Villa Héritage: alla scoperta dell’installazione firmata Pierre-Yves Rochon al Salone 2025

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                             Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage. Sala da pranzo (Blu). Salone del Mobile.Milano 2025 ©PYR

In occasione del Salone del Mobile 2025, nei padiglioni 13-15, un progetto speciale incarna un’idea d’interior che ci interroga sul valore della bellezza e del tempo

Perché alcune forme e proporzioni continuano a risuonare nel tempo? Cosa rende un oggetto un’icona senza età? Come si progettano ambienti capaci di emozionare e imprimersi nella memoria collettiva? Qual è il rapporto tra arte, design e materia? 

È a partire da queste domande che prende forma Villa Héritage, installazione firmata dall'architetto francese Pierre-Yves Rochon che si inserisce nel nuovo percorso espositivo A Luxury Way dei padiglioni 13 e 15. Più di un semplice spazio, più di un’installazione, Villa Héritage è un rifugio nel cuore del Salone pensato per invitare alla riflessione sul significato dell’abitare e della creazione artistica. 

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L’eredità non è un vincolo; è una fonte di libertà. Comprendere e padroneggiare il lascito del nostro mestiere ci fornisce gli strumenti per reinventare e superare i confini del design. Villa Héritage celebra questa dinamica tra storia e creatività contemporanea e coinvolge tutti i sensi, offrendo un’esperienza in cui luce, texture e suono si uniscono per creare emozione. L’arte è la nostra eterna fonte di ispirazione, elevando il design a un dialogo senza tempo con l’umanità
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Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage. Salone della Musica. Salone del Mobile.Milano 2025 ©PYR

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Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage Salone (Rosso). Salone del Mobile.Milano 2025 ©PYR

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Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage Giardino d’inverno. Salone del Mobile.Milano 2025 ©PYR

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Pierre-Yves Rochon. Villa Héritage Camera da letto (Bianco). Salone del Mobile.Milano 2025 ©PYR

Ingresso 

L’ingresso di Villa Héritage definisce il tono dell’intero percorso espositivo: un dialogo tra architettura, materialità e sguardo contemporaneo. A segnare il passaggio, una scultura femminile contemporanea, presenza silenziosa ma eloquente, che richiama il ruolo centrale della figura umana negli spazi costruiti. Poco oltre, le grandi fotografie di Massimo Listri catturano l’anima dei palazzi italiani, restituendone la solennità e la simmetria, il gioco sottile tra luci e ombre, la poesia delle superfici. L’atmosfera è un equilibrio tra terracotta e pietra serena, matericità e raffinatezza senza artifici, tradizione e interpretazione moderna. Questo spazio non è solo un punto di accesso, ma una dichiarazione d’intenti: come influenzano gli ambienti la nostra percezione, il nostro movimento, le nostre emozioni? 

Salone (Rosso)  

Il Salone Rosso esplora il legame tra opera e design, ponendo la teatralità al centro dello spazio. Il rosso profondo, onnipresente, evoca la scena, i sipari, l’intensità drammatica propria dei grandi teatri d’opera italiani. È uno spazio di emozione trattenuta, che richiama l’architettura delle sale storiche e la tensione silenziosa che precede l’apertura del sipario. Al centro della scena, un abito iconico de La Traviata, concepito da Luchino Visconti e indossato da Maria Callas, riprende vita sotto le dita esperte degli allievi dell’Accademia della Scala. Alcuni tessuti firmati Luigi Bevilacqua del XVIII secolo e altri realizzati oggi sugli stessi telai testimoniano la continuità del savoir-faire veneziano. Il salone afferma una sensibilità che oltrepassa le epoche, con un arredo contemporaneo la cui eleganza rigorosa dialoga con pezzi museali. 

Sala da pranzo (Blu) 

Qui il design si fa linguaggio di ospitalità, un ponte tra culture e storie intrecciate nel tempo. Il blu profondo avvolge l’ambiente, evocando il mare, il movimento, l’altrove. È un colore che porta con sé il respiro delle rotte commerciali, le influenze di terre lontane come l’Asia e l’India, reinterpretate nei secoli nel mobilio e nelle arti decorative europee. Al centro della sala, un arazzo fiammingo del XVII secolo è punto di riferimento visivo e narrativo. Le sue decorazioni lussureggianti, ispirate a una natura idealizzata, trovano eco nelle chinoiserie e nei motivi esotici che arricchiscono mobili e oggetti d’arte. Ogni dettaglio racconta di incontri, contaminazioni e scoperte. Come un carnet de voyage, questa sala celebra un’estetica che si evolve attraverso il dialogo tra mondi diversi. 

