Giulio Ghirardi e le case degli altri
Bastano pochi oggetti per capire cosa racconta una stanza. Hai mai letto tra le crepe sui muri, nelle venature del parquet?
Aprire la porta piano e scoprire con stupore un divano in velluto perfettamente spazzolato, un grande specchio da muro e una luce ambrata che, coraggiosa, si è fatta strada tra le tende ampie.
Le case degli altri, sono da sempre perfette scenografie di narrazioni immaginarie. Pensare a cosa può essere accaduto al loro interno leggendo tra le crepe sui muri, sbirciando nelle librerie.
Bastano pochi oggetti per raccontare una storia e le fotografie di Giulio Ghirardi sfamano la mente di chi viaggia con la fantasia.
Il suo percorso ha inizio nell’architettura, frequentando il Politecnico di Milano, in seguito a una laurea triennale a Strasburgo. La passione per le immagini si accende invece molto tempo prima, quando all’età di dodici anni parte per un viaggio negli Stati Uniti con i genitori e porta a casa i suoi primi ricordi da sviluppare.
Grazie ai suoi studi impara a guardare gli spazi e conoscere i materiali, ma le lunghe attese sono in contrasto con chi ha il piacere di vedere presto un risultato. Con la fotografia, invece, scopre la soddisfazione dell’immediato, aggettivo che rimane distante dal mondo delle strutture.