alla crescente domanda di comfort acustico.
In questa edizione, aziende e designer sono anche andati alla ricerca di materie prime legate al territorio e si sono spesso avvicinati a tecniche di lavorazione tradizionali, come la panca Detalji di Nikari disegnata da Jenni Roininen, la collezione Textile Falls di Verdi realizzata in fibre naturali di fico, banano, seta, alpaca, yaré e cumare e fili di metallo intrecciati, o ancora il cashmere biellese esaltato dai plaid e i cuscini di Alonpi. Filati pregiati sono anche quelli dei tappeti di Battilossi, mentre The House of Lyria ha presentato collezioni che nascono nel cuore della tradizione tessile pratese, con tinture ottenute da fonti organiche come caffè, tè o cenere.
Sunbrella ha proposto Heritage, la prima linea del programma Renaissance, che utilizza almeno il 50% di fibre riciclate e una tecnologia di tintura a massa a basso consumo di acqua. Woodnotes è la prima azienda al mondo a utilizzare filati di carta in chiave contemporanea nel settore tessile: al Salone ha presentato Minore su design di Hanna Korvela.
La natura ha ispirato anche forme e finiture superficiali: il tavolo Neolith di Poliform, per esempio, è stato ispirato dai blocchi di pietra dei Dolmen, rudi nel lato esterno e lisci nella faccia interna; More guarda, similmente, all’imponenza del paesaggio montano, con il tavolo Avar che presenta una doppia A a supporto del piano in legno massiccio. Il progetto Dal Classico dell’azienda siciliana di rivestimenti per esterni Lithea, invece, prosegue l’esplorazione del Mediterraneo attraverso le interpretazioni dei designer Astrid Luglio, Elena Salmistraro, Mario Scairato e Martinelli Venezia, mentre Nendo sceglie l’argilla e disegna per Gervasoni Kasane, collezione di tavoli e pouf che, grazie a un gioco di incastri di diversi elementi, diventano elementi spiccatamente scultorei, ritmati dai bordi sovrapposti e dalla texture materica dell’argilla. Pio e Tito Toso disegnano invece, per Pedrali, Anemos un tavolo dalle forme architettoniche e sinuose che sembra scolpito dal vento e che esalta la matericità del cemento.