Rivivi l’atmosfera degli stand al Salone del Mobile.Milano 2024
Architettura, neon e circolarità. Ripercorriamo alcuni degli allestimenti che hanno dato forma all’ultima edizione della Manifestazione dedicata al segmento arredo e design più importante al mondo
Anche quest’anno la sfida al Salone del Mobile.Milano è stata quella di creare allestimenti il più circolari possibile, realizzati con tecniche che facilitassero lo smontaggio, materiali da riutilizzare e il verde, presente un po’ ovunque, pensato per essere restituito ai vivai di provenienza. Se l’anno scorso la disposizione spaziale degli stand a Euroluce ha sperimentato una pianta più aperta e organica, quest’anno – l’anno di EuroCucina, del Salone Internazionale del Bagno e dell’anniversario del SaloneSatellite – i flussi si sono distribuiti sui tradizionali corridoi delimitati dai perimetri spesso chiusi dei singoli stand, in cui si entrava prevalentemente da un ingresso principale.
Oltre alla progettazione ex-novo si diffonde sempre più il recupero di allestimenti degli anni passati, confermando la volontà delle aziende di spostare l’attenzione sui temi di riciclo e sostenibilità, anche economica. C’è anche chi ha scelto di non costruire pavimenti sopraelevati, come nel caso di Very Simple: Kitchen il cui stand è stato curato da Davide Fabio Colaci Studio che ha riutilizzato gli elementi di arredo presenti nello showroom bolognese dell’azienda.
Tra i nomi che hanno modellato la geografia di questo Salone spicca lo studio milanese Calvi Brambilla che, tra gli altri, ha la paternità degli stand di Elica, QuadroDesign, e Dooor, dove l’anima dei prodotti esposti ha offerto la chiave per l’ideazione dello spazio in cui pochi elementi, come una stanza colorata, tubi innocenti, cassette di plastica o una parete di eliche impilate in movimento e retroilluminate, hanno dato vita a un’esperienza immersiva e progettualmente ineccepibile. Di carattere scenografico con rimandi industriali anche lo stand di (AB)Normal per Gufram, dove una grande scalinata con i pezzi iconici dell’azienda piemontese è stata incorniciata da altissime lamiere zincate protruse lateralmente per accogliere due stanze tinte di rosso e di rosa.
Un’immersione nel colore anche per Acerbis, con pareti rosso laccato e il nome del brand scritto a grandi caratteri al neon (un must di questo Salone), per sancire la nuova collaborazione coi designer Sabine Marcelis e Pietro Russo. Non solo voglia di sorprendere con materiali industriali e colori accesi ma anche il bisogno di spazi più contemplativi, come nel caso di Globo il cui stand progettato da Studio Milo, immerso in un color crema chiarissimo, rimanda agli interni giapponesi di carta con telai in legno chiaro e compensati leggeri. 100% nipponico, e tra gli allestimenti più fotografati del Salone del Mobile.Milano 2024, è l’allestimento firmato da Taiju Yamashita, fondatore di DRAFT Inc., dove lo spazio è stato riempito da un fittissimo reticolato tridimensionale di sfere di vetro sospese nello spazio, dagli effetti frattali a seconda del punto di osservazione.
Tenui anche le membrane colorate di Pedrali progettate da DWA Design Studio che hanno dato al visitatore un senso di pace e sospensione, ideale per estraniarsi dal brusio della Fiera. Più enigmatico lo stand di David Lopez Quincoces e Francesco Meda per Alias, il cui pattern alle pareti fatto di geometrie rettangolari verticali che nascondevano piccole strisce di led in un effetto di luce hitchcockiano potevano riportare l’immaginazione a certe rappresentazioni notturne cinematografiche dell’Empire State Building.
Tra gli stand a pianta aperta, senza muri perimetrali, ricordiamo quello di Campeggi, l’azienda comasca produttrice di sedute trasformabili, Maruni con gli arredi di Naoto Fukusawa, Jasper Morrison e Cecilie Manz, poi Fogia, dall’estetica minimale con una grande parete divisoria retroilluminata e pareti di fondo di un crema desaturato, e infine Bitossi Ceramiche, con boiserie in legno chiaro per esporre la nuova collezione realizzata in collaborazione con Objects of Common Interest, dal carattere domestico.
Sono molte le aziende che nei loro stand hanno ricreato un’idea di casa: rivolta al passato, come quella di Vincent Van Duysen ispirata agli anni Trenta per Molteni&C; al contemporaneo, come nel caso di Porro, Glas Italia, Innova e Zanat oppure volutamente a metà tra nuove collaborazioni e riedizioni storiche come nel caso di Wittmann. Diversamente, gli stand di Minotti e Living Divani, hanno riportato un’atmosfera più vicina al mondo contract o dei grandi showroom.
Tacchini Italia Forniture ha usato invece un linguaggio prettamente architettonico, affidando a Lorenzo Bini di studio Binocle uno spazio che è al tempo stesso domestico e monumentale, in una successione di stanze che prende ispirazione da Casa de Serralves di José Marques da Silva (1925-1944). Concludiamo con un altro rimando storico, questa volta pop: si tratta dell’allestimento “Hyper Poltronova” pensato da Donatello D’Angelo, art director dell’azienda toscana Poltronova, ispirato alla mostra “L’invenzione della superficie neutra” a cui avevano partecipato gruppi radicali nel 1973.