L’edilizia popolare? Un bene da preservare
Il numero di settembre/ottobre della rivista canadese Azure approfondisce il fenomeno delle case popolari che vengono riqualificate per evitare spostamenti coatti e demolizioni. Una strada già sperimentata in Nord America. E in Europa?
In un’epoca di investimenti pubblici limitati, lasciare la riqualificazione delle città in mano ai privati ha portato spesso alla demolizione di dozzine di edifici, di molte case popolari, allo spostamento dei residenti e alla cancellazione della memoria di una comunità. È uno schema che abbiamo visto ripetersi spesso, sia in Nord America che in Europa. È però possibile un diverso modello di sviluppo, che parte da un approccio di preservazione dell’edilizia sociale e della sua inclusione in un rinnovato tessuto urbano.
È una mutazione già in atto come ha dimostrato con la sua testimonianza “supersalone” Alejandro Aravena. L’architetto cileno ha ripercorso la genesi del progetto che ha portato alla Biennale di Venezia 2021 e che risponde alla domanda base della manifestazione: “How will we live together?” Come potranno vivere insieme il popolo mapuche e i cileni, da anni in conflitto per la terra? Grazie a un intervento architettonico organizzato come künü (luogo in cui conoscersi) e koyaü-we (luogo in cui mettere a frutto). Azure esplora un metodo sostenibile per ripensare il patrimonio edilizio. Numerosi sono gli esempi: lo studio Saia Barbarese Topouzanov Architectes (SBTA) di Montreal ha lavorato con questa impostazione alla riqualificazione dell’area di Benny Farm e delle Habitations Saint-Michel Nord, a Montreal. Anche lo studio Era si è specializzato nel recupero di case popolari e ha sviluppato una guida alle best practices in questo campo, partendo dalla domanda: “Come faccio a riqualificare un edificio lasciando che i residenti continuino a viverci?” Qualche esempio concreto di questo approccio “olistico”: la Ken Soble Tower a Hamilton e le case popolari di Lawrence–Orton a Toronto in collaborazione con LGA Architectural Partners. Il rinnovamento di Altgeld Gardens a Chicago con il nuovo Family Resource Center, a cura dello studio Koo, è un altro esempio di preservazione dell’edilizia sociale. Anche in Europa succede qualcosa, come ricorda l’articolo di Azure: “Quando lo studio parigino Lacaton & Vassal ha ricevuto il Pritzker Architecture Prize 2021, ha consolidato la sua filosofia di conservazione all’interno del canone architettonico. Ha mostrato al mondo che rinnovare e far rivivere bene significa praticare il design ai massimi livelli.” Qualche esempio? La riqualificazione del complesso residenziale Grand Parc a Bordeaux. “Il lavoro del duo francese – e il loro ethos ‘mai demolire’ – è ora un assioma per la crisi climatica e per il ruolo degli architetti in essa”, commenta il magazine, che osserva: “Trasformare l’architetto da un visionario del design a un custode della comunità e della cultura, è un cambiamento radicale”.
Crediti
Testo originale: Stefan Novakovic e Tura Cousins Wilson
Foto: courtesy of Azure magazine
Rivista: Azure magazine
Editore: Azure Publishing Inc.