FORO Studio firma un hammam contemporaneo e genderless a Milano
Un tè e un trattamento di bellezza nel deserto. Il nuovo spazio beauty & bar disegnato dallo studio creativo milanese, pensato per una clientela non definita in base al genere, si ispira ai colori saturi di Marrakech e alla convivenza armonica degli opposti
Dimenticate lo stereotipo del beauty bar tutto colori pastello e atmosfere zuccherose, rivolto principalmente a una clientela femminile, ma anche i Barber shop rivisitati che strizzano l’occhio all’estetica industrial. Ballard & Fant, il nuovo concept store milanese progettato da FORO Studio, pone l’accento sull’ibridazione delle funzioni e sulla contaminazione.
Le committenti, due sorelle con alle spalle percorsi professionali differenti, avevano il desiderio di creare un luogo dedicato al benessere e all’evasione che riunisse in maniera armonica due realtà solitamente distinte – un centro estetico e un cocktail bar – e raccogliesse suggestioni personali (il nome, per esempio, riprende le sonorità dello pseudonimo utilizzato dal nonno pittore, Alfred Baltann) rimanendo privo di una connotazione precisa di genere e quindi accogliente per clienti di entrambi i sessi. L’ideale di fluidità e la ricerca di un equilibrio tra opposti hanno guidato la riflessione dei creativi di FORO Studio fin dalle prime fasi del progetto, nella gestione degli spazi come nella scelta di alternare linee sinuose e geometrie più nitide.
Il collegamento tra le due aree principali, quella più vicina all’ingresso dedicata al bancone del bar e alla lounge e quella sul retro riservata alle cure estetiche, avviene attraverso un elemento decorativo di grande impatto scenografico: una serie di portali di vetro di un blu profondo guida lo sguardo verso l’area beauty fornendo profondità prospettica e teatralità all’ambiente. Questo spazio liminale ospita anche la boutique e il facial bar, funzioni che prevedono il passaggio del pubblico e hanno tempi più rapidi rispetto ai trattamenti più complessi, oltre a delineare il perimetro di due salottini.
“La gestione dei flussi e degli spazio tecnici”, ci raccontano gli architetti, “è stata particolarmente complessa. Le normative per entrambe le identità di Ballard & Fant sono piuttosto specifiche e vincolanti, per cui le fasi di scelta dello spazio e divisione distributiva delle aree sono stati i momenti più sfidanti dell’intero progetto”.
L’ispirazione per la creazione della palette è nata dal ricordo di un viaggio in Marocco e dall’esperienza del luogo che in Nord Africa e nel vicino Oriente racchiude in sé le funzioni di cura del corpo e di socialità: l’hammam. È stata proprio Marrakech, antica città imperiale di grandi contrasti che contribuiscono in larga misura al suo fascino, a suggerire le linee guida.
“Il colore è uno degli strumento comunicativi che preferiamo, e in questo caso abbiamo giocato con dei toni particolarmente saturi come il rosso mattone e il blu elettrico, di cui la città è variamente punteggiata” spiega Alessandro Pennesi. “Abbiamo studiato un armonico contrasto tra opposti, fatto di toni caldi che si alternano a toni freddi, assecondando un perfetto equilibrio anche negli accenti cromatici che seguono lo stesso fil rouge: dove il giallo brillante è contrastato dall’azzurro tenue. A fare da sfondo, per uniformare le interazioni tra queste tinte, abbiamo invece scelto un beige caldo e discreto come la sabbia del deserto”.
La scelta dei materiali e delle finiture si è fatta in coerenza con questo paesaggio cromatico. “Attraverso il moodboard abbiamo visualizzato quale sarebbe stata l’allure dello spazio”, illustra ancora Pennesi, “Un gioco di alternanze tra texture superficiali più o meno materiche, colori contrastanti e finish opachi e traslucidi che creano interessanti effetti vedo non vedo”.
Ecco, quindi, le piastrelle in gres di Ceramica Sant’Agostino, che vestono pavimenti e bancone con il loro motivo a seminato fitto e uniforme e fungono da legante tra le diverse aree nelle quali è suddiviso lo spazio, e i laminati di Arpa Industriale e Kaindl, impiegati rispettivamente per le superfici d’appoggio e le strutture dei mobili realizzati su misura.
“Li abbiamo scelti per ragioni sia estetiche che funzionali. Estetiche perché questa tipologia di semilavorati dispone di gamme di colore che ci hanno permesso di fare scelte congrue con la palette che abbiamo creato; e pratiche perché sono materiali resistenti all’usura e permettono una facile sanificazione. In particolare il Fenix, uno speciale laminato con il quale abbiamo rivestito il piano del bancone, consta di una superficie che presenta uno strato esterno non poroso, che rende il materiale facile da pulire e adatto al contatto con gli alimenti oltre che anti-impronta e piacevole al tatto”.
Anche l’illuminazione è stata curata nei minimi dettagli e contribuisce a creare un ambiente piacevole e ricco di dettagli: le lampade da tavolo wireless Bellhop disegnate da Barber & Osgerby per Flos illuminano i tavolini con una luce discreta, mentre una scenografica composizione a sospensione creata con una serie di “foglie” di policarbonato Diphy (il design di Mirco Crosatto per Stilnovo si ispira alla particolarità di una pianta giapponese, i cui fiori diventano trasparenti come il cristallo al contatto con l’acqua) sovrasta il bancone del bar.