La serie En di Cecilie Manz
La designer danese racconta in anteprima la sua collaborazione con Maruni: “Su un tavolo circolare si condivide il cibo, tutti attorno vivono una certa sintonia e hanno la stessa importanza e gli stessi diritti”
Arriva su Zoom con pochi minuti di ritardo. Nel suo studio di Copenaghen, la designer pluripremiata Cecilie Manz è alle prese con call, disegni e progetti. Gli occhiali appoggiati sulla testa, giusto il tempo dell’intervista e poi subito al lavoro, per parlare in anteprima della nuova serie En realizzata all’interno della Maruni Collection che verrà presentata dal 7 al 12 giugno al Salone del Mobile di Milano.
Collaborando con l’azienda giapponese, che rappresenta un’eccellenza nel campo degli arredi in legno di alta qualità, è venuto naturale disegnare una serie in legno massiccio: un tavolo rotondo, caratterizzato da forme gentili e arrotondate, abbinato a una seduta dallo stesso design avvolgente. Lo schienale curvo ricorda le sedute klismos dell'antica Grecia e le gambe, caratterizzate da una struttura ad anello, generano un senso di continuità creando un equilibrio tra forme morbide e spigolose. Si tratta di una seduta di piccole dimensioni che, insieme al tavolo, dà una sensazione di intimità.
Ho scelto il legno di acero per la sua struttura leggera e uniforme, che ben si sposa con i colori del tessuto e della pelle che caratterizzano la seduta. Volevo fare una sedia piccola ma che fosse allo stesso tempo confortevole, non volevo invadesse troppo spazio.
Il primo appuntamento è stato tre anni fa, prima della pandemia, a Tokyo. Ogni volta che inizio una nuova collaborazione mi faccio influenzare molto dalla mia prima impressione, anche da una parola o da una atmosfera. Subito, appena finito il meeting, ho immaginato un tavolo rotondo, prima ancora di disegnarlo.
Non saprei dire dove mi è venuta l’idea, ma è stata una sensazione quasi immediata.
Volevo disegnare un prodotto che veicolasse con sé un’atmosfera particolare. Su un tavolo circolare si condivide il cibo, tutti attorno vivono una certa sintonia e hanno la stessa importanza e gli stessi diritti. La sua forma conferisce un senso di "stare insieme", e allo stesso tempo è abbinata a un alto livello di comfort.
Per me è stata una grandissima opportunità, ci sono tante aziende fantastiche e ogni professionista ha il suo personale sogno professionale. Ecco, con Maruni ho sempre pensato sarebbe stato un buon match. Mi piace il fatto che sia molto locale e allo stesso tempo molto internazionale. Si intuiscono subito i forti legami dell'azienda con le sue radici nell'area di Hiroshima, insieme a una importante presenza nel panorama internazionale. Dopo avermi dato il brief, ho elaborato idee e condiviso schizzi. Dopo il primo incontro, Maruni è venuta in Danimarca. Lì c’è stato il momento cruciale.
Perché mostri i primi modelli, lì si capisce se l’idea è azzeccata o meno, se l’azienda intravede il prodotto fatto e finito e se la strada è giusta oppure è totalmente da rifare. Noi ci siamo trovati, abbiamo fatto i primi prototipi. Poi avanti e indietro fino alla serie che vedrete al Salone.
Il Salone è sempre stato un appuntamento fisso per l’intero settore. È tutto così travolgente, quando torni dal Salone sei senza forze ed energie, ma piena di gioia ed entusiasmo. Questo fa davvero la differenza. Per me è come l’avvio della primavera, segna l’inizio della stagione. Oltre al buon cibo, mi è mancato l’incontro con le persone. Il Salone è fatto soprattutto di questo.
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