Icone del design lombardo
Il magazine The Good Life, nella sua veste francese, dedica un numero speciale alla Lombardia, regione “locomotiva” dell’industria italiana, ricamando la storia dello sviluppo del design italiano generato dalla feconda creatività e disponibilità economica dell’imprenditoria lombarda. Una testimonianza dal 1950 a oggi di come questa regione sia stata fondamentale per lo sviluppo della disciplina e dell’intera filiera dell’arredamento.
Con il termine “design italiano” si richiama automaticamente un panorama di maestri e progettisti che hanno fatto la storia di questa disciplina. Il filo rosso che lega queste personalità equivale ai confini di una regione, la Lombardia. Qui, infatti, sono stati creati molti di quei pezzi iconici che oggi possiamo trovare al MoMA di New York, al Triennale Design Museum di Milano, o al MAD di Parigi. Da Milano a Como passando per Monza Brianza, in quest’area si concentrano alcuni dei brand più celebrati del design: Kartell, Arflex, Molteni, Flexform, Minotti, Artemide, Poliform, Tacchini, Zanotta con l'eccezione di pochi altri come Edra (Toscana) o Moroso e Foscarini (Veneto). In seguito alla ricostruzione postbellica degli anni ’50, i piccoli mobilifici industriali vengono presi in mano da una nuova generazione di colti industriali che si fa aiutare da artigiani e subappaltatori. Nasce, quindi, un nuovo modo di fare industria, tra artigianato e standardizzazione, obiettivi economici e ricerca artistica, privilegiando l'assunzione di rischi rispetto al marketing. Si genera una vera e propria cultura del progetto che viene anche sostenuta dalle pubblicazioni cartacee, una fra tutte Domus, fondata da Gio Ponti. Questo clima favorisce negli anni ‘60 lo sviluppo di alcune delle più grandi icone del design, come Arco di Achille & Pier Giacomo Castiglioni (Flos, 1962), Eclisse di Vico Magistretti (Artemide, 1965), Sacco di Gatti, Paolini, Teodoro (Zanotta, 1968). Mentre nel 1972 al MoMA di New York viene celebrata la mostra Italy: The New Domestic Landscape, la situazione sociale ed economica tesa dà il via al movimento radicale Controdesign (o Antidesign) – che ha come protagonisti in Italia Superstudio e Archizoom, nati a Firenze prima di fiorire a Milano, o lo studio Alchimia, fondato da Alessandro Mendini. Nel 1981, Ettore Sottsass rimescola le carte del gioco presentando la mensola Carlton e la lampada Tahiti, primi pezzi simbolo del collettivo Memphis Design, in netto contrasto con l’eleganza delle produzioni lombarde. Nonostante questo, grazie a imprenditori illuminati quali Ernesto Gismondi o realtà come Abet Laminati, il design radicale si sviluppa e anticipa di qualche decennio la cultura visiva moderna – il movimento è ancora oggi una fonte di ispirazione inesauribile. I nuovi protagonisti del design di oggi sono Piero Lissoni e Patricia Urquiola, così come designer internazionali, come Philippe Starck con la sua proficua collaborazione con Kartell. Tutti loro sono accomunati dalla capacità di lavorare e sfruttare al meglio la “strana alleanza”, come la definisce Andrea Branzi, l’incontro tra l’incontro tra intellettuali e imprenditori radicati in un ecosistema economico e culturale identitario.
Crediti
Testo originale: Anne-France Berthelon
Foto: courtesy of The Good Life magazine
Magazine: The Good Life France
Editore: IDEAT ÉDITIONS