Biblioteca (Prugna)  

Nella biblioteca dai toni prugna, l’attenzione si concentra sulla trasmissione dei saperi e dei gesti. Anche qui è esposto un abito, disegnato da Lila De Nobili e indossato da Maria Callas nella Traviata diretta da Luchino Visconti, e oggi riprodotto dagli allievi dell’Accademia del Teatro alla Scala. L’abito incarna un savoir-faire vivo, in cui il costume diventa veicolo di memoria quanto di apprendimento. Intorno a esso, figurini originali, fotografie d’atelier ed elementi tessili raccontano il processo creativo, dal disegno alla confezione. Le tecniche si evolvono senza rinnegare la loro anima. La Biblioteca, dove il libro e il tessuto si incontrano, è un omaggio a quei saperi che sopravvivono perché sanno rinnovarsi 

Bagno  

Un gioco di specchi trasforma la sala da bagno in un luogo sospeso tra realtà e percezione. Una grande parete di specchi firmata Arte Veneziana frammenta lo spazio, moltiplicando i punti di vista e modulando la luce in una coreografia di riflessi. L’effetto è quasi onirico: un senso di infinito, una dimensione in continuo mutamento. Al centro della scena, una vasca da bagno ispirata agli anni ’30 premiata per la sostenibilità di realizzazione, è in equilibrio perfetto tra funzionalità e scultura, evocando un lusso senza tempo. 

Camera da letto (Bianco)  

In questa stanza, il colore è protagonista, diventa architettura invisibile, modella lo spazio e gli oggetti che lo abitano. Il bianco si rivela un elemento che esalta, e non sottrae. Lontano dall’essere neutro o silenzioso, dialoga con pezzi di epoche diverse, dai più opulenti ai più essenziali, dando respiro a ogni materiale e dettaglio. Alle finestre, il Lido di Venezia si anima attraverso le immagini di Morte a Venezia di Luchino Visconti. Il racconto cinematografico si intreccia con l’architettura. L’Adagio di Mahler avvolge l’ambiente, aggiungendo una dimensione sonora che amplifica l’esperienza. Un lampadario in porcellana cattura la luce e la rifrange, introducendo una materialità inaspettata. 

Giardino d’inverno 

Ispirato alle maestose serre del XIX secolo e omaggio ai paesaggi italiani, il Giardino d’inverno, ne reinventa la funzione, trasformando lo spazio in luogo di connessione profonda tra architettura e natura. Qui, le passamenterie, applicate alle pareti come decoro strutturale, trasformano la matericità tessile in un linguaggio che definisce lo spazio. Al centro, un lampadario in vetro di Murano, che narra di mondi vegetali. I divani classici, rivestiti con tessuti dai motivi contemporanei, incarnano il dialogo tra tradizione e creazione attuale. Ogni dettaglio, ogni finitura è testimonianza di un savoir-faire che qui trova nuova espressione. 

Salone della Musica  

Nel cuore del percorso espositivo, il Salone della Musica si apre come una pausa di respiro, un luogo in cui architettura, suono e materia entrano in dialogo. Qui, la musica non è solo ascolto, ma esperienza spaziale, vibrazione che prende forma nell’ambiente. A dominare il soffitto, l’imponente cupola del Pantheon di Roma, immortalata dall’obiettivo di Massimo Listri, radica lo spazio in una dimensione di grandiosità architettonica. Dall’alto, calde tonalità brune discendono avvolgendo la sala in un’atmosfera ovattata, ideale per l’ascolto e la contemplazione. Le opere di Amy Thai, dedicate al legame tra pietra, natura e gesto artistico, dialogano con il suono, mentre la musica si fa oggetto attraverso due strumenti simbolici: un’arpa, emblema della tradizione, e un pianoforte Alpange, che ridefinisce l’arte sonora attraverso l’innovazione tecnologica.  

Al centro del Salone della Musica, il pianoforte Alpange è protagonista di un’esperienza sonora senza precedenti. Suonato da due maestri interpreti, Anne Lovett e Michael G. Jennings, accompagnerà i visitatori con una serie di concerti esclusivi durante le giornate di Salone. Scelto per la sua capacità di unire tecnologia e sensibilità acustica, l’Alpange riproduce la ricchezza armonica e la profondità di un gran coda grazie a un avanzato sistema digitale capace di restituire ogni sfumatura del suono con precisione assoluta. Il suo design, elegante e contemporaneo, si integra perfettamente con la filosofia di Villa Héritage, dove il passato e il futuro si incontrano in un dialogo continuo. La sua presenza non è casuale: qui, dove l’architettura incontra il suono, l’Alpange diventa il simbolo di un’arte in costante evoluzione, un ponte tra la tradizione pianistica e le infinite possibilità della tecnologia. 

Con la generosa partecipazione di: Alpange, Bianco Bianchi, Ceramiche Ceccarelli, Dedar, Galleria Frilli, Tessitoria Luigi Bevilacqua, Mario Consolo, Massimo Listri Fotografo, Papier de Paris, Rubelli, Sahrai, Samuel&Sons, Tassinari & Chatel Lelievre, Accademia Teatro alla Scala e Teatro alla Scala. 

27 marzo 2025
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