Vista Alegre, 200 anni di porcellana in Portogallo
La manifattura di Ílhavo festeggia nel 2024 il bicentenario dalla sua fondazione. Una celebrazione che rende omaggio tanto ad un pezzo di storia del paese che ad un’eredità produttiva ancora oggi in fermento
Non succede spesso che a raccontare la storia di una manifattura sia una collezione di francobolli. Eppure, come è noto, le eccezioni sono spesso i veicoli delle storie più intriganti. Prendiamo Vista Alegre, storico marchio portoghese di porcellane. Fondata a Ílhavo, nella regione di Aveiro nel Portogallo settentrionale, l’azienda festeggia nel 2024 i 200 anni di produzione continuativa nel campo della porcellana. Un traguardo industriale che ha certamente dell’eccezionalità, e che le poste portoghesi hanno dunque deciso di celebrare con una collezione di sei francobolli inediti.
Nelle immagini che li illustrano, l’eterogeneità regna sovrana. Nel primo francobollo ritroviamo il ritratto del pittore João Maria Fabre, precursore della scuola di Vista Alegre, con accanto l’ingresso dello storico del sito produttivo, immutato negli anni. A seguire, prende corpo la lampada da tavolo Nervi, disegnata da Ross Lovegrove come un tripudio di sensuale tensione strutturale di stampo organicista. Negli altri francobolli, il gusto per la decorazione primeggia, come dimostrano tanto i lussureggianti pattern naturalistici che distinguono i piatti Peónia della collezione Floris che la maestria esecutiva della statua dei fenicotteri rosa di Carlos Calisto, leggerissimo sulle sue esili zampe di porcellana.
Nell’ammirare questo virtuosismo, ci sorprende scoprire che il sito produttivo di Vista Alegre sia nato con una filiera votata principalmente all’arte del vetro e del cristallo. Negli anni in cui la formula della porcellana è ancora un segreto da custodire e dove l’utilizzazione del caolino ha ancora qualcosa di alchemico, ci vorranno anni prima che il fondatore José Ferreira Pinto Basto possa perfezionare, anche grazie all’intervento di esperti giunti dall’estero, una produzione avanzata e competitiva.
I primi esperimenti vengono compiuti sulla produzione di piccoli cammei a pasta morbida, utilizzando la cosiddetta “polvere di pietra”. Nel 1832 viene scoperto un bacino di caolino di qualità nella non lontana Val di Rico: tutto cambia, e la produzione di porcellana a pasta dura può avere inizio. Nel 1860 la lavorazione di vetro si ferma, lasciando spazio al vasellame in porcellana, che diventa il fiore all’occhiello della fabbrica di Ílhavo. Iniziano in questi anni le prime commissioni esclusive da parte della famiglia reale portoghese, mentre illustri decoratori allargano lo spettro di disegni e motivi, consolidandone l’esecuzione e la resa anche attraverso la trasmissione a maestranze altamente specializzate. Negli anni, pittori internazionali scambieranno spunti e bagagli culturali con i migliori talenti locali: dalla Francia, Victor Rousseau traghetterà il gusto per l’arte giapponese che impazza a Parigi, mentre i portoghesi Joaquim José de Oliveira e Duarte Magalhães studieranno gli stilemi decorativi del paese rinnovandone e rilanciandone l’appeal.
È dunque nel tempo, senza scossoni significativi, che Vista Alegre si afferma come una colonna portante della cultura manifatturiera del paese. La vastità della propria ricerca artistica è oggi testimoniata dall’imponenza del ricco museo aziendale. Ma non basta: la capacità di far vibrare un marchio sulla lunga distanza non è scontata, e l’apporto di architetti, artisti e designer della contemporaneità, coinvolti con lungimiranza dalla dirigenza, ha permesso al patrimonio del marchio di sintonizzarsi con i gusti del presente senza stravolgere il proprio DNA. Nel caso di Vista Alegre, il numero e la visibilità dei collaboratori coinvolti, inclusi quelli internazionali, è significativa: oltre al già citato Ross Lovegrove, anche Alvaro Siza Vieira, Joana Vasconcelos, Patrick Norguet, Marcel Wanders, Jaime Hayon, Malangatana, Inga Sempé, Brunno Jahara e Sam Baron hanno associato il loro nome con Vista Alegre, contribuendo al rinnovamento del catalogo. Oltre ai classici servizi per la tavola, la sperimentazione progettuale ha permesso un ampliamento su nuove tipologie, come ad esempio la scultura e il mobilio, favorendo una ricerca incentrata in alcuni casi più sulla morfologia che sulla decorazione pittorica.
Oltre al rinnovamento del design, anche l’allargamento della struttura aziendale ha contribuito in maniera congiunturale ad un maggiore consolidamento operativo. Nel 2001, il Grupo Vista Alegre, nelle sue divisioni porcellana, maiolica e grès, si fonde con il Grupo Atlantis, specializzato in cristallo e vetro fatto a mano. La loro convergenza, sancita dal nuovo Grupo Vista Alegre Atlantis, segna la nascita di uno dei più grandi gruppi europei di tableware e oggettistica da regalo d’Europa. Nel 2009, a seguito di un'offerta pubblica di acquisto, il Grupo Vista Alegre Atlantis è entrato a far parte della società Grupo Visabeira. Questo salto di scala, che avviene proprio nei due decenni che coincideranno con una indubbia crescita di tutta l’industria manifatturiera del Portogallo, non mette in crisi la sua aura di esclusività di Vista Alegre. Come per le altre case europee della porcellana, sono le collaborazioni esclusive a garantire un’aura di unicità, e in questo caso a fare da garante con commissioni su misura sono niente meno che il Presidente portoghese, la Casa Bianca, case reali, ambasciate insieme a istituzioni pubbliche e private.
Nel frattempo, le celebrazioni per i 200 anni continuano, sempre all’insegna di un pizzico di originalità. I francobolli non sono infatti i soli elementi di distinzione di un’annata speciale. Anche una mostra all’Ajuda National Palace, la pubblicazione di una monografia, un documentario prodotto dalla televisione portoghese, e niente meno che il lancio di una canzone ufficiale per il bicentenario scandiranno il passo, mese dopo mese, dei ricchi festeggiamenti. Consolidando ancora una volta il presupposto che, quando si tratta di patrimoni manifatturieri di questa portata, l’eredità non possa considerarsi solo aziendale, ma comunitaria ed inclusiva, proprio come un tassello di identità nazionale ed europea.