Tutte le forme dei metalli, al Salone 2022
Strutturale o decorativo, leggero o monolitico, freddissimo o lavorato: il metallo che abbiamo visto negli arredi del Salone del Mobile.Milano 2022 è tra i più trasformisti tra i materiali
Freddo, inerte e pesante: così ci immaginiamo il metallo. Un materiale che invece nasconde molteplici proprietà fondamentali per la realizzazione degli oggetti, e che spesso è stato relegato a scheletro, magari di sedute e imbottiture, oppure a scudo, layer robusto di piani di bagni e cucine, in grado di resistere a graffi, liquidi e macchie.
Ma le potenzialità del metallo sono moltissime e tante di queste hanno a che fare con la sua malleabilità, con la sua flessibilità, la sua lucentezza e la sua capacità di memorizzare le forme, di condurre il calore e l’elettricità – potenzialità che sono via via sempre diverse a seconda della lega con cui si lavora. Al Salone del Mobile.2022 sono quindi molte le aziende che hanno deciso di sperimentare nuove forme, nuove finiture e nuove possibilità della realizzazione degli oggetti (o di alcune loro componenti) in metallo, mettendo alla prova le abilità degli artigiani e proponendo nuovi paradigmi estetici.
Questo è il caso per esempio di De Castelli, azienda della provincia trevigiana che trasforma i metalli in oggetti, arredi e superfici e che a questa edizione del Salone ha presentato il nuovo progetto a tutto tondo Biomorphic, manifesto della sua costante voglia di testare soluzioni innovative dai punti di vista estetico e tecnico, e che vedrà protagoniste nei prossimi step le forme organiche ottenute con un lavoro di ricerca condotto sulle tecniche artigianali di battitura e di martellatura di fine ‘800, attualizzate però nei processi tecnologici. In questa cornice non può che farsi notare Ambrosia, desk in ottone progettato da Roberto Nicoletti come un grande volume ovoidale che sintetizza l’esito di questa instancabile operazione di bombatura.
Ma De Castelli lavora anche con ferro e rame nelle loro molteplici variazioni e finiture, e così allo stand all’interno di S Project hanno sperimentato le possibilità offerte da questi metalli anche designer come Luca Pevere, Martinelli Venezia, Elisa Ossino, Zanellato/ Bortotto e altri, con sgabelli, tavoli, tavolini, mobili contenitori e imbottiti.
A realizzare manufatti completamente in acciaio è invece Abimis, azienda di cucine residenziali che nasce dall’esperienza della veneta Prisma che da oltre 30 anni ne produce di professionali per il settore della ristorazione. Quelle di Abimis sono quindi cucine pensate per la casa con gli stessi standard tecnici di quelle dei ristoranti, con piani di lavoro extra spessore e privi di fughe. A colpire al primo sguardo, in particolare, è la continuità materica con cui l’acciaio si piega per dare forma alle superfici sia orizzontali che verticali, che possono variare nelle finiture senza scendere a compromessi sulla performance. Tra il top orbitato a mano e le ante lucidate a specchio del modello Ego non vi è infatti nemmeno una impercettibile giunzione (anche se a seconda dei modelli si può ovviamente scegliere anche le opzioni del piano riportato, a lama o scatolato), dettaglio che restituisce tutto l’universo del know-how di Abimis nella lavorazione dell'acciaio AISI 304, inalterabile, antibatterico e resistente. Le loro cucine, inoltre, sono tutte realizzate su misura a partire dalle due linee Ego, disegnata da Alberto Torsello e caratterizzata da forme arrotondate e volumi importanti, e Atelier, dalle linee razionali e pulite.
L’alluminio è poi un’altra storia: questo materiale – protagonista dello stand di Kriptonite che ne ha sfruttato le caratteristiche di leggerezza e resistenza portandole al loro massimo potenziale - è utilizzato anche per la sua flessibilità da A Lot of Brasil, che tra le novità del 2022 presenta due sedute disegnate da Pedro Franco. La prima, la sedia Michael, è ispirata alle forme della classica sedia Thonet (il primo pezzo prodotto industrialmente nel 1902) ed è pensata per essere prodotta utilizzando solamente processi meccanici e semplificando quindi l’aspetto industriale. La seconda invece è la sedia Barroca, con uno schienale in alluminio calandrato in grado di muoversi meccanicamente per assecondarne le esigenze ergonomiche e le gambe, tutte quattro diverse, decorate in modo da richiamare le lavorazioni al tornio tipiche delle sedie di epoca vittoriana.